Pensavo fosse un omaggio a Troisi invece era un grammofono
Domenica 30 giugno verrĂ messo in scena "Pensavo fosse un omaggio a Troisi invece era un grammofono", di e con Damiano Grasselli e Orazio Condorelli, spin-off estivo di Abboccaperta 24, la rassegna di Teatro e Cultura a cura di Teatro Caverna.

Teatro Caverna presenterĂ "Pensavo fosse un omaggio a Troisi invece era un grammofono", un progetto di Ultimi Fuochi Teatro e Teatro Caverna, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Troisi (1994).
Lo spettacolo nasce come omaggio a Massimo Troisi: un antieroe, un divo senza fame di fama, un perdente fortunato, che parlava di come ci si senta sempre piĂą inadeguati in una societĂ di stereotipi e che ha donato riflessioni in cui tutti noi possiamo ritrovarci.
Al tema dell’inadeguatezza, nella vita come nei sentimenti, è dunque dedicato il lavoro di Ultimi Fuochi e Teatro Caverna, che diventa un modo per dire che “io, anche se sono l’unico al mondo, dico che basta, non ce la faccio a vivere così, in un mondo dove tutti si deve essere Rambo”, citando un’intervista rilasciata da Troisi.
Il testo è realizzato per quadri - gli stereotipi, l’amore, i miracoli, il nord e il sud, la necessità di essere sé stessi - temi trattati con uno spirito ironico e divertente che, diradandosi, lasciano però spazio ad una profonda riflessione.
La scena è un piccolo ambiente quotidiano, composta da una scrivania e un divano, dove da qualche tempo Il fantasma di Troisi è venuto ad abitare, e dove la sua voce si alterna e dialoga con quella di Condorelli, che racconta la sua passione fin da piccolo per Massimo: “Io a carnevale volevo vestirmi come lui. Ma alla domanda sei riuscito a diventare come Massimo Troisi? la risposta è fallimentare: ognuno può essere solo sé stesso”.
Alla coproduzione del lavoro hanno collaborato Ultimi Fuochi Teatro, compagnia napoletana trasferitasi a Spongano (LE), dove è stata realizzata la prima residenza di questo lavoro, e Teatro Caverna, APS e compagnia teatrale di Bergamo.