93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Breve guida per (ri)scoprire la Val di Scalve su due ruote

Articolo. È la più isolata delle vallate bergamasche, accessibile dalla valle Seriana attraverso il passo della Presolana o dalla Val Camonica. Ma i veri tesori, si sa, non devono essere troppo facili da raggiungere. Ecco qualche consiglio per visitare le terre scalvine in bicicletta

Lettura 4 min.
Il Passo del Vivione (Gaia de Sanctis e Simone Oggioni)

Protetta dalla corona delle Orobie, la Val di Scalve può essere considerata un luogo ideale per la pratica del cicloturismo. Basta pensare che il solo Passo della Presolana – una delle due vie principali di accesso alla valle – è stato affrontato ben sette volte all’interno del Giro d’Italia.

Lungo la Via Mala

Il primo itinerario che vi suggeriamo è quello che percorre la Via Mala. Lunga 7 km, è la strada di accesso più frequentata per raggiungere e tornare dalla Valle Camonica, oltre che la strada più recente, essendo stata costruita (o meglio, scavata nella nuda roccia) fra il 1862 e il 1865.

Mettetevi in sella nei pressi di Angolo Terme. All’inizio, avrete l’impressione di percorrere una tranquilla strada di montagna immersa nel verde. Dopo la prima galleria, invece, vi ritroverete a pedalare attraverso la stretta forra scavata nel corso di milioni di anni dal torrente Dezzo. Oggi, buona parte della Via Mala corre all’interno delle gallerie, ma se volete provare sulla vostra pelle il brivido di spostarvi lungo un tratto dell’antico tracciato, potete percorrerne un chilometro: il percorso turistico è stato messo completamente in sicurezza e un balcone panoramico a sbalzo offre al pubblico una visione complessiva dell’orrido.

Verso il Passo del Vivione… e oltre

Lasciate la Via Mala, ma non abbandonate del tutto la strada SS294. Dopo aver attraversato il Comune di Schilpario, comincerà una sempre più ripida salita che porta al Passo del Vivione, a 1828 m di quota. Di origine militare, la strada corre abbarbicata al fianco della montagna: la vista si apre a strapiombo regalando paesaggi eccezionali, che spaziano dalla vallata sottostante fino al massiccio della Presolana.

Una volta arrivati al Passo, prima di tornare indietro o proseguire il viaggio verso il versante camuno, non dimenticate di accendere la macchina fotografica (o afferrare il cellulare) e immortalare le particolarissime torbiere a bordo strada.

Il Passo di Croce di Salven

Anche l’ultima via d’accesso su strada asfaltata tocca la Val di Scalve passando dalla Val Camonica: parliamo del Passo di Croce di Salven. Questo Passo non raggiunge altezze eminenti come quello che vi abbiamo descritto qui sopra (siamo sui 1108 metri), ma vi assicuriamo che i panorami, così come le pedalate, sono davvero da togliere il fiato.

Da un lato del Passo, vedrete espandersi le propaggini dei Boschi del Giovetto, dall’altro invece, vi aspettano paesaggi suggestivi che spaziano fino al fondo della forra del Dezzo (se aguzzate la vista, potreste anche riuscire a vedere delle auto che passano sulla Via Mala!).

Tra borghi, boschi e riserve naturali

Se vi state domandando cosa fare una volta arrivati in Val di Scalve, che abbiate attraversato il Passo dalla Presolana o che abbiate macinato chilometri tra i paesi della Val Camonica, non abbiate paura, perché le proposte non mancano. Innanzitutto, rilassatevi con un tranquillo giro di tutti e quattro i paesi della Valle: Azzone, Colere, Schilpario e Vilminore. Le antiche frazioni che ruotano attorno a Vilminore, in particolare, meritano una visita. Parliamo di Pianezza, Nona, Teveno, di Vilminore stessa e del suo Palazzo Pretorio, un edificio risalente al 1375 che, nella parte più antica, conserva ancora le prigioni cittadine.

