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A Bergamo “musica ad Agosto” si legge “Filagosto”. Anche quest’anno

Articolo. Cinque serate di musica dal vivo, con gruppi per lo più locali e una fertile collaborazione tra diverse realtà del nostro territorio, come Ink Club e Edoné. Anche nelle difficoltà, il Filagosto di quest’anno, particolare e diffuso, è già una sfida vinta. Ne abbiamo parlato con uno degli organizzatori, Andrea Mazzola

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Jesse The Faccio

La musica dal vivo a Bergamo sta tornando. La musica in sé invece, di fatto non se ne è mai andata, nemmeno nel momento più difficile dell’emergenza che abbiamo vissuto (e stiamo ancora vivendo). Perché anche nell’impossibilità di riunirsi fisicamente e di persona, le tante iniziative a distanza e virtuali durante il lockdown non sono mancate, anzi. In questo senso le collaborazioni intavolate tra le tante realtà locali della nostra città e provincia hanno preparato il terreno a iniziative che ora, con il momento più buio – si spera – alle spalle, consentono a tutti gli appassionati di tornare a gustarsi un concerto vero e proprio, pur nel rispetto delle norme di distanziamento sociale.

Allora (ri)ecco il Punk Rock Raduno all’Edonè in versione adattata e rimaneggiata di un paio di settimane fa, con set sia acustici che elettrici anche e soprattutto di tante band del territorio. Chi scrive era presente e vi assicura che vedere tante persone riunite – e distanziate – per ascoltare finalmente un po’ di sana musica live è stata veramente una bella emozione. Che dire poi di Rock sul Serio, due giorni di musica nel Parco Carrara di Villa di Serio, un festival un festival mini ma che ha saputo conservare la stessa atmosfera di sempre.

Entrando nell’ultimo mese “pieno” di questa estate così complessa però non poteva mancare un appuntamento ormai fisso da tanti anni a questa parte per gli appassionati. Perché musica ad agosto a Bergamo si legge Filagosto. Purtroppo l’attuale situazione normativa e sanitaria ha reso impossibile ritrovare il festival con casa a Filago nella sua veste abituale, ma grazie allo sforzo degli organizzatori e alla cooperazione tra diverse realtà della zona l’edizione 2020 si fa.

Per la prima volta dopo diciassette edizioni (questa sarà la diciottesima) i concerti non si svolgeranno a Filago, ma a Bergamo. E qui entrano in gioco Edoné e Ink Club, che ospiteranno cinque serate di concerti, una alla settimana, per tutto questo mese sino all’inizio di settembre. Si comincerà all’Ink stasera (giovedì 5 agosto) con il cantautorato lo-fi di Jesse the Faccio, mentre il 13 toccherà al duo electro-psych con radici tra Bergamo e Brighton Sonars. Giovedì 20 agosto serata ancora tutta bergamasca, con l’indie-pop degli ISIDE e il l’electro-rock geometrico dei Low Polygon, e il 27 sarà il turno del cantautore italo-nigeriano Fadi – che qualcuno ricorderà all’ultimo Sanremo – e della folktronica voodoo, come la definisce lui, del bergamasco Mataego. Infine, è prevista un’ulteriore ultima data venerdì 4 settembre all’Edonè con un protagonista che sarà annunciato prossimamente.

Anche quest’anno – va da sé che non fosse affatto scontato – l’ingresso sarà gratuito a tutte le serate, anche se per gli appuntamenti all’Ink è consigliata la prenotazione scrivendo all’indirizzo [email protected], specificando di voler vedere il live. Per quanto riguarda la serata presso Edonè, le modalità di prenotazione verranno comunicate nell’evento ufficiale.

