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Ecocentrismo, ovvero come l’Orto Botanico ci invita a (ri)entrare in sintonia con la natura

Articolo. Il ricco calendario autunnale delle tre sezioni dell’Orto Botanico “Lorenzo Rota” di Bergamo è un inno alla riscoperta delle piccole cose, dei nostri sensi e della natura in tutta la sua biodiversità. Tra laboratori, reading, aste e incontri

Lettura 5 min.

L’autunno è percepito come un momento periferico dell’anno, generalmente associato alla fine di un ciclo e all’inizio del decadimento delle piante prima del lungo sonno invernale. Eppure, in questo momento limite la natura non potrebbe essere più vitale.

Un microcosmo pullulante che ci invita a riscoprire una serie di piccole cose apparentemente insignificanti, capaci però di celare in sé l’elemento fondamentale per la ripresa della vita in primavera. Insomma, se c’è una stagione dove “possiamo davvero allenare i sensi e le attenzioni, rimetterci in sintonia coi i ritmi della natura, che non sono lineari, ma ciclici” è proprio questa.

Per esprimere questo concetto non potevamo che avvalerci delle parole di Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico “Lorenzo Rota”. Saranno proprio le tre sezioni del Museo verde di Bergamo ad ospitare lungo tutto ottobre una serie di iniziative modellate sartorialmente sul tema autunnale.

Basta pensare al primo corposo appuntamento di sabato 10 ottobre, ospitato all’interno della Valle della Biodiversità di Astino e dedicato in particolare al centenario del CREA, Centro di Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo.

I cento anni della maiscoltura CREA

Per l’occasione, lo staff del CREA presenterà l’istituto e le sue funzioni, ma anche programmi a livello di cooperazione internazionale. In particolare grande attenzione sarà riservata al progetto “Piccoli Semi Grandi Opportunità - agro ecologia campesina famigliare e filiere a km 0 in Bolivia” il cui obiettivo principale è incrementare le risorse genetiche presenti nella Banca del Germoplasma del CREA di Bergamo con germoplasma “criollo” boliviano, al fine di costituire nuove varietà pigmentate di mais ricche di antiossidanti migliorative per l’alimentazione.

Un incontro che avverrà a partire dalle 16 e sarà preceduto dalla raccolta partecipata del mais biodiverso alle 15: “Attraverso questa collaborazione, si sta cercando di mettere in evidenza aspetti nutrizionali di grande aiuto, non solo in Bolivia, ma anche qui. Per di più durante l’occasione raccoglieremo un’ottantina di varietà di mais di cui ben sessanta vengono dalla banca del germoplasma del CREA e una ventina dal Messico, uno dei centri d’origine di questa pianta”. Sarà anche l’occasione per tutti i partecipanti di essere guidati dai volontari dell’Orto e dell’associazione Amici dell’Orto Botanico e “fare un’esperienza di raccolta diretta toccando le spighe del mais – spesso impropriamente chiamate pannocchie – laddove generalmente vi hanno a che fare solo a livello gastronomico”.

Tra le proposte per la giornata, alle 14.30 non mancherà spazio per un suggestivo assaggio di danza indiana odissi tenuto da Shilpa Bertuletti. Una danzatrice caratterizzata da un controllo espressivo straordinario, per un momento che ben si intreccia col tema del raccolto: “Si tratta di una danza propiziatoria. Da sempre e in ogni cultura l’uomo ha tentato di ingraziarsi le divinità che credeva governassero il raccolto, quindi in questo senso l’espressione della danza è di altissimo livello e ha radici nella storia dell’uomo. È bello che ci siano questi intrecci di persone con rapporti di ricerca internazionale e interconnessioniculturali”.

Agricoltura e diritto al cibo, a livello planetario

Le prospettive della proposta spaziano al punto da poter parlare di un “ottobre agricolo con uno sguardo planetario” e non a caso. Infatti, dopo il tradizionale appuntamento dell’11 ottobre con l’Asta Biodiversa (ne abbiamo parlato qui) passeremo dalla Russia, durante il reading teatrale di sabato 24 ottobre (ore 16.30), dedicato alla storia di Nikolaj Ivanovič Vavilov e inserito nel calendario “Agricoltura e diritto al cibo”. Il luogo designato per lo spettacolo è la Sezione di Astino.

Ma chi era questo personaggio? Gabriele ce lo presenta: “Nikolaj Ivanovič era un agronomo illuminato di epoca sovietica, che ha aperto gli orizzonti in campo agronomico. È ricordato come uno scienziato di grande rilievo anche dal punto di vista umano e girò il mondo per studiare i centri d’origine dove si pensava fossero state domesticate le specie alla base della nostra alimentazione. Nella mezzaluna fertile studiò orzo e frumenti e, grazie all’osservazione in campo, aprì la strada a diversi campi di ricerca. Una figura straordinaria e un grande dell’agronomia”. Fu proprio Vavilov a fondare nei primi del Novecento la prima Banca di Semi e Piante commestibili al mondo, poi difesa durante l’assedio nazista di Leningrado dai suoi ricercatori.

