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Dal Brasile di Bolsonaro alla Turchia di Erdogan: Mondovisioni racconta il giornalismo cane da guardia del potere

Articolo. Al Cinema Teatro del Borgo ogni giovedì dal 7 ottobre. L’epoca della propaganda, della disinformazione e delle fake news ha bisogno di un’alternativa. Anche in forma di documentario

Lettura 5 min.
The Monopoly of Violence

I l cosiddetto buon giornalismo , una definizione che può voler dire tutto e niente – ma che ha una riprova nella capacità di dare fastidio a chi comanda – è un’ottima misura dello stato di salute di una nazione. Giornali, internet e tv sono i canali con cui solitamente ci informiamo, ma anche il cinema può fare la sua parte. Anzi, mai come oggi – a fronte di testate e programmi informativi liberi, a volte a costo della vita (o di minacce e censure) – il cinema documentaristico ha la capacità di “scorrere” fra festival e rassegne e uscire dalle narrazioni di potere .

Ciò vale ovviamente per le nazioni governate da dittature più o meno mascherate, ma anche l’equazione democrazia uguale giornalismo libero non è del tutto esatta. Basta dare un’occhiata a ciò che dice la classifica sulla libertà di stampa delle nazioni di Reporters Sans Frontières (RSF) , in cui l’equazione appena citata non è del tutto vera (l’Italia, ad esempio, è al 41esimo posto) e il fondo della graduatoria è ovviamente occupato da paesi dove la democrazia non è un’opzione praticabile, senza contare l’influenza negativa di corruzione, guerre, criminalità e omicidi (50 i giornalisti uccisi nel 2020).

Internazionale , oggi diretto da Giovanni De Mauro e in procinto di lanciare un nuovo giornale cartaceo , insieme al distributore CineAgenzia anche quest’anno porta al Cinema Teatro del Borgo di Bergamo la rassegna Mondovisioni . Sei documentari accomunati dal filo conduttore del giornalismo come watch dog del potere ( qui il calendario completo).

In questo senso il cinema in forma documentaristica è fondamentale, perché consente di toccare con mano la realtà che viene raccontata, a volte da punti di vista così particolari che aumentano l’impatto narrativo della pellicola. È forse banale dirlo, ma il cinema può essere anche scoperta, rivendicazione, memoria : chi scrive ad esempio non avrebbe mai conosciuto la feroce persecuzione anticomunista avvenuta in Indonesia a metà degli anni Sessanta per mano della dittatura del generale Suharto senza due film straordinari come “ The Act of Killing ” (2012) e “ The Look of Silence ” (2014) di Joshua Oppenheimer . Il discorso vale, in un’ottica maggiormente virata sull’attualità, anche per i documentari di Mondovisioni, che dal 7 ottobre ogni giovedì proporrà titoli in esclusiva a Bergamo selezionati dai maggiori festival internazionali. Raccontando la complessità del nostro tempo attraverso storie esemplari e senza filtri.

I film in programma

Anche in questa edizione di Mondovisioni la proiezione di ogni titolo sarà preceduta da un intervento introduttivo che delineerà il contesto della pellicola, a cura delle studentesse e degli studenti dell’ associazione Students for Equality e degli attivisti di Black Lives Matter Bergamo . Di seguito il calendario:

7 ottobre – “Writing with fire”
di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas
India, 2021, 93 minuti
Lingua: hindi con sottotitoli italiani

In un panorama mediatico disastrato, dominato dal punto di vista maschile e dal settarismo, scopriamo la vicenda di “Khabar Lahariya”, l’unica testata giornalistica dell’India gestita da donne Dalit, la casta più “bassa” della società. Armate di smartphone, la caporedattrice Meera e le sue reporter si oppongono alla tradizione che le vorrebbe silenziose e sottomesse, tanto in prima linea raccontando le grandi questioni che investono il paese, quanto nei confini delle loro case, ridefinendo l’emancipazione femminile nell’India contemporanea. “Writing With Fire” è ambientato nel cuore dell’Uttar Pradesh, lo stato più popoloso dell’India, noto per i famigerati livelli di corruzione, violenza contro le donne e la brutale oppressione delle minoranze. Documentario ospitato da festival come il Sundance, il DOK.fest München, il CPH:DOX, il One World e il Festival di cinema di Sydney.

14 ottobre – “The Neutral Ground”
di CJ Hunt
USA, 2021, 83 minuti
Lingua: inglese con sottotitoli italiani

A New Orleans si discute la rimozione di quattro monumenti confederati, residenti bianchi e neri sono divisi sul significato delle statue: per alcuni devono sparire, altri si oppongono con fervore. Quando le minacce di morte fermano le rimozioni, il regista e comico CJ Hunt si mette in viaggio per capire perché un esercito sconfitto nel 1865 abbia ancora così tanto potere immaginario nell’America contemporanea. Mentre la controversia sui monumenti si espande a livello nazionale, ed emergono da una parte il movimento suprematista bianco e dall’altra Black Lives Matter, attraverso un mix di umorismo e giornalismo investigativo “The Neutral Ground” diventa una toccante esplorazione del razzismo e dell’eredità della schiavitù, con cui parte dell’America deve ancora fare i conti. Ospitato da festival come il Tribeca e l’AFI Los Angeles.

