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Serie tv da guardare in questo periodo (evitando il binge-watching)

Guida. Anziani, mamme, ragazzi con l’Asperger, giovani con il chiodo fisso del sesso e l’Inferno: la serialità affronta i temi più disparati, ma spesso parla di noi

Lettura 3 min.
(“Atipycal”)

Quante volte avete sentito la sveglia suonare e avete pensato “Oggi vorrei rimanere a casa dal lavoro...” oppure: “Come vorrei stare a casa a guardare serie tv piuttosto che seguire la lezione…”. Eppure in questo periodo di riposo forzato anche lo svago ci sembra un dovere. Dobbiamo fare qualcosa per distrarci dall’assedio mediatico che ci parla (purtroppo) di nuove vittime e nuovi contagi.
Ecco perché abbiamo pensato a 5 serie tv da scoprire se avete deciso di passare il vostro tempo “liberato” sfogliando il catalogo Netflix:

“Grace&Frankie”

Protagoniste di questa serie sono le due attrici ottantenni Jane Fonda e Lily Tomlin. Due icone del cinema del passato che si mettono magistralmente in gioco in una piattaforma di distribuzione come Netflix che punta ad un target tendenzialmente giovanile.

La trama ideata da Marta Kauffman (già autrice di “Friends”), racconta di Grace Hanson: raffinata, rigida e un po’ snob fondatrice di una compagnia di cosmetici, e di Frankie Bergstein, un’artista figlia dei fiori.
Le due si detestano e sembrano non avere niente in comune, fino a quando i mariti, colleghi in uno studio di avvocati, rivelano loro di essere stati amanti per quarant’anni e di voler passare il resto della vita insieme. Così rimaste sole e ormai alla soglia della terza età, decidono di andare ad abitare insieme, creando addirittura una loro azienda.

Una sfida puntellata di sarcasmo e ironia che le costringerà a mettere da parte i loro dissapori iniziali e a confrontarsi con una realtà che non è interessata ad investire a lungo termine sui “vecchi”:

- “Non ci vuole concedere un prestito per via della nostra età, ma non stiamo per morire e non siamo delle decrepite che non ricordano più niente!”
- “Dov’è la macchina?”
- “Pensavo fossi stata attenta!”
- “Ti avevo detto di fare subito una foto al parcheggio!”
- “L’ho fatta, ma ho lasciato il cellulare in banca!”

“The Good Place”

È una serie tv USA che riporta Kristen Bell sugli schermi (già nota al pubblico per il celebre personaggio di Veronica Mars) in una veste più leggera. La serie ideata da Michael Shurs rivela la passione dell’autore per la filosofia morale incarnata da Chili (William Jackson Harper), che in vita era stato un ansioso docente universitario.

Attraverso un format di venti minuti, continui colpi di scena e riferimenti a Kant, Hume e Aristotele, “The Good Place” narra le vicende nell’aldilà dell’egoista e immorale Eleanor Shellstrop. Dopo una morte accidentale viene spedita in un paradiso riservato a uomini e donne che si sono distinti vita per le loro condotte ineccepibili.

Ad accoglierla è il saggio mentore Michael (Ted Danson), che la introduce in un idilliaco distretto, fatto di yogurterie e coppie di anime gemelle – mentre loda le buone azioni in terra della giovane, che è stata scambiata per qualcun altro più meritevole. Convinta di essere la “pecora nera” del distretto, Eleanor decide di iniziare un percorso di miglioramento morale per meritare il paradiso, grazie all’aiuto dell’anima gemella assegnatale, Chili (William Jackson Harper). Bloccata in un mondo in cui è impossibile imprecare (esilaranti i suoi figlio di poiana, in inglese “fork off”) o ubriacarsi, e che si rivelerà essere un Inferno dal quale tutti i protagonisti provano senza successo a fuggire.

Ogni episodio pone allo spettatore dei dilemmi etici che i personaggi tentano di risolvere in chiave tragicomica. In definitiva la serie si chiede e ci chiede: il perseguimento di fini morali può rappresentare il fine ultimo dell’esistenza?

“Workin’ Moms”

È una serie canadese che affronta senza retoriche la spinosa questione delle donne e madri lavoratrici, rappresentate nella loro imperferzione: il rientro a lavoro dopo la fine del congedo per maternità, le crisi post-partum, le difficoltà di ritrovare i propri spazi di coppia con la nascita di un figlio, i problemi di fiducia e di dialogo tra genitori e figli adolescenti, i disagi dovuti alla difficoltà di accettare i cambiamenti del proprio corpo durante la gravidanza.

L’intento di Catherine Reitman, creatrice della serie e anche co-protagonista, è di catapultarci in questo mondo fatto di pannolini, tiralatte nascosti in ufficio e crolli emotivi, descritti con un sarcasmo che prova a sbeffeggiare il senso di solitudine e di smarrimento che attanaglia con sfumature diverse le quattro protagoniste.

Infine, due serie teen per far riflettere adulti e ragazzi:

“Atipycal”

È una serie statunitense in cui il protagonista è Sam, un ragazzo affetto dalla Sindrome di Asperger, un disturbo dello spettro autistico. La genialità del plot risiede nel fatto che è proprio lui, da narratore interno, a raccontare con un’ingenua e autentica onestà le difficoltà di rapportarsi ad un mondo che gli appare sfuggente e incomprensibile. Fatto di metafore, linguaggi figurati e rumori assordanti.

La sfida che deve affrontare Sam (Keir Gilchrist), ormai alla soglia dei 18 anni, è di trovare un amore che lo costringa a mettere in discussione i suoi schemi, ribellandosi ad una madre iperprotettiva e ad un padre che per anni ha faticato a comprendere le sue difficoltà.

“Sex education”

Una serie televisiva britannica di cui si sta parlando parecchio. Ideata da Laurie Nunn, affronta il tema dell’educazione sessuale giovanile. Il protagonista è Otis, un adolescente figlio di un’eccentrica terapista che instaura col lui una relazione oppressiva. Questa, se da un lato gli impedisce di superare ansie e insicurezze – tipiche di questa fase della vita – dall’altro gli consente di sviluppare un’ipersensibilità quasi innata rispetto alle problematiche sessuali. Sarà proprio il suo temperamento unito alle conoscenze teoriche acquisite, leggendo le riviste e le enciclopedie della madre, a farne il sessuologo perfetto per i suoi compagni di liceo.

A riconoscere e sfruttare il talento di Otis è la sua compagna Maeve, un’adolescente tormentata e con un passato burrascoso, della quale si innamora.
La serie tra gag divertenti e momenti drammatici mette in scena le difficoltà e i tabù che ruotano attorno al sesso e ci permette di prendere coscienza di come molte di esse sono legate a scarse conoscenze e informazioni su un tema nel quale si affastellano credenze ataviche e nuovi bisogni di affermazione e di espressione delle molteplici identità.

È tutto. Non esagerate con il binge-watching e godetevi cinque storie che, anche quando non sembra o magari perché dirette ai (post)adolescenti, sotto sotto parlano anche di noi.

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