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Sul Monte Costone è stata ritrovata una meteorite che ha circa l’età del nostro Sistema solare

Articolo. Il 16 giugno 2020 l’escursionista Federico Pogliani, sulle pendici del Monte Costone, vicino ad Alzano Lombardo, in cerca di minerali e corna di capriolo, si imbatte in un oggetto coperto da una crosta scura con proprietà magnetiche. Raccoglie l’oggetto e lo manda al Dipartimento di Geoscienza dell’Università di Padova: è una meteorite

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La meteorite esposta durante la mostra «Venti di scienza» di «BergamoScienza»

Se ne prendono cura la dottoressa Anna Barbaro e il professor Fabrizio Nestola. Durante la mostra «Venti di scienza» di «BergamoScienza» l’oggetto viene esposto come meteorite in una delle sale. Personalmente non ne sapevo nulla e cercando su Google «meteorite» «monte» «costone» trovo giusto un breve articolo, proprio di «BergamoScienza» (e su L’Eco di Bergamo, dove se ne parlò brevemente in quei giorni). Decido allora di contattare Fabrizio Nestola, Professore di Prima Fascia di Mineralogia dell’Università di Padova, per capirne qualcosa di più. Scopro che non è poi così tanto comune trovare una meteorite mentre si cammina tranquilli in montagna. La chiacchierata è tanto informale quanto interessante.

LB: Quali procedure avete utilizzato per riconoscere la meteorite?

FN: La prima osservazione visiva della meteorite l’avevo avuta via fotografia e le assicuro che già in foto si vedeva quella che noi chiamiamo «crosta di fusione», una fondamentale caratteristica nell’identificazione di un oggetto come meteorite. A quel punto ho consigliato a Pogliani di venire a Padova con l’oggetto per una prima analisi al microscopio elettronico a scansione. Appena arrivato abbiamo inserito il campione nel nostro SEM e immediatamente si è notato che le parti a ferro contenevano anche piccole percentuali di nickel. Questa informazione, insieme alla crosta di fusione evidente, non lasciavano alcun dubbio sul fatto che fosse una meteorite. Io ricevo centinaia di richieste all’anno da persone che ritrovano strani oggetti e in tanti anni era la prima volta che si trattava davvero di una meteorite. Di solito si tratta di chiodi romani arrugginiti, pezzi di vetro modificati dagli agenti atmosferici o frammenti di scorie metalliche industriali.

LB: Ci può specificare cosa è un SEM?

FN: Un SEM è un microscopio elettronico a scansione (dall’inglese Scanning Electron Microscope) che attraverso un fascio di elettroni è in grado di analizzare qualsiasi tipo di materiale ad elevatissimi ingrandimenti. I più moderni SEM ingrandiscono anche di 100 mila volte un oggetto. Inoltre, quasi tutti i SEM sono in grado di effettuare analisi chimiche “puntuali”, cioè su un punto dell’oggetto molto piccolo, 1-2 micron (1 micron corrisponde a 0.001 millimetri).

LB: Quindi quella di avere parti a ferro che contengono anche piccole percentuali di nickel è una caratteristica frequente delle meteoriti?

FN: Sì, decisamente, se non vi fosse nickel allora sarebbe difficile poter dire che si è in presenza di una meteorite. Il ferro e il nickel sono due elementi che si amano geologicamente. Quindi è molto facile che quando si ha ferro metallico si abbia anche nickel.

LB: Ma perché proprio ferro e nickel e non altri materiali?

FN: Ci sono tantissimi altri elementi nella roccia della meteorite, ma nei punti in cui il ferro si presenta metallico questo fa lega con il nickel. Il ferro può stare “da solo” formando ferro metallico o entrare in tanti altri minerali. Nelle rocce terrestri il ferro non può essere metallico perché va incontro a ossidazione. Quindi se si trova del ferro metallico in un oggetto la prima cosa che ci si chiede è se quel ferro è terrestre o extraterrestre. Se è terrestre allora è sintetico, artificiale, perché sulla terra non si può avere naturale e non ha tracce di nickel.

LB: Quella da voi analizzata è una meteorite intera o un frammento?

FN: Non lo possiamo sapere non avendola vista cadere sulla Terra, potrebbe essere stata grande un metro e poi essersi frammentata in piccoli pezzi nella collisione con il nostro pianeta. I singoli frammenti possono essere molto lontani uno dall’altro sulla superficie terrestre.

LB: Passando alla crosta di fusione: cosa ricopre?

FN: Ricopre la parte di roccia interna, che di solito non viene portata ad alta temperatura nella collisione con la Terra.

LB: Come mai ha proprietà magnetiche?

FN: La principale ragione è legata alla quantità proprio di ferro e nickel.

