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Remo Ponti, l’uomo che scolpisce l’anima nella pietra

Articolo. Artista albinese che ha fatto dell’intaglio su pietra la sua peculiarità, dopo la nota «Via delle Pietre» propone – supportato dall’Associazione «Arte sul Serio» – un simbolo per la città di Albino, al termine del progetto «Moroni500» e puntando a Bergamo Capitale della Cultura 2023. «Il mio Moroni» è (quasi) pronto per diventare il Moroni di tutti

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Remo Ponti

Può capitare, passeggiando per Albino, di imbattersi in un uomo di circa ottant’anni, seduto su uno sgabellino da mugnaio, mentre le mani sono indaffarate a produrre preziosità. Remo Ponti ha fatto della tecnica dell’incisione la sua incontrovertibile cifra stilistica: è un processo “per levare”, dagli echi michelangioleschi, secondo i quali l’artista è a servizio di un blocco (di marmo, di pietra) nel quale l’opera già abita, ma necessita solo di abili mani che la aiutino a emergere.

Ponti non ha né una bottega né un atelier: può essere definito un “artista di strada”, quasi d’altri tempi, perché di certo non cerca effetti speciali, ma promuove con pazienza la cura del territorio in cui abita ed è cresciuto.

La «Via delle Pietre»

La sua opera più conosciuta, infatti, è «La Via delle Pietre», nella località di Piazzo, ad Albino, ai piedi del monte Cereto. È un muro di circa trentacinque metri, interamente costruito da pietre, scolpite una a una, con estrema pazienza. Dal 2013, Remo Ponti ha deciso così di trasformare radicalmente l’anonimato di una stradina del suo paese attraverso un’azione artistica creativa, che non impatta con la natura del luogo, anzi, ne diventa un tutt’uno.

Un martellino e uno scalpello, realizzati da Remo Ponti stesso in gioventù, sono gli strumenti con cui ha saputo donare nuova vita a innumerevoli (circa mille) pietre: talvolta impiegandoci un’ora, talvolta giorni. «Quando ho incontrato e conosciuto queste pietre – racconta l’artista – le ho trovate stanche di rimanere lì: ferme, impassibili, inoperose, quasi prigioniere di questo muro. Per questo ho deciso di trasformarle e rianimarle».

Il muro di sostenimento è diventato così scrigno narrante dell’anima di questo sorprendente artista-artigiano, che pare sussurrare attimi di vita, pensieri, affetti; non c’è una cornice narrativa tra le varie pietre, se non il bagaglio esperienziale del Ponti, come uomo, ancora prima che artista. Ecco che allora gli intagli «Vogliono essere anche un simbolico omaggio ai contadini che tempo fa hanno faticato parecchio per estrarre queste pietre, sfaccettarle, tagliarle e farne un muro che proteggesse questa strada e rendesse più agile il passaggio di animali e carri». In questo modo Remo Ponti, che nella sua Albino ha passato tanti anni, assistendo anche alla sua evoluzione, sembra voler dare dignità contemporanea a una stradina che forse ora non suscita alcuna domanda nei più giovani, lasciandoli indifferenti.

Oscar Conti, cantautore locale, ha dedicato a Remo Ponti una canzone, di cui riporto il testo per sottolineare l’immagine profonda che regala con la sua mite presenza:

La via delle pietre è un viaggio che inizia
Con mani sapienti, scalpello e martello
La via delle pietre è un posto voglioso
Dove passa la gente, si ferma un istante.
Guarda le forme sul muro assolato,
sente racconti da chi le ha scolpite
La via delle pietre è un luogo di incanto,
che Remo ha creato con i suoi pensieri.
La via delle pietre è un libro aperto,
non basta guardare bisogna osservare
attentamente cogli il dettaglio
e si rivela il grande disegno.
Sono forme bizzarre molte di esse
Serve la chiave per poter entrare
Sono racconti molto intriganti
Storie d’amore in equilibri spaziali.
Parla con i sassi dal cuore di pietra,
l’uomo del bosco ha trovato la strada
la via delle pietre è un posto speciale
Che parla d’amore a tutte le ore.

«Arte sul Serio» con Remo Ponti

Remo Ponti, oltre che per le sue innate doti, è conosciuto sul territorio per la sua genuinità. È una persona semplice, profonda, schietta e umile, sempre disponibile all’incontro e al confronto. Tappa fondamentale per la diffusione del suo lavoro è stata l’incontro con «Arte sul Serio», un’associazione culturale locale volta a promuovere e diffondere l’arte presente sul territorio e non solo. Dal 2007, data della sua fondazione, vanta 470 iscritti, di cui 70 sono attualmente parte viva dei corsi in fase di svolgimento.

