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Come prendersi cura di un gatto senza rimetterci un dito

Guida. Guida semiseria alla cura di un felino, che strizza l’occhio all’incolumità, mai scontata, del suo umano. Cosa gli serve, come medicarlo e come mettersi al riparo dalle sue reazioni. Perché è pur sempre una tigre in miniatura, e se lo fate arrabbiare…

Lettura 6 min.

Se dopo aver letto l’articolo precedente non vi siete scoraggiati e avete comunque deciso di far entrare un micio nella vostra vita, ecco qualche consiglio.

Preparare il corredo

Iniziamo dalle basi: di cosa ha bisogno un gatto? Innanzitutto, di acqua fresca sempre a disposizione. I gatti tendono a bere poco, e soprattutto in estate bisogna invogliarli il più possibile. Adorano quelle costose e rumorose fontanelle zampillanti (probabilmente vogliono la loro piccola Versailles), ma possono accontentarsi di una ciotola che riempirete ogni giorno, o di una dotata di serbatoio verticale che mantiene il livello.

Seconda cosa: cibo. Una ciotola di croccantini sempre a disposizione o pasti scadenzati? Dovete regolarvi in base al vostro gatto: se è un’aspirapolvere che mangerebbe anche il tavolo, meglio regolare le quantità ad orari prestabiliti (anche qui esistono costosi e tecnologici distributori “timerizzati”, utili se siete fuori casa tante ore), se invece tende a mangiare il giusto potete lasciare il cibo a disposizione e dargli libertà di regolarsi. Soprattutto per i primi periodi di adattamento a una nuova casa, meglio lasciare comunque un po’ di cibo nella ciotola, lo aiuterà a percepire l’ambiente come meno ostile. La scelta fra croccantini e cibo umido è a discrezione del micio e del padrone, ma nel secondo caso date solo la dose che mangia al momento senza lasciare scorte: quelle pappette puzzolenti vi appesteranno la casa e in estate attireranno un sacco di insetti volanti sgradevoli.

Altro capitolo puzzolente è la lettiera: se il micio non ha accesso a un giardino o a un balcone dovrete trovare un angolino in casa per porre la regale toilette . Predisponete un tappetino davanti all’ingresso, raccoglierà parte della sabbietta che Indiana Jones lancerà in giro durante i suoi scavi, ed eviterete di trovarvela sotto i piedi mentre camminate per casa.

Benvenuto nella sua umile dimora, Sire

Ci siamo, è il grande momento, sua maestà fa il suo ingresso in casa, voi vi aspettate grandi fusa e dimostrazioni di amore felino e quello… si rifugia sotto il primo mobile e non ne vuol sapere di uscirne. Panico, frustrazione, senso di inadeguatezza. Spazzate tutto via, è perfettamente normale. La vostra piccola tigre in natura è sia predatore (ma di animali piccini) sia preda, questo lo rende guardingo e diffidente verso gli sconosciuti ma soprattutto gli ambienti nuovi.

Gli ci vorranno diversi giorni per ambientarsi, per abituarsi a odori, rumori, spazi e persone. Tutto per lui è una potenziale minaccia, e inizialmente uscirà dal suo nascondiglio solo quando pensa di avere campo libero, per mangiare e fare i suoi bisogni, e poi tornerà rapidamente dove si sente al sicuro. Non vorrete mica che una star del suo calibro si mostri impaurito ai suoi sudditi, vero? Molto meglio non mostrarsi affatto!

Dimmi da dove vieni e ti dirò che gatto sei

I gatti non sono tutti uguali. Ciascuno ha un carattere peculiare, ma anche la loro storia e le loro esperienze precedenti incidono molto sul comportamento e sulle interazioni con noi umani. Se avete la fortuna di avere una cucciolata in casa o prendere un gattino molto piccolo, sarà più facile l’adattamento (ma vi distruggerà casa), un gatto adulto o anziano ci metterà un po’ di più, avrà magari qualche trauma o paura da superare, ma prima o poi prenderà possesso dei suoi domini, non temete. Dovete solo avere pazienza e rispettare i suoi tempi, senza forzarlo.

Ciotole piene e qualche snack appetitoso lo aiuteranno a vincere la timidezza. È più probabile che si avvicini quando siete seduti tranquilli sul divano o sdraiati a letto. Non alzatevi di scatto per andargli incontro, lasciate che si avvicini piano fino ad annusarvi timidamente, potrebbe metterci anche più giorni per arrivare a un contatto, ma una volta che vi annusa senza scappare è fatta: vi ha appena eletto a suoi umili servitori, ora siete ufficialmente spacciati.

Questa casa non è una sala parto (o forse sì)

Vale la stessa regola per i gattini nati in casa vostra. Alcune gatte tendono a cercarvi e a volere la vostra compagnia durante il parto, miagolando insistentemente. Niente panico, nella maggior parte dei casi l’assistenza richiesta si limita a tanti grattini in testa e ad una voce rassicurante che le dica che va tutto bene. Preparate per tempo una cuccia ampia che funga da sala parto (basterà una scatola e qualche vecchio vestito/coperta) dove lei possa recarsi quando è il momento.

Altre gatte prediligono invece solitudine e tranquillità, una scelta che va rispettata. Nel secondo caso potrebbero nascondere i cuccioli per diversi giorni prima di mostrarveli. Sbirciate con discrezione e assicuratevi solo che siano in un posto sicuro, senza toccarli. Luoghi prediletti sono garage, depositi e soffitte (meno umani in giro) oppure armadi e cassetti (tanta morbidezza). La mia ha optato per il pavimento della cucina. Visto il momento delicato non me la sono sentita di contraddirla.

