Lettere tra due mari
Una performance artistico-teatrale di Candelaria Romero e Nora Gamba, liberamente ispirata dall’omonimo libro della scrittrice e giornalista danese Siri Ranva Hjelm Jacobsen.

“Lettere tra due mari” è un dialogo Atlantica, centottanta milioni di anni, anziana e burbera, ma non sprovvista di una certa tenerezza, e Mediterranea, cinque milioni di anni, sorella minore di Atlantica, che adora quando grandi banchi di animali si spostano nella corrente marina. Le due intessono uno scambio epistolare dove vengono raccontati il desiderio di ritrovarsi, i dubbi e le paure per un futuro incerto, i cambiamenti climatici e l’improvvisa accelerazione verso quella riunione dei mari e degli oceani – che milioni e milioni di anni fa vennero divisi dall’emergere della terra – per cui le acque “separate” tramano e cospirano, in modo da sommergere di nuovo tutto e ritrovare l’unità perduta.
Per fare ciò Atlantica, Mediterranea e le altre sorelle marine e oceaniche hanno un piano: servirsi degli esseri viventi, che loro stesse hanno generato, per trasportare l’acqua da una parte all’altra del globo. All’inizio, infatti, diedero la vita a minuscoli organismi, che tali dovevano restare, ma poi la cosa sfuggì di mano e gli organismi si sono evoluti diventando altro. Alberi, frutta, vegetazione, animali, fino ad arrivare a noi, gli umani, le piccole creature, che con il nostro corpo fatto per il 60% di acqua, siamo entrate a far parte di questo loro piano.
Così “Lettere tra due mari” diventa anche un alternarsi di racconti e confessioni che noi uomini doniamo al mare quando ci avviciniamo alle sue onde o nel momento in cui, come i migranti, morendo, riportiamo l’acqua alla sua origine.
Accompagnato dalle musiche di Marco Azzerboni e Michele Agazzi, con le opere e l’oggettistica di Barbara Ventura in scena, “Lettere tra due mari” è una storia che parla del presente e delle sue contraddizioni (il riscaldamento globale, le migrazioni), dal punto di vista dei mari e del loro piano per riunirsi.