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«Up to You», quando è un gruppo di under 25 a organizzare un festival teatrale

Articolo. Dal 18 al 22 maggio 2022, in vari spazi di Bergamo, a Brusaporto e a Scanzorosciate, torna l’iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura di Bergamo. Per puntare a rendere i giovani sempre più «protagonisti e promotori» della vita culturale

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“Under the flesh” di Bassam Abou Diab

Cinque giorni di eventi, sei spettacoli in programma, eventi collaterali, tre comuni coinvolti e una rete di collaborazione sia territoriale, sia nazionale: si può dire che «Up to You» (qui per tutte le informazioni pratiche e su modalità di prenotazione), progetto ideato per coinvolgere ragazzi e ragazze under 25 nell’organizzazione di un evento teatrale, in sole tre edizioni ha fatto parecchia strada.

«È dall’anno scorso che abbiamo deciso di rendere “Up to You” un festival, visto che era diventato un evento corposo e variegato», spiega Francesca Albanese della compagnia Qui e Ora Residenza Teatrale, che con Silvia Baldini e Laura Valli si occupa della realizzazione e, insieme al gruppo di giovani, della direzione artistica del progetto. «Siamo molto felici che il progetto abbia raggiunto questa portata. È nato da un incontro che abbiamo avuto con Nadia Ghisalberti; noi siamo una compagnia teatrale di Milano ma da tempo operiamo a Bergamo e in provincia e abbiamo imparato ad essere all’ascolto delle esigenze di questo territorio. Ci siamo inserite mutuando un progetto già esistente che si basava sull’idea di attivare la partecipazione di spettatori e spettatrici».

La proposta lanciata al gruppo di ragazzi e ragazze è proprio quella di una presa in carico attiva, costruendo un percorso consapevole, passo a passo. Si parte da una call di partecipazione tra settembre e ottobre per costruire il gruppo che parteciperà alla prima fase, ovvero un percorso di formazione. «Ci piace sottolineare che non vogliamo necessariamente sia una formazione professionale, ma piuttosto un’esperienza di cittadinanza civile: l’idea è che stia a te avere a cuore la cultura del luogo in cui vivi. “Up to You”, in inglese, vuol dire proprio questo: “sta a te”», continua Albanese. A marzo-aprile, al termine della formazione, inizia la fase di vera e propria creazione del festival, con alla base la selezione degli spettacoli che lo comporranno.

Qui e Ora fa parte di una rete, Risonanze Network , che riunisce varie realtà artistiche di tutta Italia, ma quest’anno la compagnia ha deciso di aggiungere una modalità di selezione: un bando per spettacoli di giovani under 35. «Se da un lato la rete di cui facciamo parte ci permette di spaziare in un bacino molto ampio, costruendo moltissime collaborazioni, dall’altro il bando ha avuto un grandissimo successo: abbiamo ricevuto circa 200 progetti», commenta ancora la direttrice artistica, raccontando del lungo e accurato processo di selezione, al termine del quale sono emersi i sei titoli che vedremo in scena.

Gli spettacoli

Tre sono stati scelti dalla direzione artistica dei giovani: «Topi» di Usine Baug (giovedì 19 maggio), «O» di Lost Movement e «Gli altri» di Corps Citoyen (entrambi venerdì 20). «Ci ha colpito profondamente il fatto che le scelte dei giovani siano ricadute su spettacoli molto densi, a forte impronta sociale e politica: se “Topi” propone una nuova narrazione del G8 di Genova, in “O” e “Gli altri” si affrontano questioni identitarie controverse, attraverso l’identità di genere, la discriminazione, il pregiudizio dello sguardo degli altri», aggiunge Albanese. È eloquente, infatti, la presentazione scritta dalla direzione artistica Under25: «Gli spettacoli che abbiamo scelto ci permetteranno di confrontarci con i nostri pregiudizi e le nostre idee preconcette. Un percorso tutto in salita, ma arrivare fino in fondo ne varrà la pena».