Nei giorni seguenti, mamma gatta potrebbe spostare i gattini anche più volte, prendendoli delicatamente per la collottola con i denti, finché non trova la nursery ideale. Sì, lo sta pensando: «Quest’umano/a inutile non è nemmeno riuscito/a a preparare una cuccia decente per la mia preziosa prole!», portate pazienza, avrete modo di farvi perdonare.

I gioielli di famiglia

Se adottate un micio da un gattile o da un’associazione, vi arriverà quasi sicuramente già sterilizzato. Ma se lo trovate col passaparola, o è figlio della vostra gatta, a un certo punto dovrete prendere una decisione importante: lo sterilizzo? Se sì quando?

È un discorso molto ampio da affrontare, e vi consiglio di parlarne con il veterinario di fiducia. Riassumendo, possiamo dire che se il gatto vive solo in casa la decisione dipende anche dal suo comportamento. I maschi quando vanno in calore segnano il territorio in modo estremamente puzzolente (vi assicuro che al primo schizzo lo porterete dritto alla clinica facendo il gesto delle forbici). Per le femmine ci sono meno problemi, ma potrebbero comunque diventare un po’ moleste. Se ne avete più d’uno, di sessi diversi, la scelta è obbligata.

Discorso diverso per i gatti che vivono fuori. Un maschio può percorrere anche 10 km quando l’ormone chiama, e non è detto che soddisfatte le voglie sia in grado di tornare a casa: può perdersi o attraversare strade pericolose e fare una brutta fine. Ci sono poi le feroci lotte fra pretendenti, che sono parecchio rumorose e si svolgono prevalentemente nelle ore notturne sotto le vostre finestre. Al termine, oltre all’insonnia, avrete pure un gatto ferito (nel corpo e nell’orgoglio) da disinfettare e consolare, o una gatta irrequieta affascinata da tutto quello sfoggio di mascolinità. Una femmina che vive all’aperto può andare incontro anche a due gravidanze l’anno, con ripercussioni sulla sua salute e un sacco di figlioletti da piazzare per voi (dopo un po’ gli amici gattari finiscono, sappiatelo). Insomma, l’addio ai gioielli di famiglia è altamente consigliato per la loro incolumità e la vostra sopravvivenza.

Dare una medicina a una tigre non è mai facile

I gatti sono star e mostrarsi feriti dopo una lotta è dura per il loro orgoglio, ma se hanno fatto a botte col gatto dei vicini sarà meglio stanarli da sotto il divano e dare una bella disinfettata a quell’orecchia sanguinante e a quella zampetta morsicata. Armatevi di un panno per avvolgerli e tenervi al riparo dagli artigli, e se possibile chiedete l’aiuto di qualcuno: uno tiene ferma la belva (o almeno ci prova, e rischia i graffi), l’altro lo disinfetta (o almeno ci prova, e rischia i morsi). Alcuni gatti sono più docili di altri, e potrebbero solo divincolarsi, ma con quelli più ostinati preparate una dose di cerotti e disinfettante anche per voi umani. Trucco salvavita: tendono a stare più fermi se tenuti per la collottola. Se le ferite sono brutte e profonde o se il micio tende ad essere troppo tranquillo e a non mangiare, potrebbe avere un po’ di febbre dovuta all’infezione. Meglio un salto dal veterinario per una dose di antibiotico.

Per i malesseri meno visibili, vale la regola di osservare il loro comportamento. Sono animali abitudinari, per cui se da un giorno all’altro non mangiano, dormono molto di più, fanno pipì in giro e qualsiasi altra cosa strana è meglio un giro dal veterinario. Se siete sufficientemente sfortunati, vi prescriveranno una cura per via orale, e proverete le gioie di tentare di somministrare una pasticca ad una piccola belva indemoniata che non ne vuole sapere di prenderla.

L’igiene del felino

Un’altra pratica per nulla divertente riguarda i parassiti. I gatti scappano a gambe levate appena sentono l’odore delle gocce antipulci, e se riuscite a prenderli per metterle poi vi guarderanno malissimo per il resto della giornata. In caso li vediate grattarsi insistentemente le orecchie probabilmente hanno gli acari, il veterinario vi darà delle gocce da mettere nelle orecchie, il felino si ribellerà sbattendo la testa con forza e facendovi la doccia di farmaco (mettete vestiti brutti).

Per il resto, i gatti si lavano da soli, non serve fare loro il bagno, e non vi conviene provarci salvo condizioni eccezionali (gattini troppo piccoli per l’antipulci o sostanze da rimuovere dal pelo). Se proprio dovete, assicuratevi di sgombrare la stanza da oggetti fragili, potreste trovarvi a inseguire un missile fradicio e infuriato che non concorda sulla necessità di quella barbara pratica idrica.

Anche per la manicure di solito si arrangiano, cercando la superficie più adatta su cui affilare i regali artigli. Consiglio l’acquisto di uno o più tiragraffi, in assenza se la prenderanno con tende, divani e copriletti.

Ma chi me lo fa fare?

Se, arrivati fin qui, vi state chiedendo se non sia il caso di optare per un pesce rosso, non scoraggiatevi. Innanzitutto, le loro reazioni si andranno placando nel corso degli anni, quando capiranno che le vostre sono solo cure, per quanto fastidiose. E soprattutto non dimenticate che il fascino del gatto sta proprio nella sua natura selvatica e indipendente. Volevate una piccola tigre domestica? Siete stati accontentati.

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