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Cosa succede se per una settimana tutti gli eventi di Bergamo vengono annullati

Articolo. Siamo andati a indagare le conseguenze dell’ordinanza della Regione Lombardia presso alcune realtà culturali della nostra città. La situazione è difficile, quando non drammatica. Ma c’è anche voglia di recuperare

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(Il Festival della Canzone Pinguina all’Edoné, foto Disa Giox ShotZ)

10,1 milioni di euro al botteghino e 7.400 spettacoli cancellati. Sono i numeri di Federvivo riportati da un articolo di AGI Agenzia Italia che da qualche ora sta facendo parecchio scalpore sui social. Il motivo, come spiega Filippo Fonsatti che di Federvivo è il presidente, riguarda le ordinanze firmate dal Ministro della Salute e dalle regioni coinvolte nel contagio del Coronavirus. Una scelta dal forte impatto per tutto il comparto dei lavoratori dello spettacolo, in certi settori (come il cinema) già in difficoltà e in altri nel pieno della stagione (il teatro, la musica).

Il blocco ha ovviamente coinvolto anche Bergamo e la sua densa rete culturale. Abbiamo dunque chiesto di approfondire la questione ad alcune importanti realtà del territorio, che da domenica pomeriggio in poi sono state prima sorprese dall’ordinanza di Regione Lombardia e poi costrette ad annullare tutti gli eventi in programma fino a domenica 1 marzo – ma c’è chi teme che il divieto di assembramento verrà prolungato.

Prima di sentire cosa ci hanno detto però una precisazione: l’intento di questo articolo non è di polemizzare con chi ha preso la decisione dello stop. Di polemiche ce ne sono già fin troppe e ognuno prende il suo posto sulla scena. Ci sarà tempo e modo per ragionare e discutere sulla scelta di fermare (quasi) tutto. Qui vogliamo semplicemente scattare una fotografia di cosa è successo e soprattutto delle conseguenze, non facili da affrontare.

La prima a dirci la sua è Tiziana Pirola, nome storico della cultura bergamasca nonché curatrice della programmazione de I Teatri dei Bambini: “Domenica prossima il programma prevedeva ‘Storia di un bambino e di un pinguino’ all’Auditorium, cercheremo di recuperarlo l’8 o il 15 marzo se ci sarà la possibilità, ma in quelle date c’è anche Bergamo Film Meeting. Questa era poi la settimana del festival ‘Gioppino & i suoi fratelli’ in collaborazione con la Fondazione Benedetto Ravasio”, primo grande evento del Museo del Burattino. “Ricordiamoci sempre che uno spettacolo annullato significa costi maggiorati”.

Romano Danielli e Mimmo Cuticchio dovevano essere i due nomi forti di “Gioppino & i suoi fratelli”. “Sabato siamo riusciti a fare lo spettacolo di Danielli, ma c’erano venti persone perché i media avevano già iniziato a parlare della diffusione del virus. Tutti gli altri eventi sono saltati, comprese le visite speciali al Museo del Burattino di lunedì e martedì e i laboratori” ci racconta Sergio Ravasio, coordinatore e responsabile eventi della Fondazione Benedetto Ravasio.

Forse chi non è un addetto ai lavori lo ignora, ma quando un evento o una rassegna vengono annullati i cachet vanno comunque pagati almeno per la metào anche qualcosa di più se gli artisti sono arrivati sul posto – continua Ravasio – e tutto questo senza sbigliettamento. Ci sono poi i costi vivi della comunicazione, della pubblicità e ovviamente i compensi di chi ha lavorato. Sono spese che è molto difficile recuperare”. E non sarà facile nemmeno riprogrammare gli appuntamenti: “fra gli impegni degli artisti, la necessità di trovare i luoghi giusti e individuare i periodi adatti è complesso. Ma per quanto possibile ci proveremo, forse questa estate con ‘Borghi & Burattini’”.

Il Museo del Burattino è aperto da pochi mesi. Qualche giorno fa ne ha parlato anche Rai 3, cosa che ha aumentato la visibilità del luogo “e l’interesse delle scuole e delle biblioteche, entusiaste del nostro spazio. Avevamo in programma visite animate e laboratori che abbiamo dovuto annullare. Quando sei agli inizi e succede una cosa del genere ti taglia le gambe, nonostante il supporto degli enti pubblici”.

