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La Capanna de L’Eco di Bergamo dal 3 dicembre sul Sentierone (con le luci del Duc)

Articolo. Venne disegnata dall’artista astratto Arturo Bonfanti su commissione di don Andrea Spada. Esposta per la prima volta nel 1951, nel 1974 bruciò a causa di un atto vandalico. Fino al 13 dicembre ospiterà Santa Lucia, poi la Sacra Famiglia. Come da tradizione, le luminarie sono donate dal Distretto Unico del Commercio. E per chi vuole c’è la possibilità di fare una donazione a Casa Sofia

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La Capanna de L’Eco di Bergamo (foto Beppe Bedolis)

D urante il periodo natalizio il centro di Bergamo vive un’atmosfera speciale. Le luci, la ruota panoramica (che torna quest’anno dopo lo stop della pandemia), la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo dove i bambini portano la letterina con le loro richieste a Santa Lucia, la Capanna sul Sentierone.

Il cuore urbano di Bergamo si veste di magia ed è bello fare una passeggiata, soprattutto la sera tra le luci. Imbacuccati nel calore di sciarpa, berretta e guanti, prendere una cioccolata calda, o magari durante il giorno visitare la statua di Santa Lucia in via XX Settembre , sommersa di letterine. Quel volto placido che abbiamo immaginato da bambini ancora oggi ci suggestiona, perché i ricordi di quando siamo piccoli ci rimangono addosso : la trepidazione della sera del 12, una tazza di latte e due mandarini per la Santa, un po’ di fieno per l’asinello. E poi la gioia del mattino del 13, con i regali e i dolci, perché in fondo i santi servono anche a questo: a dare delle piccole grandi gioie, ad alimentare lo stupore, l’attesa, che nutrono i bambini contro la disillusione e il cinismo che magari incontreranno da grandi.

Ogni anno dal 1951 il Sentierone di Bergamo ospita la Capanna de L’Eco di Bergamo . L’iniziativa nacque da un’idea di don Andrea Spada , per 51 anni direttore del giornale, e fra le figure più importanti de L’Eco. La Capanna è pronta da oggi, venerdì 3 dicembre, e ospita fino al 13 dicembre la statua di Santa Lucia. Dopo il 13 dicembre Santa Lucia lascerà spazio alle statue di Maria e Giuseppe , che la notte di Natale accoglieranno il bambino Gesù portato in processione dai frati Domenicani, ogni anno come da tradizione. Un accadimento emozionante, che riordina i significati del Natale e rifocilla il cuore.

La Capanna però non ha solo un valore simbolico, ma anche solidale. Raccoglie infatti in una cassetta-salvadanaio blu – che viene svuotata periodicamente – le donazioni di chi, passandovi davanti, vuole lasciare qualcosa per i progetti di affidamento e sostegno dei bambini di Casa Sofia . La pandemia ha reso ancora più difficile la vita di famiglie in stato di indigenza, magari con dei figli che necessitano di visite o cure: Casa Sofia interviene a sostegno di queste situazioni, dando la possibilità a chi ne ha bisogno di ricevere l’attenzione medica necessaria.

La Capanna brucia

Non tutti sanno che nella sua lunga storia – quest’anno compie settant’anni – la Capanna venne anche bruciata. Successe la notte del 19 dicembre del Natale del 1974 . Pochi giorni dopo, il 24 dicembre, gli inquirenti confermarono che l’incendio era dovuto a un atto vandalico. Le fiamme distrussero la Capanna, costruita in legno, ma un gruppo di ragazzi, accortisi dell’incendio, riuscirono a mettere in salvo le statue e il salvadanaio (anche allora vi era un fine benefico), non potendo fare nulla per la Capanna.

