Chiesa di San Giovanni Battista

Nel 1236 la chiesa è già dotata di beneficio, goduto dall’arciprete della cattedrale di Bergamo e durante il Cinquecento i verbali delle visite pastorali la definiscono una delle antiche parrocchie di Trescore: l’edificio è mezzo scoperchiato, a fianco vi era un cimitero recintato.
Nel 1610 si procede alla sua riparazione, si aggiungono due altari laterali, uno dedicato a San Carlo Borromeo, canonizzato proprio nel 1610, e l’altro a San Bernardino da Siena, che una antica tradizione dice di essere passato da Trescore durante la sua predicazione nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini.
Le due pale d’altare sono attribuite la prima, con i santi Alessandro, Bernardino, Rocco e Sebastiano, a Chiara Salmeggia, la seconda, con San Carlo e gli angeli, a Francesco, ambedue figli di Enea Salmeggia. La pala centrale è opera di un anonimo pittore e dovrebbe aver sostituito un quadro di Giovan Battista Moroni, andato disperso, legato alla chiesa con il testamento dell’anno 1652 del parroco Giovanni Paolo Garlini secondo, il quale però autorizzava i suoi successori a venderlo, dopo averne fatto fare una copia.
Un rifacimento totale avviene dopo la visita pastorale di San Gregorio Barbarico nel 1659 e la chiesa assume le dimensioni attuali: si costruisce il campanile e vi si colloca un organo dei Carboni, con la sua cantoria, i cui resti sono ancora visibili. L’interno è affrescato dalla stessa mano che ha dipinto gli interni della vicina villa dei marchesi Terzi, nel secolo XVIII, ed è stato restaurato negli anni Sessanta del Novecento.