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Cristina Donà e Daniele Ninarello: “è così che ti sento, Perpendicolare a me”

Articolo. Un tracciato corporeo sulle note delle canzoni della songwriter di Songavazzo in dialogo con il danzatore oggi residente a Torino. Lunedì 10 agosto per Danza Estate e Orlando, nella cornice di Lazzaretto on stage

Lettura 4 min.

C’è sempre qualcosa di necessario nel linguaggio silenzioso del corpo, che ci spinge ad agire in relazione ai sensi. Una necessità che si fa liberatoria, quando le azioni seguono l’istinto dettato dall’ascolto. Più si attiva la percezione, più si tengono aperti i recettori, più la nostra gestualità si fa capace di veicolare il pensiero, rispondendo all’esigenza espressiva del “qui e ora”.

Di questo intreccio (corpo, ascolto) ci parla “Perpendicolare”, di e con Cristina Donà, Daniele Ninarello e Saverio Lanza. In scena Lunedì 10 Agosto, ore 21.30, presso il Lazzaretto di Bergamo. Un’iniziativa di Festival Danza Estate e Festival Orlando per Lazzaretto on Stage – biglietti acquistabili esclusivamente online su vivaticket.it fino a 5 minuti prima dell’orario di inizio spettacolo. In caso di maltempo, l’appuntamento verrà recuperato martedì 11 agosto.

Una performance che ha iniziato a prendere forma qualche anno fa, dall’incontro – non del tutto casuale – tra Cristina Donà e Daniele Ninarello. Lei musicista e cantautrice (una delle voci più introspettive della scena italiana), lui coreografo in continua sperimentazione sulle pratiche del corpo. I due trovano un punto di unione grazie alla visione di Maurizio Busià, direttore musicale del Festival fiorentino di Fabbrica Europa. Scoprono un’intesa immediata, frutto di un’attrazione legata al precedente: “Quando ho visto per la prima volta Daniele Ninarello danzare – spiega Donà – ne sono rimasta incantata, sono affascinata dall’idea del corpo in movimento e ho sempre desiderato approcciarmi alla danza. Vedendo lui in scena, l’esigenza di creare qualcosa insieme si è resa necessaria dentro di me”. Anche per il coreografo, le sintonie con le sonorità della Donà sono un interesse coltivato nel tempo: “Ho visto il primo concerto di Cristina quando avevo tredici anni e da lì non ho mai smesso di ascoltarla, sono rimasto folgorato dalla sua grinta e dalla sua energia, non potevo che essere felice all’idea di collaborare, la sua musica mi ha sempre spinto a reagire”.

Il duo si allarga con l’ingresso di Saverio Lanza, compositore, produttore e direttore d’orchestra, da diversi anni partner lavorativo della cantautrice. A lui il compito di creare un tappeto sonoro elaborato ed empatico, un trait d’union che tenga insieme tutte le atmosfere presenti in scena. “Se Daniele mi ha introdotto ai codici del linguaggio corporeo attraverso le sue pratiche, Saverio, con la sua musica, dà vita agli spazi. Abbiamo voluto liberarci dai ruoli preimpostati delle nostre rispettive discipline, una sorta di sconfinamento dove tutti e tre siamo liberi di dialogare e muoverci verso la scoperta dell’altro”.

Un percorso volto a favorire lo scambio di linguaggio, che valorizza le differenti abilità, per creare un’identità comune e in continuo mutamento: “Si tratta di mettere a confronto diversi generi, che perdono la loro definizione contagiandosi. Il gesto diventa parola, la parola diventa azione, la musica diventa suono, che a sua volta diventa traiettoria e influisce sulla dimensione temporale e spaziale del gesto e del corpo. È una derivazione costante tra le parti, un gioco di influenze e di ascolto che caratterizzano il corpo in costante trasformazione. Possiamo sentire e vedere tre corpi evolversi in uno solo, che si muove in armonia”, spiega Ninarello, responsabile delle partiture in un processo di sperimentazione con le collaboratrici Elena Giannotti e Gaia Clotilde Chernetich.

