A chi non piace la spiaggia? Ore e ore di pace sotto l’ombrellone, a leggere i libri rimasti impilati sul comodino per tutto l’anno e a risolvere un cruciverba dietro l’altro. Bagni in mare e relax per qualche giorno, prima di rientrare a casa e riprendere con la solita routine. Ecco, le vacanze sono un momento quasi sacro per chi lavora o studia tutto l’anno. Proprio per questo, in ferie può accadere che lo smartphone - da leale compagno nella vita di tutti i giorni - si trasformi in un arnese inutile, ingombrante e pure difficile da tenere sotto controllo. Dove lo nascondo quando vado a fare il bagno? Cosa succede se cade nella sabbia? E perché a fine giornata è bollente? Se volete una vacanza senza stress connessi alla tecnologia, ci sono una manciata di buone pratiche da seguire sotto l’ombrellone per evitare che il vostro smartphone si rovini o - peggio - sparisca mentre vi state godendo la pausa che tanto meritate.
Occhio alla luce del sole
Uno dei problemi più grossi dello smartphone in spiaggia è la luce diretta del sole. Lasciato sulla sdraio, infatti, il vostro telefono finirà per surriscaldarsi e la batteria potrebbe risentirne. Nell’immediato, rischiereste di notare un peggioramento dell’autonomia del dispositivo, che magari potrebbe non arrivare a sera: un vero peccato, perché ciò significherebbe dire addio alle foto dei tramonti sulla spiaggia e delle notti di movida con gli amici. Sul lungo periodo, l’esposizione prolungata al sole e le alte temperature potrebbero ridurre la capacità e la longevità della batteria, prolungando gli effetti indesiderati fino a quando non deciderete di ripararla. Per questo, è fondamentale prendere una serie di piccoli (ma vitali) accorgimenti.
Primo: mai lasciare il telefono sotto al sole, soprattutto con lo schermo rivolto verso l’alto. La protezione offerta da un ombrellone dovrebbe bastare, ma se preferite avere il dispositivo sempre a portata di mano potete semplicemente tenerlo accanto a voi, avvolto in un asciugamano o in una salvietta. Inoltre, le batterie tendono a surriscaldarsi quando sono completamente cariche: per questo, diversi smartphone hanno un’opzione che vi permette di limitare la ricarica all’80% della capienza, senza arrivare al 100%. Normalmente ve la sconsiglieremmo, ma al mare potrebbe rivelarsi un’ottima alleata. Usatela!
Lo smartphone a prova di sabbia
Il secondo grande nemico degli smartphone in spiaggia è la sabbia. La sabbia rischia di infiltrarsi al di sotto della scocca del telefono, nella porta di ricarica e tra gli altoparlanti, creando problemi alla riproduzione dei suoni, al collegamento alla corrente e al funzionamento generale del prodotto. Fortunatamente, i dispositivi usciti negli ultimi anni hanno un «IP Rating» che li certifica contro le infiltrazioni di sabbia e polvere. Prima di andare in spiaggia, dunque, è bene conoscere il rating del dispositivo che tenete tra le mani, dal momento che quest’ultimo ne indica la resistenza sia all’acqua che alla sabbia. Trovate il valore IP del vostro dispositivo sul manuale di istruzioni o, più facilmente, online sul sito web del produttore.
Ogni certificazione è composta dalle due lettere IP e da due numeri. Il primo va da 0 a 6, e indica la protezione offerta contro l’infiltrazione di particelle solide sotto la scocca: è il valore che più ci interessa. Gli smartphone con certificazione IP5 o IP6 sono a prova di sabbia: fortunatamente, la maggior parte dei dispositivi in commercio hanno un rating di questo tipo. Il secondo numero va da 0 a 9 e indica la protezione contro l’acqua: ne parleremo meglio tra poco. Al posto di una delle due cifre (o di entrambe, nei casi più sfortunati), potreste trovare una X: ciò significa che il telefono non è stato testato dal produttore contro le infiltrazioni di sabbia (se la X si trova al posto della prima cifra) o quelle di acqua (se la X è al posto della seconda cifra).
