Molto partecipata la seconda edizione di «Palosco e …ghera öna olta», una curiosa vetrina delle tradizioni e dei mestieri della cultura contadina. Domenica 5 ottobre, subito dopo l’apertura degli stand alle 10, sono arrivati i primi visitatori che hanno, in breve, riempito piazze e vie centrali. In 250 hanno pranzato in oratorio a mezzogiorno, gustando piatti della tradizione contadina. «Siamo felici dell’esito – esordisce l’assessore all’Istruzione e Commercio di Palosco, Massimo Finazzi – In mattinata molto bella e gradita è stata la sfilata di 27 trattori d’epoca che, fatto il loro percorso, sono rientrati alle 11 in piazza tra tante persone già presenti». Era presente anche lo stand de L’Eco cafè, dalle 10 alle 19 in via Dante Belotti.
Gli stand hanno riscosso curiosità: molti bambini si sono lasciati catturare dalle spiegazioni sulla produzione e la trasformazione del baco da seta e anche sulla vita dell’alveare; nel pomeriggio, altrettanti piccoli visitatori hanno potuto partecipare al laboratorio caseario. «Molto apprezzata è stata poi la mostra che spiega come dal mais si arriva alla produzione della polenta – aggiunge Finazzi – e che rimarrà visitabile anche nelle due nostre prime giornate del Fai, l’11 e il 12 ottobre prossimi». Domani, mercoledì 8 ottobre, questa mostra sarà oggetto di una visita d’istruzione da parte degli alunni della locale scuola primaria che, accompagnati dai volontari dell’associazione «Frammenti di Storia» (che ha curato l’allestimento), ne diventeranno i giovanissimi ciceroni per i visitatori che raggiungeranno Palosco sabato e domenica prossimi, durante le aperture Fai.
Le melodie dei baghècc dell’associazione Tèra de Baghècc e i balli popolari dell’associazione I Gioppini di Bergamo hanno coinvolto i presenti che hanno apprezzato anche l’apertura di tutti gli esercizi commerciali. «Ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto e tutti i nostri commercianti che hanno aderito con l’apertura e con vetrine a tema – chiosa Finazzi - Un grande lavoro organizzativo che ci stimola a riproporre un’edizione 2026 ancora più curiosa».