Dopo aver rifiatato, sarete pronti ad affrontare anche le salite più impervie, come quella per raggiungere il Passo della Manina, sul confine fra Vilminore di Scalve e Valbondione. E se, una volta arrivati a 1796 m di quota, non foste ancora stanchi, potrete proseguire in mountain bike verso la piccola costruzione della Malga del Barbarossa.

E ancora, non dimenticate di esplorare la Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto, un’area protetta istituita nel 1985 per la salvaguardia della Formica rufa (ve ne abbiamo in questo articolo). Curiosando tra le fronde, non farete fatica a scorgere i nidi di queste formiche: grandi strutture a forma di cupola alte fino a 1,50 metri, costruite con aghi e rametti. La presenza di questi animali non è solo un indice di buona qualità dell’ecosistema boschivo: la Formica rufa è anche una forte predatrice di insetti dannosi per le piante.

Prima di riposarvi, al termine di un’intensa giornata su due ruote, date un occhio ai prati e alle malghe dei Campelli di Schilpario, meravigliosi soprattutto quando dipinti dai cespugli di erica. In un luogo solo, troverete racchiusi tutti gli spettacoli che la natura è in grado di offrire: dai piccoli e semplici fiori di prato, ai riflessi del laghetto dei Campelli, passando per la maestosità del massiccio della Concarena, su cui svetta il profilo unico del Cimon della Bagozza. Una volta arrivati al Passo dei Campelli, infine, avrete solo l’imbarazzo della scelta: l’Adamello o la Presolana, vera regina delle Orobie?

E-bikes e gravel

Gli itinerari che vi abbiamo consigliato finora sono fattibili sia in MTB che in e-bike. A Colere esiste però un percorso esclusivamente dedicato alle e-bike: si parte dal centro del paese, si attraversa la scenografica contrada di Magnone e si giunge infine all’incantata Pineta di Pian di Vione.

Siccome non vogliamo far sentire escluso nessun appassionato delle due ruote, infine, abbiamo pensato anche agli amanti delle gravel (le bici destinate a percorrere principalmente fondi ghiaiosi e strade sterrate). Vi suggeriamo di affrontare il nuovissimo percorso facente parte del circuito Gravity Gravel : un anello che parte e si conclude al Passo della Presolana, attraversando Azzone e risalendo una salita degna dei migliori atleti del Giro d’Italia.

Fatevi emozionare dalla storia del Salto degli Sposi prima di ritornare indietro: alla fine dell’Ottocento, un musicista polacco e la sua giovane moglie, una pittrice, giunsero in Presolana per visitare alcuni parenti e si innamorarono di questo luogo tanto da rimanervi. Un giorno, però, senza un apparente motivo, la coppia si gettò dal dirupo, che da allora porta il loro nome.

Val di Scalve 4x4

Vi è venuta voglia di visitare la Val di Scalve? Sappiate che, grazie al progetto «Val di Scalve 4x4: 4 Comuni per 4 Stagioni», il turista che decide di regalarsi un soggiorno nelle strutture ricettive del territorio della valle (con una permanenza minima di due notti) potrà acquistare anche il transfer dall’aeroporto e arrivarci in poco più di due ore e mezza. Un innovativo servizio a chiamata di un mezzo di trasporto 4x4 con cassone esterno per il carico biciclette e attrezzature sportive garantirà i trasporti anche in caso di neve e permetterà di raggiungere luoghi in quota accessibili solo tramite strade sterrate.

Contenuto realizzato nell’ambito del progetto «Val di Scalve 4x4: 4 Comuni per 4 Stagioni», che vede come capofila Comunità Montana Val di Scalve e come partner i Comuni di Azzone, Colere, Vilminore di Scalve e Schilpario. Il progetto è reso possibile grazie al contributo di Regione Lombardia, nell’ambito del bando «Viaggio InLombardia – III edizione».
#inLombardia
#inLombardiaComeMe

Approfondimenti