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Franca Pezzoli, l’arte contemporanea come il jazz e l’avventura di Casa Matteo

Articolo. Dal 23 al 25 aprile, la gallerista aprirà le porte del suo nuovo spazio espositivo di Fino del Monte. In programma una mostra collettiva e un’esposizione permanente delle opere scultoree di Bruno Lucchi

Lettura 3 min.
La locandina di Casa Matteo

C’è trepidazione nella voce di Franca Pezzoli. E anche un po’ di timore, quello del pittore «con la testa piena di idee e una tela bianca davanti». Dopo 27 anni a Clusone, la galleria Franca Pezzoli Arte Contemporanea “traslocherà” a Fino del Monte, in Via Bì e Cardas, 1. Mentre parliamo al telefono, Franca si scusa: alle spalle, rumori di cantiere. Casa Matteo è in pieno fermento, in attesa di accogliere – il 23, 24 e 25 aprile dalle ore 11 alle 19 – i primi visitatori.

Ad aprire le porte dello spazio, sarà la stessa gallerista, da sempre amante della cultura in tutte le sue forme. «Mio padre era un grande appassionato di letteratura e d’arte, e mi ha sempre dato questo input. Ho lasciato la scuola quando lui si è ammalato di tumore, perché avevo due fratelli piccoli e mia mamma mi ha spinto a lavorare. Ho sempre coltivato, però, questa passione».

L’arte delle relazioni

I primi passi in campo artistico, Franca Pezzoli li muove nella decorazione delle porcellane. «Insegnavo a Milano, ho cominciato a trattare con alcune gallerie, e poi a essere richiesta dai colleghi». Nell’ottobre del 1995, a Clusone, viene inaugurata la Galleria Franca Pezzoli Arte Contemporanea. All’interno, un angolo dedicato alla porcellana, a cui la gallerista ama dedicarsi ancora oggi quando cerca momenti di relax.

In ventisette anni, Franca ha organizzato mostre e stretto legami. «Amo molto la scultura», mi confida, «ho tenuto a battesimo Michelangelo Galliani, che ha esposto presso la mia galleria quando non era ancora trentenne». Quando le chiedo di elencarmi gli artisti di cui ha accolto le opere, Franca preferisce tacere, per paura di dimenticarne qualcuno. Nel cuore li porta tutti: «io sono sempre rimasta a Clusone, mentre gli artisti che ho accolto sono cresciuti, hanno esposto all’estero ma tornano spesso a trovarmi».

Quando si cresce, si cambia. Franca ne è ben consapevole. Molti artisti con cui ha collaborato hanno modificato nel tempo il loro stile, generalmente «alleggerendo le opere». È successo, per esempio, a Paolo De Stefani, la cui iniziale sigla stilistica figurativa ha lasciato spazio a una ricerca in bilico tra informale, arte povera ed espressionismo astratto. «Diciamo che nel corso degli anni si va ad apprezzare un’arte sempre più difficile, un’arte astratta, informale. Io paragono sempre il figurativo alla musica classica, il nuovo al jazz. Sono entrambi generi bellissimi, che danno emozioni diverse. L’arte è bella in ogni sua forma, sia classica che d’avanguardia».

Nonostante i cambiamenti, il compito di Franca Pezzoli è sempre stato quello di restare al passo. Con l’artista e con le opere: «a volte mi chiedo: sarò in grado di spiegare quello che l’artista vuole trasmettere e di fare da tramite tra l’artista e il pubblico? Perché quando spiego un’opera, vedo che alla gente il viso si illumina, guarda ciò che ha davanti in modo diverso… è come se facessi un taglio nel foglio, “alla Fontana”!».

Casa Matteo

Una casetta di montagna con un’architettura moderna. Casa Matteo è, per Franca, uno spazio speciale. Porta il nome del figlio della gallerista, venuto a mancare qualche anno fa. «Era la casa che io e suo papà avevamo lasciato a nostro figlio, perché Matteo aveva spesso il desiderio di venire qua con la sua famiglia e voleva dare all’edificio un’impronta moderna. La casa è rimasta bloccata in via di ristrutturazione. Poi, l’anno scorso, io e mio marito Filippo abbiamo deciso di riprenderla in mano».

Dal 23 al 25 aprile, Franca e Filippo («un pasticciere eccezionale», mi confida), apriranno le porte di Casa Matteo. In programma, una mostra collettiva con alcune delle opere (tra cui molti inediti) degli artisti che in questi 27 anni hanno esposto a Clusone. La galleria sarà aperta tutti e tre i giorni dalle 11 alle 19: Franca Pezzoli e gli artisti presenti accoglieranno i visitatori, mostreranno gli spazi interni e il giardino, che ospiterà in permanenza alcune opere create dallo scultore trentino Bruno Lucchi (a cui verrà dedicata una personale entro fine anno).

La prima personale in programma avrà luogo a luglio e porterà il nome di Francesco Musante, «un artista con cui collaboro da tanti anni e – questo è per me un grande onore – aprirà ufficialmente lo spazio espositivo».

Il progetto

L’apertura di Casa Matteo è solo il primo dei progetti di Franca Pezzoli: «vorrei dare vita a un’associazione a nome di Matteo, dedicata a giovani artisti emergenti. Ho amici che hanno figli bravissimi, chi canta, chi suona il violino… Spesso farsi notare, farsi conoscere, è difficile».

Tra i primi appassionati d’arte che Franca Pezzoli non manca di citare, ci sono i suoi nipoti. Nell’autunno del 2021, la gallerista ha organizzato la mostra «Maestri, opere inedite – Artisti futuri», accogliendo accanto a nomi noti dell’arte contemporanea il nipote di 13 anni e mezzo, Nicolò Da Re, con i suoi pastelli, acquarelli, chine e tempera, e la piccola Phoebe Oprandi, di 5 anni, con disegni, acquarelli, pennarelli e collage.

Prima di lasciare Franca le chiedo qual è il ricordo più bello che i ventisette anni trascorsi a Clusone le hanno lasciato. «Ce ne sono tanti. Forse quando ho esposto per la prima volta Sergi Barnils, che arrivava da Barcellona. Aveva appena fatto un’esposizione importantissima, ma quando è arrivato a Clusone è rimasto folgorato dalla semplicità dalla gente, dall’allestimento, tanto che si è messo a piangere dalla gioia. Ricordo benissimo che eravamo nel periodo pasquale e che nevicava. Barnils era nato in Nuova Guinea e non aveva mai visto la neve. Cadeva tanta di quella neve e l’artista girava guardando questa nevicata, mio marito gli ha prestato un piumino…».

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