L’ordinanza regionale prevede anche la chiusura dei cinema cittadini e provinciali. Giuseppe Perico è il coordinatore e il direttore artistico di Conca Verde e del Cinema Teatro Del Borgo: “Abbiamo dovuto bloccare tutto, anche perché sono state rinviate le uscite dei film previsti per questa settimana. Sono saltate anche tutte le rassegne e non sappiamo se le recupereremo, dipende da come si svilupperanno le cose”.

Di sicuro l’incertezza di queste ore – che fa il paio con un certo scoramento – non aiuta il morale, e nemmeno il fatto che la chiusura forzata sia arrivata ora, “quando per noi è alta stagione. Ogni giorno che salta è un dramma”. È noto che il cinema con l’arrivo delle piattaforme digitali ha avuto una perdita di pubblico: “ieri c’è stata a Milano una riunione tra sindacati e AGIS, per capire come venire incontro al settore”. Nei giorni scorsi circolavano diverse voci su una cassa integrazione utile a sopravvivere al Coronavirus. Un’idea che non riguarda le realtà che abbiamo interpellato, ma che fa capire bene la situazione drammatica di questo periodo.

Noi domenica pomeriggio abbiamo sospeso un’opera lirica per bambini al Teatro Sociale” racconta Massimo Boffelli, Direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti. Ciò vuol dire che sul posto erano già presenti i musicisti, gli artisti, i tecnici e tutto il personale che avrebbe reso possibile lo spettacolo. “Abbiamo annullato anche le repliche dello spettacolo ‘Romeo & Giulietta’ di Ale e Franz al Creberg, che però recupereremo a maggio grazie alla disponibilità degli artisti stessi. Stavamo assistendo a un ottimo sbigliettamento, ora c’è la possibilità di rimborso, speriamo che anche a maggio andrà bene”.

Per la Fondazione i prossimi impegni riguardano “due date di Altri Percorsi e soprattutto Bergamo Jazz Festival” con tanti artisti internazionali e un programma molto articolato. “Se dovremo annullarlo sarà una grossa perdita economica. In generale più il periodo di fermo si protrae e più aumenta la perdita economica. Per ora siamo riusciti a mettere una pezza, speriamo che la tendenza cambi”.

È stata invece una mezza sorpresa la chiusura totale di Edoné per l’intera settimana. Ma dietro c’è, se così possiamo definirla, una strategia finalizzata a sfruttare il momento. Ce lo spiega Franz Barcella, uno dei volti del locale di via Gemelli: “Stare chiusi per noi è un danno. Ma rimanere aperti sarebbe stato molto rischioso, perché non sai se le persone vengono o no. In entrambi i casi è una perdita economica enorme. Al contempo volevamo dare il nostro contributo sociale al lavoro delle istituzioni per arginare il contagio, da qui la decisione della chiusura”.

Edoné è inaccessibile da lunedì, com’è noto il locale è un bar ad impronta giovanile e un luogo dove mangiare che organizza anche concerti, serate culturali e feste. Con l’aggiornamento dell’ordinanza regionale è possibile stare seduti al tavolo ma non al banconequindi stasera riapriremo con orario dalle 18 alle 2, e così sabato. Domenica invece saremo aperti dalle 14 a mezzanotte”. I giorni di chiusura sono diventati l’occasione per lavorare al miglioramento del locale, quindi ristrutturazione e rinnovamento degli spazi di Redona “e del nuovo social pub al Villaggio degli Sposi”. Ma anche riflessioni “cercando di capire cosa fare, perché la situazione è abbastanza nebbiosa”.

È bello lo spirito con cui da quelle parti viene affrontata la situazione: “la prima occasione di riscossa sarà la Festa del Decennale, che rimane in programma e sarà bellissima. Per il resto appena ci danno l’ok ripartiamo alla grande”. E noi facciamo il tifo per tutti coloro che ogni giorno lavorano per rendere Bergamo un posto migliore.

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