Federico Bianchi, presidente dell’Associazione da sei anni, racconta con viva passione il sodalizio di sensibilità artistica e di idee che l’ha legato, quasi fin da subito, a Remo Ponti, dal 30 giugno 2018 membro onorario dell’associazione: «È una persona eccezionale, lo definirei “artista puro”; non ha mai scolpito nulla, infatti, con l’ottica del guadagno, ma solo per trasmettere un’interiorità davvero sensibile. Ora penso sia compito dell’Associazione fargli un regalo, diffondendo maggiormente la grandezza della sua pratica artistica: l’occasione si è presentata quando ci ha mostrato la sua personalissima interpretazione di Giovan Battista Moroni».

«Il mio Moroni»: un omaggio alla città dello scultore bergamasco

«Il mio Moroni» è il titolo dato da Remo Ponti alla sua statuetta in pietra, alta 13 cm, nella quale è bello immaginare che confluiscano due artisti albinesi. «Ci piace infatti pensare – continua Federico Bianchi – che in questo pezzo di granito nero sia inciso il legame tra un artista albinese del Cinquecento e uno contemporaneo».

La statuetta a tutto tondo ricorda un corpo a forma di parallelepipedo, in cui su ogni faccia sono incise forti connotazioni simboliche: sulla prima è presente un pennello, grandezza artistica del Moroni, sulla seconda delle forbici, in ricordo de «Il Sarto», incredibile opera ritrattistica del pittore bergamasco, conservata presso la National Gallery di Londra; sulla terza è rappresentato come Remo Ponti vede il Moroni, mentre sulla quarta è incisa la figura stilizzata di Bernardo Spini, personalità albinese fondamentale per l’affermazione di Giovan Battista a livello internazionale.

Proprio di Bernardo Spini, e alla moglie Pace Rivola Spini, Moroni realizza due dei ritratti che lo hanno reso più celebre, e che in questi giorni (fino al 26 dicembre) sono in mostra ad Albino, nella chiesa di San Bartolomeo insieme a una tavola raffigurante «Cristo portacroce con un devoto», dipinta dal Moretto, maestro bresciano di Moroni (ne abbiamo parlato qui).

Promossa dal Comune di Albino e da Promoserio, in collaborazione con l’Accademia Carrara e la Fondazione Credito Bergamasco, la mostra «IL GRAN FINALE. Il Maestro e l’allievo. Dialogo tra capolavori restaurati di Moretto e Moroni», curata da Orietta Pinessi (qui l’intervista), vuole celebrare la conclusione di «Moroni500» attraverso l’interessante dialogo tra il pittore albinese e il suo maestro, il Moretto. Questa esposizione intende sancire l’unione tra Bergamo e Brescia, traghettando il paese bergamasco verso il 2023, quando celebreremo le due capitali della Cultura.

Proprio a settembre 2023 è previsto il “regalo” dell’Associazione «Arte sul serio» a Remo Ponti e a tutto il paese di Albino: verrà fatta realizzare una copia della statua, sempre in pietra (granito nero assoluto), ma alta circa 2,50 metri e con una base di 40 x 40 cm, con l’obiettivo di esporla in modo permanente. Il progetto è già stato approvato dalla giunta comunale con un’apposita delibera, alla quale è seguita l’apertura di una raccolta fondi per arrivare a 15 mila euro, a cui stanno partecipando singoli cittadini, privati e aziende. È possibile donare attraverso la piattaforma Produzioni dal Basso o prendendo contatti con l’Associazione per informazioni e/o chiarimenti.

«La statua verrà riprodotta a macchina, non ce la sentivamo di affidarla ad un altro artista, perché avrebbe snaturato la singolarità creativa di Remo Ponti», racconta sempre Bianchi. «Riteniamo sia un progetto estremamente interessante: l’opera dimostrerà quanto i cittadini di Albino siano vicini al mondo dell’arte, frutto della loro incredibile storia; pensiamo sia inoltre doveroso perché, come è motivo di orgoglio e di onore festeggiare artisti del passato, lo è altrettanto dare il giusto contributo a quelli contemporanei che contribuiscono in modo umile e generoso a tenere alto il valore dell’arte nella nostra comunità».

L’idea è quella di posizionare la copia dell’opera in centro alla rotonda di ingresso al paese, dalla quale partono sia la Strada Provinciale sia via Mazzini, ovvero il centro storico di Albino, dove si trova anche Villa Spini, anticamente affrescata dal Moroni. Non è da perdere la possibilità di incontrare Remo Ponti, capace di sgretolare ogni certezza sulla poca empatia dei “cuori di pietra”, di rendere «Il suo Moroni», un Moroni per tutti!

Contenuto realizzato con il contributo di Regione Lombardia con il bando Ogni Giorno in Lombardia, nell’ambito del progetto Albino, sulle tracce di Moroni

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