Dopo questa narrazione dedicata agli studi pionieristici sul tema della biodiversità e sul patrimonio naturalistico mondiale, il discorso relativo alla tematica del diritto al cibo si estenderà ai più piccoli, con l’appuntamento di domenica 25 ottobre alle 15.30. Qui avremo modo di entrare in contatto con una visione dell’alimentazione a livello globale, dominata da connessioni insospettabili dove la domanda di una parte del mondo produce squilibri sul resto del pianeta. Una questione delicata affrontata attraverso un gioco di ruolo per bambini dagli 8 ai 12 anni che parte da una domanda solo in apparenza semplice: il cibo è per tutti?

Se noi osserviamo il fenomeno del cibo considerandolo lungo tutta la filiera dalla produzione al consumo, ci rendiamo conto che i cibi sono non solo locali ma globali e che ci stiamo mangiando il mondo. Molti cibi sono coltivati lontano da noi e la nostra domanda sta condizionando la vita di molte persone e compromettendo gli ecosistemi più ricchi di biodiversità. Se la richiesta di un certo cibo aumenta nella parte a nord del pianeta, ciò si ripercuote sulle popolazioni della parte meridionale, che ne soffrono trovandosi private di aree coltivabili. Vaste aree del pianeta oggi sono centri di produzione per il nord del mondo e foreste primordiali sono sostituite da monocolture”.

Ecco allora che l’Orto Botanico deve confrontarsi con il mondo attuale e la società, rispondendo a domande fondamentali per comunicare il valore delle piante e dell’alimentazione e riavvicinare le persone a ciò che accade in agricoltura e natura: “Sarebbe bello che un numero crescente di persone si accorgessero di questi temi, dell’importanza di un’alimentazione che tenga conto della stagionalità e di ciò che sta accadendo in natura. Ci vorrebbe un ecocentrismo più che un egocentrismo: mettere al centro la complessità dei rapporti tra natura e uomo”.

Uno sguardo alle piccole cose dalla Finestra sul Paesaggio

Anche presso la Finestra sul Paesaggio, sezione dell’Orto Botanico di Bergamo di Città Alta, non mancano appuntamenti per adulti e bambini dedicati a un risveglio dei nostri sensi: “ci sarà la possibilità di imparare a fare antitarme naturali, visitare la mostra ‘Fragile, maneggiare con cura’ in Sala Viscontea, oppure partecipare al percorso ‘Espressioni di natura’ dell’11 ottobre, che permette un’esplorazione con raccolta e utilizzo di materiali dell’Orto botanico. Un sistema utile per indurre ad osservare i dettagli e accorgersi di cose che di solito trascuriamo, avvicinandosi a foglie, semi, cortecce, frutti, scaglie e residui che oltre a creare materiale utile per il nutrimento delle piante diventando humus, possono essere elementi creativi in mano ai bambini”.

Un invito alla riscoperta dei materiali umili è anche la prerogativa della suggestiva esposizione “Fragile, maneggiare con cura” con dodici scatti di Pina Inferrera in mostra fino all’1 novembre in Sala Viscontea: “Pina ci aiuta a mettere in luce fenomeni naturali che molti guardano con distacco o ribrezzo, come la vita delle acque stagnanti. Lo sguardo dell’artista ci permette di riscoprirle, la connessione tra creatività e natura è un bel modo per riavvicinare le persone al rapporto con la sfera naturale, suscitando attenzioni che altrimenti non ci sarebbero”.

Le proposte per le scuole con immersioni in natura (anche a distanza)

Per concludere, un ultimo punto relativo all’aspetto educativo, che estende il raggio d’azione dell’Orto Botanico anche al di fuori dei suoi confini. Il lavoro di promozione per la creazione di orti e spazi verdi all’interno degli istituti scolastici sarà integrato con l’open day del 17 ottobre, a cui sono invitati tutti i docenti: “Per l’occasione i nostri educatori presenteranno le attività a disposizione delle scuole, per l’apprendimento dell’ecologia, della complessità dei rapporti tra organismi e altri aspetti socializzanti”.

Un’offerta al passo con i tempi, con soluzioni versatili per adattarsi alle esigenze dei diversi istituti: “Oltre agli appuntamenti in presenza nell’Orto, la nostra offerta comprenderà proposte a scuola o a distanza, che possano funzionare anche se dovessero subentrare periodi di confinamento”.

Sito Orto Botanico “Lorenzo Rota”

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