La mattina del 24, tuttavia, a un gesto tanto stupido arrivò la risposta di un gruppo di studenti dell’Esperia, che collocarono nel recinto ormai vuoto un piccolo pino con questo cartello : “ Contro la vigliaccheria di chi ha incendiato la Capanna: l’albero è un dono degli studenti a tutta la Città. Buon Natale ”. L’Eco di Bergamo poi ricostruì la Capanna per l’anno successivo e ancora oggi sul Sentierone è lì a ricordarci che alla stupidità si può sempre rispondere con un gesto o con delle parole di semplice buonsenso.

Arturo Bonfanti e la sua Capanna che punta al cielo

Un’altra cosa che forse non tutti sanno è che la Capanna sul Sentierone non è stata progettata da un geometra o da un architetto, ma da un artista. Don Spada infatti commissionò il disegno della Capanna ad Arturo Bonfanti , pittore di fama nazionale che disegnò una Capanna per certi versi anomala. Sarà che siamo abituati a vederla, ma la Capanna di Bonfanti non è la “solita” capanna . Il suo tetto punta decisamente in alto. Sembra quasi una freccia rivolta verso il cielo, ad alcuni magari potrà ricordare le forme delle sue opere. Pur rimanendo un simbolo tradizionale – dunque legato ad un immaginario fisso, poco incline a scovare dei significati – la Capanna, nella sua essenziale materialità legnosa, esprime una verticalità spirituale che dovrebbe essere l’essenza del Natale , al di là dei regali, dei cenoni e di una mondanità che l’ha resa la “festa di Babbo Natale”.

Nato nel 1905 e morto nel 1978, sempre a Bergamo, Arturo Bonfanti si avvicinò negli anni Trenta all’astrattismo italiano, recependo le influenze della metafisica di Carlo Carrà, de “L’Esprit nouveau” di Amédée Ozenfant e di Le Corbusier. Nel 1947 la sua pittura figurativa divenne definitivamente astratta , in un lavoro di semplificazione delle forme in senso geometrico – che si può notare anche nel tetto “appuntito” della Capanna. Sue opere sono esposte alla Fondazione Biscozzi Rimbaud di Lecce, nella Raccolta Stucchi della GAMeC di Bergamo e nelle Collezioni d’arte della Fondazione Cariplo.

Le luci del Duc

Le luci di Natale del centro di Bergamo sono donate alla città dal Duc, il Distretto urbano commerciale , sigla che raduna i commercianti della città di Bergamo. Ma il Duc da alcuni anni dona anche le luci che illuminano la Capanna de L’Eco di Bergamo , come spiega Beppe Acquaroli , proprietario del Baretto di San Vigilio in Città Alta e coordinatore dell’illuminazione natalizia del centro città e della Capanna: “ Se non sbaglio sono tre o quattro anni che è iniziata questa collaborazione tra i commercianti e L’Eco di Bergamo. Con Nicola Viscardi, qualche anno fa abbiamo notato che le luci della Capanna erano un po’ vecchiotte, così abbiamo deciso di sostituirle con nuove luci che fossero più affini al resto dell’illuminazione della città” .

Tra pochi giorni la Capanna risplenderà grazie al Duc , “ con questo gesto – continua Acquaroli – ogni anno abbiamo cercato di unire il Natale più commerciale, abbellendo il centro con le luci, a quello cristiano, rendendo più bella la Capanna, che oggi ha una luminosità migliore ”. Per i commercianti del centro questo Natale “ è un’occasione per rifarsi dopo un anno di lockdown a causa della pandemia. Le palle rosse luminose che stiamo installando per le vie del centro sono un modo per dare proprio un senso di festa. Non dimentichiamo che è attiva la campagna ‘ Compra vicino ’, che invita le persone a fare i propri acquisti nei negozi della città di Bergamo. Ogni anno ci occupiamo delle luci natalizie delegati dal Sindaco e insieme alle varie associazioni di categoria ”. Il ritorno della ruota panoramica poi può essere inteso come un simbolo della tenacia dei bergamaschi: “ speriamo di riuscire a rimanere aperti per tutte le festività e di non essere toccati dal lockdown, altrimenti sarebbe un duro colpo per tutta la rete commerciale della città ”.

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