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I vent’anni vintage di Filippo Cattaneo Ponzoni

Articolo. Giovedì all’Ink Club per Eppur si suona. Cresciuto a pane e sound anni Settanta, il chitarrista e songwriter bergamasco porterà sul palco di via Carducci il singolo “La tua alternativa”. E gira l’Italia con Ghemon

Lettura 2 min.

Se hai vent’anni e vuoi fare il musicista è molto probabile che sia l’it-pop la tua massima aspirazione, quantomeno per il successo. Ma se hai vent’anni e suoni come se fossi nato negli anni Cinquanta e quindi ne avessi venti nei Settanta allora il discorso cambia. Vedi ad esempio Filippo Cattaneo Ponzoni, in concerto con il suo Trio giovedì all’Ink Club di Bergamo per Eppur si suona (ore 21, biglietto d’ingresso a sostegno del crowdfunding del locale).

Nulla di male sia chiaro, anzi. È evidente che Filippo ha passato tantissime ore imbracciando la sua chitarra e tirandone fuori un suono molto rilucente e dinamico. Ed è altrettanto chiaro che da Hendrix a Battisti si è nutrito di tanti ascolti settantiani, che l’hanno portato verso un songwriting di quello stampo: “la mia musica è frutto degli ascolti con i quali sono cresciuto – ci racconta – che abbracciano più generi musicali senza distinzioni e preclusioni. Mi piace l’idea di lasciarmi influenzare e sperimentare senza mettere confini. Il sound che ne deriva è frutto di queste contaminazioni che vanno dal cantautorato italiano al rock e al blues dove la chitarra è protagonista ma sempre al servizio delle canzoni”.

La tua alternativa” è l’ultimo singolo uscito da qualche settimana. Un pezzo lineare, dove la chitarra volteggia e la voce suggerisce un aroma retrò ben calibrato. Sarà la militanza di fianco a Ghemon, ma è da subito evidente che il nostro – bergamasco con un bel curriculum ricco di esperienza alle spalle nonostante la giovane età – sappia come scrivere e arrangiare un pezzo non rivoluzionario ma ben scritto e ben suonato.

Grazie a Ghemon – continua – ho avuto la fortuna di suonare su alcuni tra i palchi più prestigiosi di tutta Italia, dal Primo Maggio di Roma a quello di Taranto per citarne qualcuno. Chiaramente ho una grande stima di Ghemon e del suo approccio alla musica, con lui ho maturato non solo una grande esperienza live ma ho collaborato anche in studio di registrazione e questo mi ha permesso di imparare molto in poco tempo”. Rimane però un sostrato di umiltà nel raccontarsi: “Nella musica, come nella vita, non si finisce mai di imparare e quindi in me c’è sempre tanta curiosità e tanta voglia di apprendere cose nuove e di migliorarmi sia come musicista che come persona. Questo per dire che l’esperienza e la collaborazione con Ghemon mi hanno fatto maturare in entrambi gli aspetti”.

Sul palco Filippo si presenta in un Trio formato da Fabio Brignone al basso e ai cori e da Cesare Bergamelli alla batteria. “Per me curare il live sotto ogni punto di vista è di importanza fondamentale. Amo la dimensione live e dal vivo mi piace lasciare spazio anche all’improvvisazione. Questo mi permette di condividere la mia musica e le mie emozioni in maniera totalizzante e spontanea con il pubblico”. Il risultato è che “noi tre sul palco ci divertiamo tantissimo e abbiamo una grandissima intesa”.

Abbiamo chiesto a Filippo Cattaneo Ponzoni di sottoporsi alla nostra rubrica #cult, ecco cosa è emerso:

#1libro
“Pinocchio” di Carlo Collodi
È il libro in apparenza per bambini ma che in realtà racchiude i grandi temi della vita e dell’uomo. Universale e attuale. Un classico.

#1disco
“Anima Latina” di Lucio Battisti
È uno dei dischi più sperimentali di Battisti. Mi ha colpito il desiderio di un artista che ci aveva abituato perlopiù alla forma canzone, di lasciarsi ipnotizzare da una ricerca musicale e sonora per l’epoca inusuale (escludendo in questo il Progressive Rock, che è tutto un altro discorso).

#1film
“A proposito di Davis” di Joel & Ethan Coen
Il film è ambientato a New York agli inizi degli anni Sessanta e fornisce una visione di un periodo di grande fermento musicale della musica Folk. Mostra inoltre la grande difficoltà che un artista affronta mentre cerca di emergere. Non basta solo il talento, bisogna avere anche molta determinazione nel perseguire la propria strada, cosa che il protagonista non fa fino in fondo.

#1viaggio
Normandia e Bretagna
Un amico di famiglia portò la sua chitarra acustica che sapeva suonare molto bene. Io ne rimasi colpito e al ritorno decisi che volevo diventare un chitarrista.

Pagina Facebook Filippo Cattaneo Ponzoni

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