LB: Possiamo ricostruire la sua storia? Nel senso, sapere a che età della storia terrestre la meteorite è entrata in collisione con la Terra?

FN: No, possiamo invece capire quando la meteorite si è formata. Non possiamo sapere quando è caduta a meno che non si sia proprio vista cadere, ma capita davvero raramente.

LB: Quindi sapete quando si è formata?

FN: Datare una meteorite costa molto perché si devono fare analisi isotopiche molto costose. Tuttavia, si sa bene che le meteoriti come quella del Monte Costone hanno certamente 4.5-4.6 miliardi di anni. In pratica hanno l’età del Sistema solare.

LB: Magari per lei sarà “normale”, ma per me è molto affascinante, e in qualche modo vertiginoso, sapere che su una montagna troviamo una meteorite che ha l’età del Sistema solare.

FN: Sono milioni le persone affascinate dalle meteoriti. Per noi studiosi è geologia, il nostro lavoro per cui veniamo pagati. Pensi che io sono un esperto di diamanti naturali terrestri e recentemente abbiamo trovato anche i diamanti nelle meteoriti, si figuri come mi diverto! Tra pochi giorni uscirà un mio articolo su Nature, proprio sui diamanti (ride, ndr).

LB: Beh, complimenti!

FN: Grazie.

LB: Il ritrovamento della meteorite ci dice altro?

FN: Diciamo che non vi è alcuna relazione tra la zona geografica di ritrovamento e il tipo di meteorite. Solo in Antartide è più facile trovare meteoriti, mentre è estremamente difficile trovarle come è stato fatto da Pogliani.

LB: Infatti volevo chiederle se Pogliani è stato fortunato o i ritrovamenti sono frequenti. Ma come mai è più facile in Antartide?

FN: Pogliani non è stato fortunato, è stato fortunatissimo. Le meteoriti cadono con la stessa probabilità statistica ovunque nel mondo, quindi probabilmente i luoghi dove si accumulano più meteoriti sono i fondali oceanici visto che le acque ricoprono il 75% della Terra. Tuttavia, in Antartide succede una cosa molto semplice: esistono le famose «trappole di ghiaccio». In pratica, le meteoriti cadono sulla calotta glaciale e restano lì per molto tempo, la calotta si sposta avanti e indietro ogni anno come i ghiacciai e quando incontrano le catene montuose antartiche depositano le meteoriti in prossimità di tali catene e quindi si accumulano anno dopo anno e se ne trovano di più che altrove.

LB: La classificazione che avete ottenuto è stata sottoposta alla valutazione della Meteoritical Society of America. Come mai?

FN: Ecco, questo è un aspetto importante: la meteorite del Monte Costone trovata da Pogliani non è stata ancora approvata dalla Meteoritical Society of America, quindi in questo momento ufficialmente è solo «un pezzo di roccia». Fino a quando non arriverà l’approvazione non potremo dire che è una meteorite, almeno pubblicamente. Tutte le meteoriti possono essere definite con tale termine solo dopo l’approvazione della società meteoritica. Lo stesso accade per le comete, per ogni corpo planetario, e anche per i nuovi minerali. Mi spiego: ogni campo di ricerca ha la sua società scientifica di riferimento. Ad esempio se prendiamo in considerazione il minerale nestolaite… Come è avvenuto tutto il processo di definizione di questo minerale? Esiste una società, l’International Mineralogical Association, che analizza le richieste di approvazione di nuove specie mineralogiche grazie ad un comitato di venticinque membri internazionali, che sono degli scienziati, e dopo aver studiato la nostra richiesta, decide se davvero si tratta di un nuovo minerale o no. Lo stesso accade per le meteoriti.

LB: Ma voi avete, come dire, il “forte sospetto” che sia una meteorite…

FN: Noi abbiamo la certezza che lo sia. Una certezza scientifica, ma siamo tutti d’accordo che non possiamo essere solo noi a dirlo. Questo è il bello della scienza. È giustissimo che vi sia un comitato di esperti internazionali che dica «sì, avete ragione».

LB: Tirando le somme: possiamo dire che quello di Pogliani è un ritrovamento importante?

FN: Decisamente sì, non è comune ritrovare una meteorite in Italia. Non si tratta di una meteorite rara, ma è raro che cada in Italia o meglio è raro ritrovarle. Se fossimo nel deserto sarebbe più facile trovarle, ma in Italia è difficilissimo. Il ritrovamento è importante perché le meteoriti ufficiali trovate in Italia non sono molte. Diciamo che in tutta la storia ufficiale, da quando si studiano e classificano le meteoriti, in Italia ne sono state trovate sino ad ora solo una sessantina.

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