Borgo di Padergnone
Borgo di Padergnone

Si tratta di un aggregato edilizio, stratificatosi nel corso dei secoli, sito sul confine tra i paesi di Zanica e Grassobbio. Con la tipica forma a U delle dimore di campagna, presenta la villa vera e propria, il parco, la cappella privata, la torre difensiva e la parte adibita ad azienda agricola con i relativi apparati. Dai commenti di eminenti studiosi quali Fornoni (aaiDell'antico territorio bergomense) e Mantovani, si può affermare che il complesso del Padergnone sorga sulle rovine di un'antica villa romana, come tra l'altro testimonia il suo nome, che deriverebbe da paternia, distintivo delle colonie romane di epoca cesariana, o dal toponimo pater, attribuito dai Romani ai centri di un certo interesse. Il Fornoni infatti, citando due lapidi romane rinvenute a Grassobbio nel 1856 in cui compaiono i nomi di Lucio e Caio Cornelio, afferma che degno di nota è il Padergnone, "(...) dove si scopersero le tracce di una villa sontuosa, la quale era dotata persino di calidarii. Questa villa poteva benissimo essere la residenza di questi Corneli, gente soprattutto facoltosa e, come si sa, tenuta in grande estimazione". La notizia di tale ritrovamento viene confermata anche dal Mantovani quando afferma che al Padergnone "(...) si scopersero i resti di un pavimento in mattone, evidentemente spettante al tepidario di una terma privata rurale".