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Ibis Eremita, suricati e pinguini di Humboldt: ecco perché e quando dare il benvenuto ai nuovi nati del Parco Faunistico Le Cornelle

Articolo. L’Ibis Eremita è una delle specie europee migratrici a più grave rischio estinzione, il pinguino di Humboldt, invece, viene considerato “vulnerabile”. Per festeggiare il successo dei programmi di conservazione delle specie attualmente in atto, il Parco rimane aperto anche domani, 2 giugno, dalle ore 9 alle 19

Lettura 3 min.
Pinguino di Humboldt

Di nuove nascite, in 41 anni trascorsi all’interno del parco, Nadia Benedetti ne ha viste tante. Eppure, non ce n’è una che ricordi con più commozione o trepidazione delle altre. «Tutte le nascite per noi sono sempre stati eventi particolari. Il nostro lavoro è questo, la nostra passione è questa, e quando nasce un cucciolo è sempre una grande emozione, indipendentemente dalla specie».

È con queste parole che la titolare del Parco Faunistico Le Cornelle – gestito insieme al fratello Emanuele, a una sorella e alla madre – dà il benvenuto ai cuccioli che negli ultimi giorni hanno aperto gli occhi a Valbrembo: ben quattro Ibis Eremita, un piccolo pinguino di Humboldt e cinque Suricati.

Per dare modo a grandi e piccini di conoscere i nuovi arrivati, il Parco rimarrà aperto domani, 2 giugno, e per tutti i giorni di giugno, luglio e agosto, dalle ore 9 alle 19. Per evitare assembramenti, ed essere sicuri di trovare posto, è consigliato prenotare il proprio biglietto sul sito.

Gli Ibis Eremita

Non fatevi ingannare dal nome. L’Ibis Eremita (nome scientifico Geronticus eremita) non è un uccello solitario, ma gregario, un uccello che tende a trascorrere in gruppo la maggior parte del suo tempo. Il nome «eremita» fa riferimento ai luoghi che l’Ibis elegge a propria dimora: aridi e rocciosi. O meglio, i luoghi che eleggerebbe a propria dimora, perché attualmente questa specie migratrice è a grave rischio di estinzione. Pensate che, a causa principalmente della caccia e del deterioramento dell’habitat per via delle attività antropiche, la popolazione di Ibis Eremita ha subito un calo pari al 98%.

L’Ibis Eremita fa parte di un progetto EEP (European Endangered Species Programme) lanciato nel 1985 e iniziato nel Parco Le Cornelle nel 2020. Un progetto sovranazionale, assicurato dall’Associazione europea degli zoo e degli acquari (EAZA), che si occupa di tutela e mantenimento della specie minacciata – o in pericolo. L’obiettivo è un’eventuale reintroduzione di questa specie in natura o un rafforzamento della popolazione selvatica.

Nel caso specifico delle Cornelle, gli esemplari che compongono lo stormo, tra cui i genitori dei cuccioli, provengono dalle strutture zoologiche di Basilea, Berlino e Doué la Fontaine. Una volta che i pulcini saranno cresciuti, il coordinatore della specie deciderà in quali strutture indirizzarli per permettere la corretta conservazione della specie e la riproduzione della stessa.

Senza dubbio, la nascita dei quattro cuccioli (da tre diverse coppie di Ibis Eremita) dimostra una grande attenzione del Parco nella conservazione della specie, oltre all’efficacia dei programmi di tutela che vi vengono costantemente applicati. «Sono molte le persone che, in Italia, vedono gli zoo esclusivamente come ambienti dove gli animali vengono rilegati», commenta Benedetti. «Dietro a questo, almeno a mio parere, c’è ben altro: una grande ricerca e un’opera di salvaguardia di alcune specie che in natura sono a rischio d’estinzione».

Il lavoro al Parco delle Cornelle, del resto, non si è mai fermato. Nemmeno durante il periodo di pandemia, quando tutto il resto del mondo non ha potuto fare altro che obbedire all’invito di “restare a casa”. «Noi avevamo comunque dei costi fissi: costi di pulizia, di alimentazione, di salute degli animali… A parte gli orari dei ragazzi che gestiscono gli animali, o la reperibilità dei veterinari, che ha subito qualche variazione, tutto ciò che viene fatto adesso veniva fatto anche nel periodo di lockdown. Naturalmente, le numerose visite del pubblico una volta riaperto il Parco ci hanno ripagato del tanto lavoro, e riempito di gioia».

Il pinguino di Humboldt

Basta un occhio al video che lo immortala per commuoversi. A fare capolino dal suo guscio, nelle scorse settimane, è stata un pinguino di Humboldt (nome scientifico Spheniscus humboldti). Un uccello che è solito vivere in colonie, diffuso principalmente lungo la costa peruviana e cilena, e abituato a un sistema di nidificazione molto particolare. Predilige infatti tane sotterranee, grotte o massi rocciosi.

A differenza dell’Ibis Eremita, non si tratta di una specie a rischio di estinzione. Attenzione, però – il Pinguino di Humboldt sta subendo attualmente un drastico calo di esemplari a causa della pesca intensiva che diminuisce la disponibilità di cibo. Per questo, questa specie viene considerata “vulnerabile”.

Chi segue la pagina Facebook del Parco, avrà potuto assistere (o addirittura partecipare) al contest lanciato nei giorni scorsi per la scelta del nome del piccolo pinguino. Tantissime le proposte nei commenti, da Nina a Granita, da Hope a Fortunata, passando per Kinder e Pingu. Allo staff delle Cornelle andrà quindi la decisione definitiva.

Tenete monitorati i canali social: nei prossimi giorni, non verrà solo annunciato il vincitore. Verrà anche dato il via al contest per la scelta dei nomi dei suricati che negli ultimi giorni hanno cominciato, curiosissimi, a ergersi dritti sulle zampe posteriori…

I cuccioli di Suricati

Ebbene sì, per la gioia dei fan di Timon de «Il Re Leone», a chiudere il ciclo di novità tardo-primaverili del Parco sono stati ben cinque cuccioli di suricati (nome scientifico Suricati suricatta), simpaticissime manguste tipiche delle zone desertiche dell’Africa Meridionale.

Il gruppo è composto, oltre che dai cinque ultimi arrivati, da altri otto esemplari adulti. Il numero è significativo, ed è un ottimo segnale dell’efficacia del programma di tutela che il Parco ha messo in atto per la conservazione della specie. Altri quattro cuccioli degli anni scorsi – ora adulti – sono stati trasferiti presso un’altra struttura zoologica italiana.

Insomma, di novità ci sono, di traguardi da festeggiare anche. «Il Parco è nato dal sogno, quasi inverosimile, di mia mamma e mio papà, Angelo, che hanno aperto il Parco quando avevo 18 anni», conclude Nadia Benedetti. «Papà era molto rigido sul lavoro da svolgere, ma anche molto appassionato. Oggi, continuiamo con amore il nostro lavoro dentro e fuori dalle Cornelle, finanziando anche progetti di salvaguardia delle specie nei loro paesi d’origine, come il ghepardo in Namibia, il Tamarino, l’Orice dalle corna a sciabola».

Oggi, a Le Cornelle hanno casa ben 120 specie, per un totale di circa 1000 esemplari. Per conoscerli, basta un giro al Parco, aperto – lo ricordiamo ancora una volta nel caso ve ne foste già dimenticati – tutti i giorni dalle 9 alle 19.

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