È proprio sul corpo che si concentra il progetto, intitolato come un famoso pezzo della cantautrice presente nell’album “Così vicini”. “Perpendicolare”, che arriva dritto al cuore: “Abbiamo riflettuto su diverse opzioni, ma questo testo ci sembrava il più rappresentativo. È brano che parla di organi, di dialogo tra esseri umani, di apertura verso territori e linguaggi nascosti – così Cristina – Ci ha suggerito come lavorare per andare oltre ai pregiudizi ed alle nostre convinzioni, alle nostre verità sicure, per favorire un ascolto più ampio, fisico”.

Ci si aspetta che siano le musiche a scandire il ritmo dei movimenti, ma qui è il contrario. Questo lavoro è nato in inverno e in primavera ha subìto una battuta d’arresto forzata a causa del lockdown. In quel sentimento condiviso di sofferenza e frustrazione, gli interpreti hanno trovato la spinta a rimescolare le carte della creazione artistica, alla ricerca di linguaggi che sapessero lenire e liberare: “Con Saverio abbiamo pensato di utilizzare quelle che sono state le proteste silenziose di Daniele, ovvero delle danze che lui ha improvvisato per strada durante quel periodo, per costruire le musiche e le parole suggeriteci dei suoi movimenti”. A sua volta, la costruzione delle “pratiche silenziose” di Ninarello è una sperimentazione del linguaggio gestuale, dove è il corpo a dar voce alle parole, in un vortice di influenze, incentrato sull’espressione.

In tutto questo parlare di innesti, carne e attraversamenti sorge spontaneo chiedersi cosa sia un “corpo” per chi è così abituato ad ascoltarlo e ad esercitarlo: “difficile descriverlo, ma per me è ciò che sta tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo; dal pensiero che nasce di conseguenza: è lì che si manifesta. Siamo fatti di pelle e la pelle è un connettore. Questo è centrale nella mia pratica artistica, dove la mia materia è un canale per comunicare, percepire e agire di conseguenza”, spiega Ninarello.
“Perpendicolare” è un viaggio in territori inesplorati, immerso in alcuni dei brani più famosi del repertorio di Cristina Donà, alternati a materiale inedito plasmato sulla gestualità naturale.

Sembra doveroso chiudere con le parole – definite da Cristina un “regalo” – di Daniele Ninarello: “Ci siamo allenati a sentire dove sul nostro corpo germinasse il desiderio di sporgersi verso il fuori per ascoltare davvero cosa volesse dirci, comprendendo l’importanza di liberare in danza le tensioni accumulate nel tempo. Come una rivoluzione. Ci siamo resi vulnerabili come quando si sta sul crinale. Danzare per me assomiglia ad una guerra delle cellule, aprirsi ad ogni desiderio sensoriale del corpo, e aprire significa esporre la parte sensibile, vulnerabile, per permettere la trasmissione”.

E ancora: “È così che avviene la danza tra le parti, è un fatto di continue trasmissioni e corrispondenze. Le pratiche di movimento con cui attraverso questa performance si raccolgono intorno a questi pensieri. Il tutto assume l’immagine di una coscienza unica in cui galleggiano esche da abboccare, intuizioni. Un campo magnetico in cui risonanze continue percuotono la mia colonna vertebrale e nello spazio vuoto in cui cade il gesto degli arti accade come un pensiero. Il corpo viene attraversato, scopre, celebra, e lascia andare”.

Al pubblico non resta quindi che lasciarsi trasportare, mettendosi all’ascolto, per un viaggio emotivo che garantisce la scoperta attraverso la commistione: “è così che ti sento / forte nel restare / sacro come una visione / il tuo corpo è come luce”.

Sito Orlando
Sito Festival Danza Estate

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