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La Fondazione Benedetto Ravasio ospita le marionette cinesi della Collezione Pasotti. E intanto viene pubblicato il catalogo del Museo

Articolo. Al Museo del Burattino fervono i preparativi per il 2021, anticipato dall’anteprima del nuovo Catalogo del Museo e dall’annuncio della campagna tesseramenti il 12 dicembre. Tra gli appuntamenti futuri anche la mostra “Viaggio in Occidente – Marionette e burattini della tradizione cinese nella collezione Mario e Giorgio Pasotti” alla scoperta del teatro di figura cinese

Lettura 4 min.
(Teste scolpite da Daniele Cortesi)

È passato un anno esatto da quando su queste pagine abbiamo varcato la soglia del Museo del Burattino, scrigno della Fondazione Benedetto Ravasio. Al tempo ci stavamo preparando per il consueto calendario dei “Burattini a Natale”, coordinato dalla referente artistica e organizzativa de I Teatri dei Bambini Tiziana Pirola. Un programma che ogni anno anima il periodo dall’inizio di dicembre fino alla Befana con una proposta artistica e culturale variegata, alla scoperta delle diverse espressioni del teatro delle figure animate.

Proprio il 6 dicembre per la seconda domenica dell’Avvento, il Meneghino di Valerio Saccà avrebbe dovuto aprire la rassegna, presso il Centro Universitario Teatrale CUT Bergamo.
Il primo di una serie di appuntamenti che, come molte altre manifestazioni, non coloreranno i nostri weekend in questo rush finale del 2020. Ma come abbiamo ormai imparato, ogni forma artistica riesce sempre a trovare un modo per arrivare al suo pubblico, seppur con gradi e modalità differenti. E di certo Gioppino e i suoi fratelli burattini (da Bergamo, ma anche dal mondo) non potevano restare indietro.

Eccoli allora fare capolino nel nostro calendario il 12 dicembre, vigilia di Santa Lucia. Una festa che rappresenta una parte fondamentale del nostro territorio e della nostra identità, così come il teatro di figura. Non solo per quell’animo bambino nascosto in ognuno di noi, ma perché dietro ogni burattino si celano archetipi e precisi universi di senso, di cui il burattinaio, con complessità e forza espressiva, diventa l’ideale interprete.

A partire dalle 11 di sabato dunque, ritroveremo i 130 volti dei burattini esposti in Museo e delle famiglie collezioniste presenti. Li potremo incontrare sul piccolo schermo, non con uno spettacolo riproposto nella sua versione in streaming, bensì attraverso la presentazione in anteprima del Catalogo del Museo del Burattino, trasmessa in diretta sulle pagine Facebook del Museo del Burattino e della Fondazione Benedetto Ravasio.

Gli artisti e gli operatori culturali, in tutto questo, non devono perdere il loro referente primario: il pubblicoscriveva Luca Loglio, direttore artistico del Museo, la scorsa primavera per la nostra rubrica “La cultura in quarantena”. Una linea di pensiero mantenuta in questi mesi, poiché il teatro delle figure animate (ma anche il teatro in senso lato) non può prescindere dalla fisicità dei corpi, dall’azione e dai suoni. Allo stesso tempo, per una fruizione ideale la conoscenza delle diverse chiavi di senso può essere uno strumento fondamentale.

Il Catalogo è una pubblicazione scientifica a supporto del museo – ci ha spiegato proprio Loglio, quando lo abbiamo raggiunto per parlare dell’appuntamento in arrivo – In questi mesi non abbiamo voluto abusare delle piattaforme tecnologiche, anche per non snaturare le attività del museo ed essere rispettosi nei confronti della collettività, perché gli strumenti che forniamo devono essere il più democratici possibili e non volevamo mancare al nostro impegno in tal senso”.

In altre parole: “Non è prettamente una questione ideologica, però il rapportarsi fisicamente, l’essere accessibili e non solo fruibili è una battaglia di senso in un momento come questo dove comprensivamente ci si è buttati sugli strumenti digitali. La comodità in sé è un processo falsamente democratico. Come istituzione dobbiamo fornire al pubblico strumenti per poter leggere, sentire, rapportarsi, mettersi in relazione, comprendere in modo familiare e al meglio con ciò che ha davanti”.