Ma le collaborazioni non si fermano ai soli Ink e Edonè: l’icona ufficiale di questa nuovo festival itinerante sarà la FilagosIPA, la birra artigianale prodotta dal birrificio Hop Skin di Curno, per la prima volta in lattina. Insieme ad altri gadget, sarà nella box dedicata al festival, la Filagosto box in edizione limitata, che sosterrà la serie di eventi in programma. Novità anche per la grafica del festival, che è stata curata dallo studio bergamasco Dugongo, mentre Download Innovation – l’evento sull’IT, l’innovazione e i giovani che tornerà a settembre – sarà media partner di questa edizione.

Insomma, tutta la manifestazione si è tradotta in un entusiasmante attestato di stima e collaborazione tra alcune delle più importanti realtà bergamasche legate al mondo della musica. Un’occasione figlia delle difficoltà, è vero, ma che potrebbe risultare un’esperienza da riproporre anche in un futuro più sereno.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Andrea Mazzola, uno degli organizzatori del festival, proprio per chiedergli di parlarci meglio dello sforzo organizzativo e delle nuove sfide che questa edizione così particolare ha comportato.

LR: Partiamo dalle difficoltà: quanto siete stati vicini ad annullare il festival di quest’anno?

AM: Molto molto vicini, per svariati motivi. In primo luogo perché il Filagosto si organizza dall’inverno e nessuno sapeva quanto il virus sarebbe rimasto in circolazione ad agosto. Poi perché le disposizioni ministeriali non erano mai chiare e non prendevano in considerazione innumerevoli varianti. Infine perché, stando alle poche regole chiare che c’erano, non saremmo mai riusciti a rientrare nelle spese. Tutto questo ha portato alla creazione di un clima di sfiducia, dato che sola idea di passare un’estate senza il solito Filagosto era demoralizzante. Fortunatamente alla fine abbiamo trovato le forze per organizzare un festival che, seppur piccolo ed estremamente diverso dal solito, permette di portare della musica a Bergamo in agosto.

LR: È bello vedere così tanta collaborazione tra le diverse realtà musicale bergamasche.

AM: Sì, vero. Addirittura all’inizio avevamo un progetto di festival in streaming che doveva coinvolgere molte più realtà, circa una quindicina, ma l’evolversi degli eventi ci ha quasi obbligatoriamente portato a proporre della musica dal vivo e quindi ad abbassare un po’ il tiro sulle collaborazioni. Restano però i contributi importanti di Ink Club, di Edonè, di Hopskin, di Dugongo e di Download Innovation e di altre realtà che si sono dette da subito disponibili ad aiutarci e a ospitarci. Mi ha sorpreso come la voglia di ripartire sia stata tanta, sfidando i limiti imposti dalla rigidità delle regole, così come tanta era la voglia di musica dal vivo.

LR: Avete deciso di dare tanto spazio a gruppi e artisti della zona: come mai?

AM: L’idea iniziale era di dare spazio SOLO a gruppi local, per fare ripartire il mondo della musica del territorio che forse ha sofferto di più la situazione degli scorsi mesi. Alla fine si è scelto di invitare comunque qualche nome interessante dalle province e dalle regioni limitrofe, non rinunciando però all’importanza dei gruppi di Bergamo.

LR: Le difficoltà e le limitazioni organizzative e logistiche di quest’anno hanno ovviamente comportato dei grossi cambiamenti. In tutto questo, c’è qualcosa che si è rivelato invece un’opportunità, e che vi porterete dietro anche nelle prossime edizioni?

AM: Premesso che, ovviamente, il prossimo anno speriamo di tornare ad abbracciare migliaia e migliaia di ospiti nella nostra grande area di Filago, sicuramente non ci dimenticheremo di tutte le realtà che si sono rese disponibili a darci una mano. L’opportunità è stata sicuramente quella di aver intavolato tante collaborazioni e aver conosciuto molta gente che ci piacerebbe coinvolgere in contesti più grandi. Speriamo inoltre di riuscire a portare avanti la politica dei gruppi local, per dar loro la possibilità (come anche in passato spesso è stato fatto) di scaldare il palco a band di rilievo nazionale e internazionale.

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