Garò. Una storia armena
Continuano gli eventi culturali della rassegna "C'è un tempo da scoprire": ospite di "A riveder le stelle" la compagnia "Anfiteatro".
Lo spettacolo racconta la storia del giovane Garabed Surmelian, della sua famiglia e della vita a Shevan, un piccolo villaggio di montagna dove tutto scorre ancora con i tempi dettati dalla natura e da riti antichi. Attraverso le parole di un Meddah, un narratore della tradizione, apparirà un affresco appassionato, curioso e rispettoso, che alterna momenti intimi emozionanti e profondi ad altri più leggeri e divertenti per raccontare la nascita, i riti di passaggio, i giochi e le feste, che porteranno gli spettatori ad entrare in contatto con alcuni dei “colori” di questa cultura straordinaria; ma pure con le ansie e le paure, perché sugli armeni di questo villaggio, come su quelli di tutti gli altri villaggi o città, incombe la folle minaccia di una giovane classe dirigente turca portatrice di un’ideologia nazionalista, che sfocerà nella pianificazione e nell’attuazione del più atroce e terribile dei crimini: il genocidio. E quando il racconto volge al termine in senso tragico e tutto sembra ormai perduto, il Meddah toccherà ancora una volta i cuori con un’ultima storia che consentirà a tutti di tornare a sperare e a respirare.
Il 2023 della cultura di Dalmine parte sì con le risate (quelle geniali di Debora Villa nello spettacolo “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”) ma affronta temi importanti, essenziali per la “coscienza civile” di una comunità, con una proposta ricca e pensosa per la riflessione sulle tragedie del Novecento (lo sterminio degli Ebrei, quello degli Armeni, le violenze e l’esodo subiti dagli Italiani di Istria e Dalmazia) e il ritorno del Marzo in rosa, dedicato (con leggerezza e ironia) alle donne e organizzato a braccetto con l’Assessorato ai Servizi Sociali. Numerose davvero le iniziative dedicate ai più piccoli e alle loro famiglie, sia a Teatro (con altri due appuntamenti de La Magia delle Storie) che in Biblioteca, per educare alla bellezza dei racconti e all’incanto del palcoscenico. Quest’anno è poi quello del ritorno, attesissimo, di una tradizione bergamasca che a Dalmine ha segnato per anni l’identità della proposta culturale: la rassegna della commedia dialettale GregnaDàlmen, sospesa per troppo tempo a causa delle difficoltà ad allestire gli spettacoli imposte dalla pandemia. Insomma, con leggerezza (ma solo apparente), la cultura di Dalmine è pronta per una nuova avventura.