21 ottobre – “Dying to Divorce”
di Chloe Fairweather
Gran Bretagna/Norvegia/Germania/Turchia, 2021, 82 minuti
Lingua: turco e inglese con sottotitoli italiani

Girato durante cinque anni cruciali per la Turchia contemporanea, “Dying To Divorce” documenta in parallelo il problema della violenza di genere e l’erosione delle libertà democratiche nel paese. Più di una donna turca su tre ha subito violenza e i femminicidi sono in aumento. Ma alcune stanno reagendo, come Ipek Bozkurt, coraggiosa avvocata, determinata a sfidare la violenza misogina. Ipek si batte non solo contro un sistema legale che garantisce ai colpevoli sentenze leggere, ma anche contro una repressione del dissenso senza precedenti che mette lei, come migliaia di altri avvocati, a rischio di carcerazione. Attraverso la sua vicenda, e tre devastanti storie personali di vittime, una prospettiva unica sulla lotta per essere una donna indipendente nella Turchia moderna. Ospitato da festival come l’Hot Docs, il Movies that Matter e il Thessaloniki DFF.

28 ottobre – “The Monopoly of Violence”
di David Dufresne
Francia, 2020, 86 minuti
Lingua: francese con sottotitoli italiani

Mentre la rabbia e il malcontento per l’ingiustizia economica crescono, molte manifestazioni di protesta sono soggette a una repressione sempre più brutale. Partendo da una impressionante raccolta di video amatoriali e di citizen journalist realizzati durante le manifestazioni dei “gilet gialli” in Francia, un gruppo di cittadini di diversa estrazione viene invitato a rivedere e interrogare quelle immagini, a e confrontare le proprie opinioni sull’ordine sociale e la legittimità dell’uso della violenza da parte dello Stato. A vent’anni dal G8 di Genova, e in seguito ai recenti soprusi sui detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, una riflessione lucida e urgente che trova in Italia un’eco particolare, più che mai attuale. Ospitato da Festival come il Festival del Cinema di Toronto, il New York FF, lo Zurich FF, il Black Nights Tallin, il CPH:DOX e lo Sheffield Doc/Fest. In collaborazione con Wanted Cinema.

4 novembre – “Sieged: the Press vs. Denialism”
di Caio Cavechini
Brasile, 2020, 92 minuti
Lingua: portoghese con sottotitoli italiani

Il Brasile ha raggiunto i 500.000 morti per Covid, ma Jair Bolsonaro incolpa i media di “esagerare la crisi” e dice ai cittadini di “smettere di lamentarsi”. Di fronte a un presidente che diffonde materiale negazionista e disinformazione, i giornalisti brasiliani affrontano la doppia sfida di raccontare non solo gli effetti del Coronavirus, ma anche le turbolenze politiche del paese. Il documentario mostra entrambi gli aspetti della tragedia, seguendo il lavoro dei reporter che incalzano il presidente e sono in prima linea nella cronaca della pandemia. Ma mentre i ministri della salute vengono licenziati in serie, e proliferano gli omicidi a sfondo razziale, il personale ospedaliero è al limite e migliaia di famiglie perdono i loro cari. Ospitato dal Festival Hot Docs.

11 novembre – “The Last Shelter”
di Ousmane Samassékou
Francia/Mali/Sud Africa, 2021, 86 minuti
Lingua: bambara, francese, inglese, moor con sottotitoli italiani

La Casa dei Migranti di Gao, in Mali, è un rifugio al margine meridionale del deserto del Sahara. Accoglie chi è in transito verso nord, o sulla via del ritorno dopo un tentativo fallito di raggiungere l’Europa. Esther e Kady, due adolescenti arrivate del Burkina Faso, stringono amicizia con Natacha, una donna che ha perso la memoria, insieme alla speranza di ritrovare la via di casa. Il trio condivide momenti di gioia, speranza e tenerezza, ma le ragazze non riescono a scrollarsi di dosso il desiderio di un futuro lontano, anche quando questo si scontra con la realtà di chi è tornato, traumatizzato dal fallimento. La casa difficilmente può proteggere dal richiamo del deserto, dal suo mormorio lontano che sussurra storie di sogni e incubi. Ospitato da festival come il CPH:DOX, l’Hot Docs e il DOK.fest München.

Info

Mondovisioni è organizzato da Cinema Teatro del Borgo – SAS Bergamo . Tutte le proiezioni iniziano alle 21. Ingresso 6 € – 5,50 € (over 65 e under 26) – 4,00 € (under 20). Per informazioni [email protected] – tel 035 320828.

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