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Il domani delle librerie. Piccole, indipendenti e presenti sul territorio

Articolo. Un viaggio tra gli scaffali di Bergamo e provincia per incontrare libraie e librai. Dalle aperture posticipate in lockdown, alle consegne per nuovi e affezionati lettori, ai primi giorni della Fase 2. Con un punto di domanda per il futuro

Lettura 4 min.

Consegne a domicilio in bicicletta per le vie della città o in auto su fino in cima a Monte di Nese. Telefonate al libraio che si trasformano in una chiacchierata con un amico. Romanzi che arrivano a casa insieme a pacchettini di uova, vino o prodotti erboristici e un’idea già nell’aria da tempo, ma da valorizzare: la libreria come servizio territoriale di vicinato. Durante la quarantena i librai di Bergamo e provincia hanno preferito chiusure anticipate e riaperture tardive, nonostante la possibilità di essere aperti al pubblico anche in quarantena. In conflitto con l’obbligo di restare a casa fino al 4 maggio presente nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 10 aprile, c’era infatti la possibilità di uscire e andare in libreria. Una scelta considerata prematura e fuori luogo, anche a detta di molti librai di città e provincia.

Ammortizzatori sociali oltre a noi stessi non ne abbiamo, ma siamo rimasti chiusi per scelta comunque ben oltre il termine di legge, nonostante potessimo riaprire – spiega Valentina Porta della Libreria Palomar in centro a Bergamo – Una decisione impegnativa, portata avanti fino a quando è stato finanziariamente sostenibile star fermi, ma che potendo rifarei anche per tempi più lunghi. Mi ha fatto molto arrabbiare come, anche in questa situazione estrema, le librerie indipendenti siano state usate per farsi belli, con quell’idea romantica di ‘farmacie dell’anima’: prese di posizione fatte in momenti di emotività collettiva accentuati, che scompaiono nella normalità, mentre resta è l’assenza di provvedimenti strutturali su come sostenerle”.

Anche Antonio Terzi, che gestisce la Cartolibreria Nani di Alzano Lombardo insieme alla moglie, ha fatto scelte in autonomia: “Trovandoci al centro della pandemia ci siamo andati con i piedi di piombo: il decreto imponeva lo stop dal 15 marzo, abbiamo chiuso il 9. Siamo stati totalmente fermi per qualche settimana, poi abbiamo ricominciato con le consegne a domicilio, che ci hanno dato un po’ di ossigeno, ma che richiedono tempo e spese. L’abbiamo fatto volentieri per spirito di servizio nel nostro bacino, arrivando anche a Monte di Nese e Olera, ma cercando allo stesso tempo di preservare gli spazi per i nostri tre figli”.

Chiusura prolungata anche per la Libreria Fantasia di Borgo Santa Caterina, specializzata in albi illustrati per adulti e bambini: “Siamo stati toccati molto da vicino dal Coronavirus e abbiamo scelto di rimanere chiusi a lungo” spiega la titolare Laura Togni, che come i suoi colleghi ha riaperto in una prima fase solo per consegne a domicilio. “Ho passato ore a parlare con le persone per capire non tanto cosa volessero, ma di cosa potessero avere più bisogno in quel momento. Molti genitori, che prima entravano di corsa in libreria chiedendo qualcosa che il figlio potesse fare da solo, cercavano attività da fare insieme. Ho sentito i miei clienti-lettori riscoprire il tempo dell’attesa, molti non chiedevano neanche il prezzo e si affidavano ai nostri consigli e ci riservavano dei pensierini alla consegna: una pianta, un biglietto di ringraziamento, piccole cose”.

Il servizio a domicilio durante il lockdown è stata una risorsa che ha spostato gli spazi di confronto umano dalla libreria, al telefono, offrendo conforto non solo ai lettori, ma anche ai librai, come Giorgio Personelli dello Spazio Terzo Mondo di Seriate: “La libreria è il mio frammento di utopia realizzato su questa terra: siamo sei soci, tutti con lo stesso stipendio per scelta, ognuno mette ciò che può e che riesce e tutto ciò si è realizzato anche durante il periodo di chiusura”.