Attenzione alle certificazioni contro l’acqua
Per quanto riguarda l’acqua, anche qui la certificazione IP fa al caso nostro. Dal paragrafo superiore dovreste avere imparato a “leggerla”, ma in questo caso ci sono un paio di precisazioni da fare. A differenza del rating contro la sabbia, in questo caso la scala va da zero a nove, e non da zero a sei. Il livello zero significa che il dispositivo non ha alcuna protezione contro l’acqua, che dunque potrebbe corroderne le componenti interne. I livelli uno e due, invece, caratterizzano i telefoni protetti contro le gocce d’acqua - quelli che possono stare senza problemi sotto la pioggia, per farla breve.
Qualsiasi smartphone moderno ha almeno queste protezioni, e la grandissima parte è anche testata per i due livelli successivi, che indicano la protezione contro spruzzi d’acqua a bassa pressione, come quelli di una pistola ad acqua. I prodotti più recenti vanno anche oltre, con un rating di cinque o sei punti su nove nell’isolamento idrico: ciò significa che anche i getti d’acqua più intensi non creano problemi. Se però siete in possesso di un top di gamma, potreste imbattervi in un rating con protezione di sette o addirittura otto su nove: in questo caso, lo smartphone non è solo protetto contro gli spruzzi, ma può anche essere immerso in acqua (fino a un metro in caso di rating IPX7, più di un metro in caso di rating IPX8), permettendovi di scattare delle ottime foto subacquee. Sfortunatamente, però, l’isolamento completo ancora non esiste: la certificazione di nono livello, nel mondo degli smartphone, resta una chimera.
Un telefono a prova di furto
Uno dei grossi grattacapi della spiaggia è dove lasciare lo smartphone quando ci si tuffa in mare. Una soluzione univoca, qui, non c’è. Se proprio volete assicurarvi che non vi capitino brutte sorprese, il consiglio è quello di dimenticare per qualche ora il telefono in hotel o in uno dei tanti locker che le spiagge mettono a disposizione dei loro avventori. Altrimenti, potete spendere una cifra irrisoria per acquistare una custodia impermeabile che vi permetterà di portare con voi il telefono in acqua: in questo caso, però, dovreste avere un costume dotato di tasche o dovreste virare verso una cover con tanto di laccio, in modo da indossarla come una borsetta a tracolla. La soluzione più comoda resta quella di lasciare il dispositivo all’ombrellone e sperare che nessuno frughi tra le vostre cose.
Per stare più tranquilli, ci sono un paio di accorgimenti che vi consigliamo di adottare. Il primo è quello di attivare la localizzazione dello smartphone tramite le app “Dov’è” (per iPhone) e “Gestione Dispositivi” (per smartphone Android), in modo da poter rintracciare il telefono in caso di smarrimento o di furto. Il secondo, strettamente connesso al primo, è quello di attivare Bluetooth, connettività cellulare e GPS del dispositivo, in modo da poterlo individuare con più facilità. Se possedete uno smartwatch e il vostro ombrellone non è troppo lontano dalla battigia, potete impostare una notifica sonora in caso di allontanamento dello smartphone dal raggio di connessione Bluetooth dell’orologio.
Ma come funziona il roaming?
Per concludere, è opportuno fare chiarezza sul tema del roaming. Posso fare chiamate e inviare SMS - senza spendere una cifra, magari - se vado in vacanza all’estero? La risposta è sì, ma molto dipende dalla destinazione. In tutti i Paesi dell’Unione Europea è attivo il roaming, grazie al quale è possibile navigare su internet, effettuare e ricevere chiamate e SMS allo stesso prezzo della tariffa applicata sul suolo italiano. Per i Paesi extra-UE, le cose cambiano. E non fatevi trarre in inganno: non parliamo solo di mete esotiche, ma anche di nazioni vicine come la Svizzera e il Regno Unito!
Se la vostra meta si trova al di fuori dell’UE, il consiglio è quello di consultare con la massima attenzione i dettagli della vostra tariffa o il sito web del vostro operatore. I maggiori provider, infatti, offrono opzioni per l’estero che si attivano in automatico e che hanno un costo piuttosto elevato. Spesso, la soluzione migliore potrebbe essere quella di comprare una SIM del Paese dove andrete in vacanza e installarla sul vostro smartphone una volta arrivati in aeroporto, in modo da evitare spese impreviste. Ancora meglio: ci sono tanti servizi che offrono delle eSIM (cioè delle schede SIM digitali) da acquistare anticipatamente e da attivare all’inizio delle vacanze. I loro prezzi sono competitivi, e non richiedono nemmeno di estrarre dallo smartphone la SIM connessa al numero italiano.