93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

#fuoricasa: punte in alto, Nicole Carrara ballerina bergamasca a Mosca

Intervista. Artisti, uomini e donne, bergamaschi, poco conosciuti sul territorio. Che non hanno trovato casa tra le Orobie e così hanno scelto di andare altrove

Lettura 4 min.
Nicole Carrara

Circensi,illustratrici, musicisti, curatori d’arte e ballerine. In campo artistico, Bergamo vanta eccellenze anche silenziose che meritano di essere raccontate, lette e divulgate come straordinari fenomeni di tenacia e caparbietà.

Per il quarto appuntamento della rubrica #fuoricasa andiamo in Russia, a Mosca, quartiere Chamovniki, alla Bolshoi Ballet Academy, il cuore pulsante del balletto internazionale. Tutti i desideri di Nicole Carrara aleggiano tra le stanze di quell’immenso edificio fondato come orfanotrofio nel 1763 e divenuto poi una scuola di danza. O forse dovremmo dire La scuola di danza, perché quando si parla di balletto, si parla di Bolshoi come un’istituzione. La Bolshoi Ballet Accademy è una delle scuole più famose ed antiche del mondo e lì si sono formate alcune delle danzatrici più conosciute ed ammirate.

Nicole ha diciannove anni, è originaria di Pradalunga e nel 2019 è stata ammessa all’accademia a seguito di una rigidissima selezione che è riuscita a superare grazie all’invidiabile forza di volontà con cui ha affrontato ogni tappa del suo percorso sin da bambina. Ci separano quasi tremila chilometri e una linea telefonica vagamente disturbata, che non è sufficiente ad oscurare la determinazione nel suo tono di voce. Io stessa non riesco a nascondere una certa empatia di fronte al suo entusiasmo travolgente.

CD: Quando hai iniziato?

NC: La danza è qualcosa che ha sempre fatto parte di me, anche da piccolissima. Ballavo e saltavo continuamente, finché un giorno non andai in piscina con mia madre, avrò avuto quattro anni, e una donna vedendomi ballare ha chiesto se fossi “della Pavlova”. Al momento mia madre non aveva capito, quando poi si è informata ha deciso di iscrivermi proprio lì, alla Pavlova Ballet School in via Galimberti, dove ho continuato a studiare fino al mio trasferimento a Mosca due anni fa.

CD: La Bolshoi Ballet Academy non è l’unica scuola prestigiosa nel mondo, perché hai scelto di tentare l’audizione lì?

NC: Perlopiù per i miei riferimenti. La mia insegnate in Italia si è diplomata qui, sono cresciuta sentendone parlare come un luogo a cui ambire, nel panorama della danza è una delle realtà più importanti al mondo e si è confermata essere il mio sogno. Ho tentato l’audizione per l’accademia con il supporto della mia insegnante che mi ha aiutato nella preparazione, quando ho ricevuto la notifica di ammissione è stato indubbiamente il giorno più bello della mia vita. Questo era il mio obiettivo da sempre, non ho tentato altre strade, ho sempre pensato che la mia vita fosse indirizzata al balletto e così voglio che sia ancora, da qui.

CD: In quanti anni ci si diploma?

NC: La durata dei corsi è di quattro anni, il primo però è di propedeutica, dedicato agli stagisti in prova. Serve a noi stranieri per imparare il russo e per ambientarci, al termine del periodo vengono valutate le capacità dell’allievo nel sostenere gli studi, una volta superato quello c’è l’ammissione vera e propria al percorso accademico. Io sono ora al primo anno di corso, parzialmente interrotto dal rientro forzato in Italia a causa della pandemia. Ho già dato tutti gli esami, ora mi aspettano gli ultimi due anni.

CD: Come sono strutturate le tue giornate, balli senza sosta?

NC: Le mie giornate sono completamente piene e con orari serrati, non ho mai più di quindici minuti di pausa. Seguiamo lezioni teoriche di diverse materie, da matematica a geografia, da storia del balletto a recitazione, accostate alle quotidiane ore di danza. È sicuramente un impegno totalizzate dal punto di vista personale, ma io ho sempre avuto chiaro che questo fosse ciò che desideravo per me, non ho mai ripensamenti, quindi non mi pesa in nessuna misura.

CD: Dal punto di vista personale, qual è la differenza con la vita che facevi prima, a Bergamo?

NC: Quando vivevo in Italia facevo fatica a conciliare lo studio con la danza e con la vita privata. Più volte mi è stato consigliato di abbandonare la danza per concentrarmi sulla scuola. Ora è tutto più naturale, mi sento a mio agio in questo ambiente incentrato sul ballo, ma in cui studio anche altre materie in russo e ho modo di avere dei legami di amicizia con persone che condividono i miei stessi impegni e desideri. Non mi sento mai sola, vivo e dormo in accademia e ho sempre qualcuno con me, con cui parlare e sentirmi capita.

CD: Come ballerina classica, pensi che Bergamo avrebbe potuto offrirti delle possibilità?

NC: Sono giovane e in quanto tale penso che Bergamo dovrebbe essere più aperta alle proposte culturali per noi ragazzi. I miei obiettivi prevedono di viaggiare per il mondo, quindi difficilmente tornerò a Bergamo in modo stabile. Ma credo sia una bella città, che qualcosa in più potrebbe fare per avvicinare i giovani all’arte. Specialmente nel mio campo, il balletto, tra teatro Donizetti e Sociale, la proposta è ancora scarsa. Il paragone con qui è impossibile: lo scorso anno, prima del lockdown, andavo a teatro tutti i giorni, c’erano spettacoli continuamente.

CD: Quindi a Mosca si sta meglio?

NC: Nonostante il freddo a cui ci si deve abituare, questa è una città straordinaria, ricca di proposte culturali di ogni genere. È molto estesa, ma con la metropolitana si gira facilmente ovunque e anche io mi sento sicura camminando da sola per strada, se mi perdo so che in qualche modo riuscirò sempre a tornare al punto di partenza. Questo è un periodo in cui riesco poco a vivermi la città perché sono assorbita dagli esami, lo scorso anno però, prima del lockdown, ho potuto visitarla a lungo. Succede anche che gli insegnanti ci facciano da guide, accompagnandoci in alcuni luoghi storici per mostrarceli.

CD: Ti sei sempre data degli obiettivi precisi. Ne hai anche per il futuro?

NC: Il futuro è stato scombussolato più volte, chi lo sa come andrà. Punto ad entrare in una compagnia e spero di poter viaggiare a lungo, il più possibile. Certamente mi piacerebbe continuare a lavorare qui, a Mosca, ma entrare nel corpo di ballo del Bolshoi è difficile, come in qualsiasi altra grande compagnia, è necessario coincidere a standard fisici prestabiliti molto rigidi, oltre che al livello di preparazione. Vedremo!

Mi parla di sogni dicendo che non vuole rischiare di essere troppo ambiziosa, ne conveniamo che sarebbe così solo se domani decidesse di fare l’astronauta. Ridiamo. Non troveremo Nicole Carrara alla NASA, ma restiamo pronti a leggere il suo nome sulla locandina di un grande teatro internazionale. Lei, nel frattempo, si prepara.

Nicole Carrara su Instagram

Approfondimenti