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La libertà è assenza di limitazioni? A Noesis la relazione di Baracchi

Articolo. La relatrice ha dedicato diversi saggi al pensiero di Platone, di Aristotele e all’«arte del vivere». La sua conferenza, avvenuta il 1 dicembre, in streaming su Eppen

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Georges de La Tour, Il neonato, (1640), olio su tela, 76 x 91 cm, Musée des Beaux Arts, Nantes

Nel “Prometeo incatenato” di Eschilo il protagonista, un gigante buono che ha sottratto il fuoco a Efesto per farne dono agli uomini, è incatenato per punizione alla rupe del Caucaso, ai confini del mondo: ogni giorno un’aquila viene a divorargli il fegato che poi subito ricresce, di modo che il supplizio costantemente si ripeta. Verso la fine della tragedia a Hermes, messaggero di Zeus, Prometeo dichiara che pur trovandosi in una situazione miserevole egli si sente comunque più libero di chi, pur privo di legami esteriori, si è ridotto a fungere da “sgherro degli dei” (“Il tuo stare a servizio, il mio sacrificio: non farei cambio mai, imparalo bene”).

Fa riferimento a questo mito Claudia Baracchi, nella lezione online, tenuta lo scorso 1 dicembre, sul tema “L’assoluto della libertà”, compresa nel XXVIII Corso di Filosofia dell’associazione Noesis. La relatrice è docente di Filosofia morale e di Pratiche filosofiche presso l’Università di Milano – Bicocca; ha inoltre dedicato diversi saggi al pensiero di Platone, di Aristotele e all’“arte del vivere”. “Nel titolo della mia conferenza – spiega – compare la parola ‘assoluto’, che etimologicamente rimanda all’esser sciolto da qualsiasi legame. Ma la libertà, per noi esseri umani, può davvero essere intesa come una completa assenza di limitazioni? Oppure un agire libero comporta un’assunzione di responsabilità, un farsi carico di ciò che dalle nostre azioni potrà derivare? Il titano Prometeo (nome che significa Preveggente) già sapeva in quale pena sarebbe incorso rubando il fuoco agli dèi; già aveva contemplato di pagare un prezzo, per la sua decisione di andare in aiuto agli uomini. In questo mito l’esercizio della libertà si compie accettando di sottostare a un vincolo, in vista della realizzazione di un progetto”.

La libertà interiore di Prometeo, contrapposta all’atteggiamento servile di Hermes, ricorda l’atteggiamento interiore di uno dei grandi fautori della disobbedienza civile, lo statunitense Henry David Thoreau (1817-1862), che fu incarcerato per una notte a causa del rifiuto di finanziare con le sue tasse una guerra contro il Messico.

In seguito – osserva Claudia Baracchi – raccontando di quell’episodio, Thoreau scrisse che “non si era sentito imprigionato neppure per un momento”; si era anche sentito come se solo lui, tra tutti i suoi concittadini, ‘avesse pagato la sua tassa’”. L’idea che la libertà individuale non si riduca a “capriccio” risulta particolarmente attuale oggi, in un periodo in cui sta crescendo l’insofferenza per le misure sociali di contenimento della pandemia di Covid-19: “Si è fatta molta retorica su questo punto, partendo dall’assunto che la libertà sia la facoltà di ‘fare ciò che si vuole’. A questa concezione potremmo invece contrapporre un’idea della libertà come partecipazione a un comune destino, come adesione a un patto sociale che comprende precisi obblighi di solidarietà reciproca tra i cittadini”.

Minisito Eppen dedicato a Noesis