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Palazzo Rubini

Inconfondibile nella sua architettura neoclassica, era la residenza del massimo tenore d’opera ottocentesco Giovan Battista Rubini vissuto tra il 1794 ed il 1854.

Il palazzo fu costruito, su progetto dell’ing. architetto Pier Antonio Pagnoncelli bergamasco, nell’anno 1845, allorché il grande tenore decise di abbandonare le scene.

La facciata, che si arretra al centro per fare spazio a un piccolo giardino all’italiana, ha la parte centrale ornata da sei alte semicolonne ioniche, coronate da trabeazione e timpano con tre marmoree statue elevate su piedistallo che raffigurano il Dolore, il Genio e la Riconoscenza, opera del milanese Luigi Gerli (anno 1850). Nella decorazione a stucco del timpano, sono raffigurati Rubini e la moglie Adelaide Comelli: sulle ali di fabbricato adiacenti al giardino, affacciati alla via sopra i balconcini in pietra, si riconoscono i ritratti a stucco a mezzobusto di Bartolomeo Colleoni e di Torquato Tasso.

All’interno i locali prendono luce da una corte rettangolare con porticato retto a piloni in pietra. I locali più interessanti sono quelli di abitazione della famigli Rubini e le sale di rappresentanza: al piano terra, al centro della sala detta la Rotonda, che fungeva da salotto, nell’ala ovest affacciata alla via Comelli la sala del Bigliardo.

Retrostante ad essa la sala del Pirata ove Rubini amava trattenere musicalmente amici ed ospiti, affrescata con piccole scene idilliache e ritratti di noti compositori dal bergamasco G. Gandolfi nell’anno 1849; nel soffitto sono rappresentati Rubini e la moglie che cantano nell’opera il Pirata di Bellini. Oltre questa sala si aprono due sale da pranzo. Al primo piano sono degne di menzione alcune camere da letto decorate a fresco.

Al centro sopra la Rotonda, è la sala del Tesoro splendida nella sua intatta struttura neo-classica, con tappezzerie e tendaggi, e con il pavimento in mosaico alla veneziana; la sala ha ospitato per quasi cent’anni il Tesoro Rubini, antesignano dell’attuale Museo.

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Luogo

Romano di Lombardia

via Comelli Rubini

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