La presentazione in anteprima del catalogo diventa così la base e lo strumento da cui ripartire, per tornare a instaurare quello speciale rapporto tra individuo e cultura di cui il Museo del Burattino, come le altre realtà culturali, ha sentito particolarmente la mancanza in questo anno.

In 135 immagini distribuite all’interno di 132 pagine, il volume condurrà i lettori attraverso un percorso storico-artistico tracciato da noti studiosi ed esperti del campo, alla scoperta del patrimonio burattinesco bergamasco. Il tutto con un’anteprima in compagnia di ospiti quali il Presidente della Fondazione Benedetto Ravasio Sergio Ravasio, il Presidente Unima (Unione Internazionale della Marionetta) Alfonso Cipolla, il Presidente del comitato scientifico del Museo per l’università degli Studi di Bergamo Anna Maria Testaverde e infine proprio Luca Loglio, Direttore della Fondazione Ravasio.

È un volume articolato in una prima parte finalizzata ad introdurre un’esposizione di metodo, per fornire gli strumenti teorici per affiancarsi al teatro dei burattini sia dal punto di vista storico che dal punto di vista artistico del patrimonio. Nella sezione successiva invece si potranno conoscere i patrimoni che ospita ed espone il museo e sarà un po’ come accedere direttamente ai suoi spazi”.

Non è tutto. L’evento in streaming sarà anche “l’occasione per lanciare una grande attività che vedrà la luce nel 2021, con l’inaugurazione della mostra ‘Viaggio in Occidente – Marionette e burattini della tradizione cinese nella collezione Mario e Giorgio Pasotti’ dove il visitatore potrà scoprire un patrimonio molto bello per la prima volta esposto, catalogato e spiegato di settanta marionette a filo e sedici burattini a bastone rappresentativi dei ruoli tipo del teatro tradizionale cinese, databili nel primo ventennio del Novecento”.

Prima del Dpcm, il 12 dicembre sarebbe infatti dovuta essere la data inaugurale della mostra, che ora sarà presentata in diretta streaming da Mario Pasotti. Una mostra nata dopo un lungo processo di studio, dal primo contatto con il patrimonio nel settembre 2019 fino al successivo processo di riorganizzazione e lavoro sui ruoli tipo: “c’è sembrato il metodo migliore. Una volta identificati e analizzati colori, attributi, abiti, insegne, araldica, copricapi e trucco, abbiamo trovato elementi codificati, chiari attraverso libri di settore che ci hanno richiesto molto lavoro. È un patrimonio molto problematico, poiché lontano dalla nostra cultura. La mostra che inaugureremo nel 2021 vuole esporne tutta la bellezza”.

Oltre a questo “ci saranno una serie di appuntamenti e attività collaterali alla mostra che per ora non hanno ancora una data precisa, ma speriamo di poter attuare presto in presenza del nostro pubblico, perché il museo vuole favorire momenti di confronto, approfondimento didattico, ludico e scientifico”.

Non mancherà infine l’occasione per lanciare la campagna tesseramenti 2021. Sarà infatti possibile “diventare sostenitori delle attività di Fondazione e Museo. I tesserati sul nostro sito riceveranno in omaggio il catalogo del Museo, mentre a coloro che sottoscriveranno una tessera Under30 sarà consegnato il catalogo della Collezione Pasotti, oltre a una serie di vantaggi che è possibile scoprire online”.

Il tutto in vista di un 2021 che si prospetta un anno di grande attività: “Ci sono tanti appuntamenti che ci aspettano. Prima di tutto saremo l’unica fondazione extraterritoriale rispetto a Parma che ospiterà eventi firmati Parma Capitale: avremo focus dedicati al teatro di figura e alle fragilità e al rapporto tra le due sfere. A gennaio inizieranno anche i lavori di schedatura e catalogazione degli archivi di Fondazione Benedetto Ravasio e Sezione Aurea, quindi cinquant’anni di teatro bergamasco che arriveranno in museo. Un processo di schedatura che poi sarà fondamentale nel 2021 e nel 2022 culminerà nella digitalizzazione del patrimonio. Poi a fine 2021 avremo un’altra pubblicazione”.

Non ci resta che aspettare il nuovo anno con l’augurio di poter tornare presto al cospetto degli amati burattini.

Sito Fondazione Ravasio

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