Anche voi avete speso centinaia di euro per giocattoli eco chic in legno naturale, ma i vostri figli preferiscono usare marchingegni plasticosi, coloratissimi e rumorosi da due soldi? Ciò non vuol dire che dobbiamo rinunciare alla nostra battaglia a favore dei giocattoli ecologici, o che per lo meno non richiedano di essere smaltiti nei rifiuti speciali una volta dismessi. Basta essere più astuti.
Non è necessario sborsare 400 euro per una casa delle bambole in legno bellissima. Si può anche spendere pochissimo o niente. La prima regola, per quanto possa sembrare un po’ triste (ma non lo è) è comprare meno, per comprare meglio. Anche perché, almeno fino a una certa età, è impossibile prevedere in anticipo se un bimbo sfrutterà davvero il gioco che stiamo comprando.
Giocattoli autoprodotti (anche per pigri)
Soprattutto per i più piccoli, gli stessi oggetti di uso quotidiano sono ottimi giocattoli. Pensiamo al classico “cesto dei tesori” di montessoriana memoria (orientativamente dai sei mesi all’anno): è sufficiente mettere in un contenitore basso – cesto di vimini, scatola di cartone resistente – oggetti di uso comune. Basta che siano abbastanza grandi da non essere ingoiati e non pericolosi (taglienti, frantumabili, sporchevoli, tossici etc). Ad esempio: pigne, conchiglie e sassi grandi, mollette, spazzole e spazzolini, sciarpe e calzini. Il bambino si intrattiene da solo con grande piacere.
I genitori amanti del DIY (acronimo di Do It Yourself), sostanzialmente il fai da te, possono creare apprezzatissimi giochini per bambini, magari seguendo dei tutorial sul web oppure partecipando a Creattiva, la Fiera Nazionale delle Arti Manuali che è diventata un appuntamento fisso a Bergamo.
Del resto non è necessario sapere intagliare figurine nel legno, come faceva il nonno di Heidi. Qualche esempio? Realizzare un giochino tattile e rumoroso cucendo un pezzo di plastica – basta quello della scatole dei cereali della colazione – fra due pezzi di stoffa colorata ().
L’usato di qualità
Il giocattolo più ecologico è quello non comprato. Non per forza questo significa ereditare giochi da parenti e amici con figli più grandi. Soprattutto se non piacciono, sono rovinati e occupano troppo spazio: dire di no, con gentilezza, ai prestiti non graditi si può! Piuttosto è meglio fare un giro in uno dei tanti negozi che, anche a Bergamo, vendono accessori di seconda mano per bambini. Quine avevamo selezionati alcuni.
Oltre ai vestiti, offrono una vasta gamma di giochi. Da tenere presente soprattutto per i giochi più costosi, ingombranti o di breve durata, come macchinine a pedali, tricicli, casette da giardino, tende, cavalli a dondolo.
Le ludoteche (anche viaggianti)
Entriamo in una dimensione meno individualistica del gioco: perché non andare in ludoteca? Quelle del Comune di Bergamo, gestite dal Consorzio Solco Città Aperta, sono due: Giocagulp di Redona e Locatelli, entrambe collocate all’interno degli omonimi parchi cittadini. Possono andarci i bambini da 3 agli 11 anni, dopo i 6 anni anche da soli. Si trovano giochi diversi dal solito, personale preparato e magari qualche bel laboratorio creativo, una festa o un torneo.
La Ludoteca offre ai bambini “tesserati” (dietro versamento di una quota di iscrizione) anche la possibilità di prendere a prestito i giochi. Non solo: in un’ottica ancora più ecologica i piccoli possono portare in Ludoteca i giochi che non usano più e il personale si occuperà di sistemarli perché possano essere usati anche da altri bambini.
Da non perdere nemmeno il Ludobus “Giochingiro” (Cooperatica sociale Alchimia), un furgone colorato colmo di giochi artigianali di legno. Una vera e propria ludoteca viaggiante, che anima feste di piazza, sagre, feste di quartiere, parrocchia o di oratorio, feste delle scuole primarie e dell’infanzia. Disponibile anche per feste private (compleanni, comunioni, battesimi e così via) con il Mini-Ludobus.
Come acquistare
E se il gioco lo vogliamo comprare, a cosa dobbiamo stare attenti? Per un gioco a elevata sostenibilità ambientale è meglio che la filiera sia il più corta possibile. Ha senso comprare bellissimi giocattoli in plastica riciclata se vengono dagli Usa? Forse no, se il nostro obiettivo è la sostenibilità. Meglio quindi i giocattoli italiani o europei. Poi, naturalmente, attenzione ai materiali: meglio se di riciclo, meglio il legno (qui è bene verificare che si tratti di materiale con la certificazione Fsc, ovvero del Forest stewardship council).
Internet in questo campo può essere una miniera di idee. Chi lo avrebbe detto che esistono giochi ricavati dai residui dei blocchi di marmo bianco di Carrara? Sono i sabbiarelli, kit dove la sabbia di marmo è utilizzata per il sandpainting.
Rimanendo a Bergamo, come non visitare la Città del sole (Viale Papa Giovanni XXIII, 49), forse la prima catena in Italia a puntare sui giochi di legno, in antitesi alla filosofia “usa e getta”. Accanto ai grandi classici, ora si trovano kit creativi e per esperimenti, congegni a energia solare o ad acqua.
Insomma giocare green è possibile bastano un po’ di creatività, idee e voglia di trovare le soluzioni ecologiche più spassose.