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Villa Gambarini-Cagnola-Giavazzi

Completamente restaurata in tempi recenti, la villa Gambarini-Cagnola-Giavazzi, oggi sede del Municipio, è considerata una delle più belle dimore di campagna della Lombardia. La villa, con i vari edifici annessi e con il bel parco, fu fatta costruire da Carlo Maria Gambarini per essere utilizzata come residenza personale e della propria famiglia. 

Durante la dominazione francese (1797-1815), l’attività di fornitore dei trasporti militari gli rese ricchi guadagni, e in quel periodo fece costruire la villa. Alla morte di Carlo Maria, avvenuta nel 1844 posteriormente a quella dei suoi figli Beatrice e Giovanni Giuseppe, le proprietà passarono al figlio di quest’ultimo, Carlo Girolamo e, dopo la morte di questi, nel 1850, alla sua figlia minorenne, Rosa Gambarini, pronipote del capostipite e ultima erede della famiglia. Tra il 1862 e il 1864, Rosa sposò il nobile milanese Giovanni Battista Cagnola, da poco eletto deputato nel Collegio di Verdello, che con la famiglia visse nella villa per circa quarant’anni. L’anno seguente alla morte del Cagnola, avvenuta nel 1901, la villa e le proprietà furono acquistate da Giovanni Giavazzi (1835-1908) con i suoi figli, Callisto (1875-1945), eletto deputato per la prima volta nel 1919, e Francesco (1877-1940). 

La famiglia Giavazzi vi abitò per circa un quarantennio ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, la villa fu “occupata” per qualche anno dai tedeschi e in seguito, fino al 1950, alcune parti degli edifici annessi furono abitate dagli sfollati. Dopo quegli eventi drammatici, la villa e il parco furono abbandonati per lunghi anni e infine, dal 1972, divennero proprietà comunali e poi, dal 1980, a seguito di un consistente restauro mai ultimato, nell’edificio fu collocata la sede del Municipio e il parco fu aperto al pubblico.

(Note storiche a cura di Riccardo Scotti, 2012)

Luogo

Verdello

via Roma, 8

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