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La cultura in quarantena - Claudio Angeleri, “riportare il musicista al centro del sistema musica”

Articolo. Prima testimonianza del nostro spazio aperto dedicato al blocco della cultura e alle incertezze del futuro. A scrivere è il jazzista bergamasco, coordinatore del CDpM

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Sono da quasi due mesi chiuso in casa, come tutti del resto, con le limitazioni e le conseguenze economiche e psicologiche che conosciamo bene. Tuttavia non ho mai lavorato tanto come in queste settimane pur perdendo 20 concerti e 3 rassegne concertistiche (le lezioni concerto di Bergamo Jazz per 2400 studenti, “Ladies sing the blues” con UBI Banca e l’International Jazz Day dell’UNESCO).

Innanzitutto sono impegnato a tutelare il CDpM e i lavoratori ad esso connessi. Infatti le associazioni culturali del terzo settore sono le prime a subire le conseguenze dell’emergenza sanitaria. Ho avuto però la conferma ancora una volta della maturità e solidarietà di cui siamo capaci come musicisti. È emersa la volontà di unirci ancora di più nella vita associativa, senza personalismi ma mettendo in campo idee, competenze e professionalità. Così insieme ai colleghi più attivi e propositivi, circa una trentina, dal venerdì al lunedì abbiamo trasformato la musica e la didattica in un laboratorio online di sperimentazione creativa che coinvolge più di trecento associati, prevalentemente giovani in ensemble di musica d’insieme jazz, pop, classica, cori gospel, registrazioni audio e video.

Mai come ora ho avuto la conferma che il CDpM non rappresenti solo un luogo di formazione ma soprattutto un punto di riferimento per chi fa musica a Bergamo e in Lombardia. Non si è risparmiato nessuno, nessuno si è tirato indietro, non solo per dare continuità allo studio musicale ma soprattutto per esprimere vicinanza a tante persone con il nostro esempio ed impegno. Certo le difficoltà economiche restano ma occorre investire nel prossimo futuro.

L’UNESCO ha apprezzato i progetti che abbiamo inaugurato e ci ha dato la possibilità di renderli ancor più visibili. Stessa cosa è avvenuta con il Comitato per l’apprendimento pratico della musica del Ministero dell’Istruzione e con l’associazione “Il Jazz va a scuola”. Incrociando le reciproche competenze abbiamo inventato la formula dei concerti diffusi nelle scuole con 100 musicisti in 100 classi virtuali disseminati in tutta Italia. Ho incontrato e preso contatti con tanti amici musicisti in tante città anche fuori dall’Italia. Rob Sudduth, sassofonista di Huey Lewis and the news e caro amico, si è unito ai nostri laboratori virtuali per registrare un video che non solo andrà sul sito del Jazz Day ma soprattutto offre l’occasione a diversi giovani talenti di farsi conoscere ed apprezzare.

L’obiettivo che perseguo personalmente – anche come uno dei referenti regionali dell’associazione MIDJ (musicisti italiani di jazz) – è riportare il musicista al centro del sistema musica, che è composto da locali, scuole, tecnici del suono, etichette, studi di registrazione organizzatori, fotografi, giornalisti, festival. Un indotto di migliaia di lavoratori dello spettacolo. Valorizzando e agevolando il musicista sotto il profilo fiscale, previdenziale e normativo si accende un circuito virtuoso da cui traggono beneficio tutti. Occorre fare davvero squadra e stare tutti dalla stessa parte. Solo così possiamo avere voce e interloquire più produttivamente con le istituzioni.

Questa emergenza sta causando danni economici e sociali di enormi proporzioni tuttavia può trasformarsi in una opportunità di cambiamento per quando saremo in grado di riprenderci la vita in completa sicurezza, cosa che non avverrà sicuramente nell’immediato.

Occorre vincere i timori che la gente avrà nella ripresa dell’attività sociale. Per questo è importante entrare nelle scuole, per far sentire la nostra presenza e ribadire l’importanza della musica e della cultura per il nostro benessere ed equilibrio. È di oggi la nascita di un coordinamento tra le diverse associazioni di musicisti attive in Italia nel jazz, pop, rock per dar vita a una piattaforma della cultura attraverso concerti in streaming.

Non sono un fan convinto di questo nuovo modo di fare musica, tuttavia ne riconosco la necessità e l’utilità in questa fase transitoria. La musica, e il jazz in particolare, hanno bisogno di un contatto diretto e quasi fisico con il pubblico. Al contrario l’online funziona molto bene nella didattica e offre opportunità di crescita davvero sorprendenti ed inaspettate. In ogni caso il CDpM, il jazz e i musicisti sono presenti e molto attivi proprio qui a Bergamo nel cuore della pandemia.

Claudio Angeleri è un pianista, compositore e docente. Come musicista jazz ha pubblicato più di venti dischi. Inoltre è il coordinatore del CDpM - Centro Didattico produzione Musica.

Sito Claudio Angeleri

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