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Quali sono i migliori ristoranti etnici a Bergamo

Guida. Cucina cinese, giapponese, indiana, eritrea e fusion di qualità. I nostri consigli

Lettura 4 min.

Se siete stufi di mangiare sempre le solite cose e vi sentite dei giramondo (a tavola) dovete sapere che Bergamo pullula di ristoranti etnici. Posti dove scoprire piatti particolari, abbinamenti insoliti e sapori dalle tradizioni millenarie. Dall’India alla Cina passando per l’Africa e l’Estremo Oriente la nostra città è un vero e proprio melting pot gastronomico dai profumi, sapori e colori tutti da scoprire. Un percorso sensoriale fatto di contaminazioni e culture profondamente diverse.

Ma niente chioschetti o formule all you can eat a 5-10 euro: quello che vi proponiamo è un tour tra i migliori locali etnici della città all’insegna della qualità (del cibo ma anche del servizio e della pulizia).

Mama Africa

Il nostro tour non può che cominciare da un nome storico come il ristorante eritreo Dahlak (via Borgo Palazzo, 82) che da vent’anni ha conquistato il palato di tanti bergamaschi. Il merito è di una cucina tipica ma alla portata di tutti i gusti e dell’accoglienza dei titolari Andom e Hainamot, marito e moglie, bravi ad accogliervi con il sorriso e la cortesia.

Se nel piatto pane e carne sono i protagonisti della tradizione eritrea (non mancano comunque proposte vegetariane) allora da Dahlak non perdetevi lo zighinì di pollo o manzo servito con verdure stufate e fresche, condito con una speciale salsa chiamata berberé. Non mancano poi couscous di carne o verdure, i gustosi Tajn e le Tamia (polpette di ceci, sesamo, pangrattato, uova, menta e prezzemolo). Se siete in tanti, meglio optare per il Meadi, che è un assaggio di tutte le pietanze del menu servito con injera.

Non pensate alle posate, perché tutti gli ingredienti possono essere avvolti senza difficoltà nell’injera, il pane della casa ai tre cereali (grano tenero, mais e riso). Ma se proprio non volete sporcarvi state tranquilli che le posate ci sono. Un consiglio? Al vino preferite un buon tè speziato. E per concludere fatevi un sorsetto di Asmara, liquore a base d’anice simile alla Sambuca.

Non chiamatelo “kebabbaro”

Sempre in città, anzi in pieno centro, fate tappa da Al Sultan (piazza Pontida) dei fratelli palestinesi Rami e Ahmed Hindi. Definirlo un “kebabbaro” non rende giustizia a questo locale, perché qui si può assaggiare la cucina tradizionale mediorientale. Diciamo che il rapporto qualità-prezzo è al top per l’ottima qualità del kebab, a detta di molti il migliore di Bergamo, preparato anche nel piatto insieme a un mix di verdure.

Per chi vuole provare qualcosa di diverso spiccano l’ottimo cuscus palestinese e il gustoso hummus di ceci, una salsa a base di pasta di ceci, semi di sesamo con aglio, olio di oliva e succo di limone. Dal Sultan si trovano poi tanti piatti diversi adatti anche ai bambini, saporiti ma per nulla pesanti o speziati (vedi i falafel), anche i dolci sono buonissimi. Unica pecca i pochi posti a sedere ma, del resto, il locale è nato e rimane ancora uno street food con qualche tavolo di appoggio e ora anche con una manciata di tavolini sulla piazza antistante

C’è più gusto se è spicy

Se amate i sapori spicy allora non perdetevi Shiva Restaurant (via Don Luigi Palazzolo 44), roccaforte della cucina indiana guidato da Amrit Kumar, originario del Punjab, tra i primi negli anni Novanta ad aprire un ristorante indiano a Milano. Accogliente e tipicamente arredato con gusto e luminose finestre colorate il locale propone menù con svariati piatti o il classico menù alle carte. Ovviamente le salse sono un must come la Papadum con Raita menta, Chutney di Tamarindo e Cocco. Il pane è quello originale della cucina indiana e viene servito caldo. Tanta e buona la scelta di piatti tipici, ma anche dolci e soprattutto liquori. È consigliato il cardamomo per digerire. Anche il prezzo è onestissimo.

La Cina è vicina

Per decenni, ristorante etnico in Italia ha voluto dire ristorante cinese e, ancora oggi, è questa la prima cucina estera che viene in mente. E se le possibilità di scelta a Bergamo non mancano, per chi cerca qualcosa di diverso dal solito riso alla cantonese o pollo alle mandorle, vale la pena di prenotare da Sin Jah (via Verdi 31/F, foto sopra). Qui la cucina cantonese (una delle otto grandi cucine regionali della Cina, considerata tra le migliori di tutta l’Asia) è la protagonista e l’anatra alla pechinese (da ordinare almeno il giorno prima) è un piatto da sogno, così come le cosce di rana al vapore su foglia di loto, le varietà di riso e ovviamente gli spaghetti.

Gamberi in agrodolce, spaghetti udon con verdure saltate e lumachine piccanti sono invece i top 3 del Bai Wei Guan (via Quarenghi, 31), altro locale alfiere della migliore cucina cinese. A dispetto dell’atmosfera interna molto essenziale e di un arredo spoglio, il ristorante propone infatti una vasta scelta di piatti made in China, con ovviamente proposte vegetariane e vegane.

Sushi all you can eat? No grazie

Anche i ristoranti giapponesi sono ormai un classico della ristorazione etnica in Italia. Ma negli ultimi anni a Bergamo si è andati ben oltre il solito sushi: il Miyabi (via San Francesco D’Assisi 5/B), che significa qualcosa come “eleganza e raffinatezza” cerca infatti di custodire l’autentica cucina giapponese, tramandata da Noriko. Così al Miyabi (e al gemello Kura in via Paglia, stessa gestione ma locale più spazioso) si mangia bene, lo dicono tutti. E soprattutto si assaggia qualcosa di autenticamente giapponese con tanto di cucina a vista e sushi elaborato da un vero chef. Chiaramente il prezzo è elevato ma la qualità ha un costo. E allora via di tripudio su Tripadvisor e simili: “Chef salmone crispy? Da orgasmo!”, “Olio caldo e triplo gamberi crudi? Squisiti”. Attenzione anche agli orari: si mangia su tre turni e molto spesso il locale è affollato. Sushi a parte, fatevi alla fine del convivio anche un sorso di Yoichi, ovvero whisky giapponese, considerato tra i migliori del mondo.

Fusion Experience

Non vi basta? Da Haki Restaurant (Via Angelo Maj 7/D) potrete assaggiare piatti della cultura giapponese, raffinati e innovativi, in una sapiente fusione di stili. Il tutto è a cura dello chef Naruse Fumiaki, giapponese di nascita con un’esperienza ventennale nelle cucine dei migliori stellati internazionali. Creazioni fusion anche al Gù Restaurant (via Sant’Orsola 5/H) dove la tradizione giapponese si fonde con influenze internazionali per incontrare il sofisticato gusto occidentale.