La nostra caffetteria, gli interventi nelle scuole e gli incontri saranno fermi a lungo. Le consegne con il Terzo Mondo Express hanno coperto circa il 30-35% dei nostri ricavi normali– spiega – Non è stato sufficiente, ma ha alzato il morale a tutti, inoltre abbiamo fatto conoscere la nostra enoteca e consegnato anche le uova della ditta Le Selvagge, dando una mano a una piccola realtà coraggiosa, partita a marzo in piena pandemia, con le sue galline che razzolano libere nei boschi sopra lo Zuccarello in Valle Seriana”.

Collaborazione è una delle parole chiave emerse durante il lockdown: “Anche tra librai ci siamo sentiti tantissimo per scambiarci consigli, ma anche sostegno – aggiunge Antonio Terzi della Cartolibreria Nani – Un confronto fondamentale, nato in un periodo molto pesante per tutti, che spero resti anche in futuro e che si è estesa oltre Li.Ber, Associazione Librai Bergamaschi, di cui facciamo parte, comprendendo altri colleghi del territorio non soci”.

Li.Ber è anche la realtà promotrice della Fiera dei Librai sul Sentierone, uno dei grandi appuntamenti culturali di città e provincia cancellato per la pandemia. Un duro colpo per i soci dell’associazione, tra cui Paolo Gerotti della Libreria Il Parnaso di Ponteranica: “Lavoriamo insieme al progetto tra i 6 e gli 8 mesi ogni anno. Per me l’assenza della fiera rappresenta un buco economico non indifferente, in quei giorni di solito faccio circa un terzo dell’incasso annuale. Tenere chiuso il negozio per il tempo del lockdown è stato ancora fattibile, ma il problema sarà da qui a dicembre”.

Per le librerie sarà infatti necessario riorganizzarsi ancora, gestire il rapporto tra clienti e spazi spesso ristretti, scegliere quali servizi mantenere di quelli attivati, dalle consegne a domicilio (che resteranno per la maggior parte disponibili, almeno nelle prossime settimane), ai pagamenti via Satispay e Paypal adottati per l’emergenza, alle possibilità offerte dall’e-commerce.

Stiamo valutando anche noi, ma la libreria come spazio resta la nostra scelta principale – spiega Monica Morzenti di Incrocio Quarenghi Non c’è vendita online che sostituisca il rapporto con il tuo libraio, la possibilità di girare tra gli scaffali, cercando qualcosa e trovando altro oppure uscendo senza acquistare nulla, ma ricchi di stimoli. Una preoccupazione grande è quella legata a eventi, corsi e attività: uno dei nostri librai, Matteo, ha spostato il suo gruppo di lettura su Zoom durante il lockdown, ma il futuro è tutto da capire: non sappiamo per quanto tutti dovremo rinunciare a creare e a vivere di momenti di incontro”.

Punti di domanda anche sulle rassegne gratuite come Fiato ai Libri, organizzata dallo Spazio Terzo Mondo in collaborazione con le biblioteche del territorio: “Davanti ci saranno periodi difficili anche per comuni ed enti pubblici, che avranno risorse ridotte da gestire – spiega Giorgio Personelli – Le istituzioni dovranno fare delle scelte, ma speriamo che ci siano persone che continuino a credere nel ruolo della lettura come cruciale nella crescita anche economica del Paese e nell’importanza del sostegno pubblico alla cultura. La gente paga le tasse ed è giusto che abbia proposte di qualità”.

Durante la pandemia inoltre è entrata in vigore una legge passata prima del lockdown, che fissa lo sconto massimo praticabile sui libri al 5% per tutti, da librerie a negozi online. Un provvedimento che ha aperto nuove prospettive secondo Valentina Porta di Palomar: “Ora che si gioca alla pari sui prezzi, il servizio, il rapporto umano e le nostre competenze di librai avranno più valore. Già in queste settimane la cura e la presenza delle realtà piccole e indipendenti è risultata chiara a molti: i titolari del minimarket vicino a casa di mia mamma le hanno riservato attenzioni commoventi, il fruttivendolo sotto casa ci ha portato frutta e verdura in giornata, evitando le lunghe attese dei servizi a domicilio dei supermercati. Lo stesso è accaduto con i libri, pur non essendo bisogni primari. I servizi di vicinato sono tanti, servono ed è importante tenerli vivi: tutto diventa più sostenibile, ecologico, vantaggioso e soprattutto umano. Cose che si dicevano da tempo si sono rivelate vere e necessarie. Un anno impegnativo aspetta tutti noi. Non dimenticarle sarà fondamentale”.

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