Gli altri tre titoli di «Up to You» sono stati invece selezionati dalla compagnia. Dichiara Albanese: «La nostra parte nella selezione è stata coinvolgere anche compagnie storiche, in grado di parlare anche ai giovani». Così, mercoledì 18 maggio sarà presentato «Bozzoli» di Créature Ingrate, la testimonianza di una giovane donna che diventa sex worker digitale; domenica 22 maggio Bassam Abou Diab andrà in scena con «Under the flesh», performance di danza contemporanea che riflette sul modo in cui la guerra può influenzare il comportamento del corpo.

Sabato 21 e domenica 22 sarà la volta del Teatro dell’Argine, storica compagnia bolognese che da anni lavora con giovani e adolescenti. «Il Labirinto» è uno spettacolo dedicato a un solo partecipante alla volta, dotato di un visore per la realtà virtuale, alla scoperta di 14 diverse storie di adolescenze difficili.

Gli eventi collaterali

Il gruppo giovani ha scelto anche gli eventi collaterali: un aspetto fondamentale di «Up to You», curato fin dall’inizio, è l’impronta green, che in questa edizione si è concretizzata in un evento Critical Mass, un flash mob legato a mezzi sostenibili. Domenica 22 sarà poi possibile partecipare a un aperitalk, che riunirà varie realtà artistiche e cittadine legate al mondo green. È essenziale, aggiunge Albanese, connettersi alla rete territoriale coinvolgendo svariate associazioni e gruppi attivi su vari fronti, come Black Lives Matter Bergamo e Fridays for Future.

«Up to You» diventa così un efficacissimo e ben strutturato «strumento per fare gruppo, per capire il valore comunicativo della cultura, per tornare a stare insieme, per dare spazio alla creatività», come sottolinea Nadia Ghisalberti, Assessora alla Cultura del Comune di Bergamo. Senza dubbio, «Up to You» aiuta a sfatare alcuni luoghi comuni sulla nostra società: in primis il concetto che ragazzi e ragazze abbiano scarso pensiero civile e politico, ma anche l’immagine di persone svogliate e passive, difficili da considerare come gli adulti di domani (anzi, di oggi) e per questo ben poco stimolate alla costruzione collettiva. «Ci interessa molto lasciar loro la responsabilità di ciò che costruiscono, accompagnandoli al tempo stesso. Un obiettivo per i prossimi anni è di arrivare a internazionalizzare il progetto. Infatti l’idea dei giovani relegati al loro posto è tipicamente italiana, che va assolutamente scardinata», dichiara ancora Albanese.

È stata proprio un’intuizione del gruppo di giovani quella di aprire il festival a persone migranti e di seconda generazione. Ne è nato «Come Together», un percorso formativo di inclusione emerso dopo un intenso periodo di studio sulla decolonizzazione dell’arte. Un’altra iniziativa collaterale è «REdazione meticcia» che punta a fare una narrazione del festival dal punto di vista di persone di diverse culture, che lavoreranno sotto la guida di Luca Lotano, giornalista pubblicista per la testata nazionale Teatro e Critica.

«Siamo entusiasti di come questo progetto riesca a contaminare il mondo della cultura e del teatro con il protagonismo giovanile, creando occasioni reali di confronto tra giovani e passando loro la responsabilità delle proposte artistiche e delle scelte sulle tematiche a loro care», commentano Maria Cristina Galizzi, Assessora alle Politiche Sociali e Culturali, e Roberto Lo Monaco, Assessore ai Giovani, Sport e Tempo Libero del Comune di Brusaporto.

«Tutte le idee che compongono l’ossatura del festival sono arrivate dal gruppo di giovani e di questo siamo felici», conclude Francesca Albanese. «La partecipazione al progetto è stata alta sin dall’inizio: il primo anno abbiamo avuto 20 persone iscritte, l’anno scorso, con la pandemia, il numero è salito a trenta, e quest’anno un’altra ventina. Il coinvolgimento delle persone giovani è fondamentale: è proprio ingaggiandole direttamente che si favorisce un’implicazione sempre maggiore. Il messaggio che vogliamo trasmettere è che chi fa attivismo lo può fare attraverso processi culturali e che la cultura incide sul pensiero».

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