Re Lear è morto a Mosca
Per la 37esima edizione del festival internazionale del teatro di gruppo «Segnali Experimenta» uno spettacolo del genere teatro politico d’attore.

Uno dei più grandi teatri del Novecento, il Teatro Ebraico di Mosca (Goset), è quasi sconosciuto al mondo intero. Il suo fondatore, il regista Alexander Granovskij, e Marc Chagall, il pittore e scenografo che gli ha dato un’impronta decisiva, si sono salvati rifugiandosi in Francia, mentre i due straordinari attori-autori protagonisti di tutte le creazioni del Goset dai primi anni venti sono stati assassinati: Solomon Michoels per ordine diretto di Stalin in un finto incidente stradale e Veniamin Zuskin dalla polizia politica che lo ha rapito nell’ospedale in cui era ricoverato, interrogato, torturato e processato segretamente, e dopo quattro anni, nell’agosto del 1952, fucilato. Tutti i suoi materiali e quelli del teatro dovevano finire bruciati in un altro finto incidente, ma qualcuno, rischiando la vita, riuscì a nasconderne una parte.
La figlia di Michoels, Natalia, e la figlia di Zuskin, Ala, hanno scritto due libri straordinari sulla vicenda dei loro padri. Questi libri sono la principale fonte di ispirazione di questo lavoro. Lear è morto a Mosca è uno spettacolo che ripercorre la loro carriera a partire dall’ipocrita funerale di Stato accordato a Michoels, un Miserere durante il quale l’incontro con Zuskin rievoca l’avvio del lavoro teatrale comune, per finire con un Gloria che li vede nei panni del Lear e del Fool e circondati da tutti gli attori del Goset. Lo spettacolo ha il suo filo rosso nell’allestimento del Re Lear, uno dei pochi testi di Shakespeare allora permessi dal regime. Durante il montaggio di questo memorabile spettacolo i due, non di rado in disaccordo tra loro, affrontano tutti i temi che hanno costellato la vita del Goset, dai rapporti con il potere alla definizione di una nuova arte dell’attore, dall’ebraismo e la lingua yiddish all’assillante imperativo del “realismo socialista”, dai rapporti amorosi alla vita quotidiana delle famiglie, dal contrasto tra comunismo e fascismo al bisogno di creare spettacoli critici, divertenti e non censurabili. Nel 1935 Gordon Craig assistette al loro Re Lear in yiddish e ne rimase folgorato. Tornò a vederlo praticamente ogni sera della propria permanenza a Mosca e scrisse a Michoels lettere piene di ammirazione e commozione nelle quali dichiarava di essere stato spettatore del teatro che lui aveva sempre sognato di fare. Il Goset creò diversi spettacoli memorabili prima e dopo il Re Lear, spettacoli rievocati nella nostra messinscena dai due attori che ne furono protagonisti insieme ai loro colleghi e allievi, senza dimenticare l’incalzare della progressiva censura e della persecuzione politica che avrebbe portato alla loro morte (“Colpevole di essere attore” si dichiarò Zuskin durante il processo segreto in carcere e senza difensore) e alla chiusura del teatro.
13 gennaio 1948, Minsk. Un furgone investe e uccide Solomon Michoels: di lui restano un orologio da polso fermo alle 10 di sera, due figlie e una moglie. Notte tra il 23 e 24 dicembre, Mosca. Venjamin Zuskin viene rapito nel sonno, interrogato, torturato e quattro anni dopo fucilato. Il grande Teatro Ebraico di Mosca, il Goset, perde Lear e il suo Matto. Il primo e unico Re Lear in yiddish non andrà mai più in scena. Il mandante di questi omicidi è Iosif Stalin. Solomon Michoels e Venjamin Zuskin: due attori ebrei, due amici, condannati per aver volato troppo in alto. Colpevoli di aver immaginato un teatro d’arte fatto di canti, danze, poesie e colori in lingua yiddish nell’Unione Sovietica di Stalin. Un viaggio in Russia per raccontare una storia vera ormai dimenticata, attraverso i dipinti di Chagall e i personaggi del Re Lear. Uno spettacolo di memorie da riscoprire, custodite al di là del palcoscenico.
Genere: teatro politico d’attore
Spettacolo vincitore del premio Theatrical Mass 2023
CÉSAR BRIE & CAMPO TEATRALE
Regia: César Brie
Drammaturgia: César Brie, Leonardo Ceccanti e Antonio Attisani
Attori: Altea Bonatesta, César Brie, Alessandro Treccani, Leonardo Ceccanti, Eugeniu Cornitel, Davide De Togni, Anna Vittoria Ferri, Tommaso Pioli e Annalesi Secco.
Consulenza storica: Antonio Attisani
Maestra di danze e lavoro corporale: Vera Dalla Pasqua
Musica tradizionale yiddish: Pablo Brie