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Sulla neve in sicurezza: cosa sapere per non correre rischi

Articolo. In occasione della Giornata nazionale di prevenzione del rischio valanghe del 19 gennaio abbiamo chiesto a Tiziano Viscardi quali sono i rischi legati alla frequentazione degli ambienti montani innevati

Lettura 4 min.

Quella che in estate rappresenta una normale escursione in montagna può rivelarsi insidiosa durante il periodo invernale. Ecco perché una diffusa opera di formazione e presa di coscienza da parte di chi frequenta la montagna è fondamentale per prevenire qualsiasi tipo di incidente.

Proprio il tema della sicurezza sulla neve sarà al centro dell’incontro di domenica 19 gennaio 2020 a San Simone (frazione di Valleve) presso la Baita Camoscio, per la Giornata nazionale di prevenzione del rischio valanghe. Sul tavolo i temi relativi ai corretti comportamenti da seguire in un ambiente innevato, i materiali da utilizzare e come affrontare in sicurezza il ghiaccio sui sentieri.

Ne abbiamo parlato con Tiziano Viscardi, ANE (Accompagnatore Nazionale Escursionismo) e INV (Istruttore Neve e Valanghe), direttore Scuola Sezionale del Cai di Bergamo “Giulio Ottolini”, componente dell’O.T.T.O. (Organo Tecnico Territoriale Operativo) Escursionismo Lombardo, vice direttore S.C.E. (Scuola Centrale Escursionismo) e da tre anni parte del consiglio del Cai di Bergamo.

MB - Quali sono le cause principali degli incidenti in montagna e cosa si può fare per prevenirli?

TV - Assistiamo sui social a una scarsa sensibilizzazione sull’attrezzatura e sui metamorfismi della neve in questi periodi, caratterizzati dalla presenza di temperature variabili, l’assenza di neve a quote basse e formazione di ghiaccio sui sentieri. Spesso gli escursionisti affrontano percorsi con attrezzature disparate e inadeguate, se non addirittura mancanti. Ci troviamo così ad affrontare percorsi in bassa quota dove i sentieri per mancanza di nevicate, freddo intenso e il passaggio di molte persone diventano lastricati. Per l’escursionista della domenica privo di un adeguato equipaggiamento anche affrontare piccole salite rappresenta un rischio, a maggior ragione per il fatto che spesso si tratta di famiglie con bambini.

MB - Poi?

TV - Un’altra causa di problemi è la mancanza di un’adeguata padronanza e conoscenza degli strumenti e di come impiegarli in maniera sicura su questi versanti. Si comprano attrezzature, ma spesso non si sanno usare in base alle pendenze, alle quote, alle temperature. Inoltre le persone che frequentano la montagna nel weekend spesso non pianificano le loro escursioni. Bisogna prestare grande attenzione ai bollettini emessi dai previsori, in particolare quando il grado di pericolo è stimato tra 3 e 4. Ovviamente c’è sempre la fatalità e l’errore umano: le cosiddette trappole euristiche possono scattare indipendentemente dalla preparazione in caso di escursioni di gruppo o soggettive. A volte sono provocate da un eccesso di familiarità con il percorso. Con molta modestia bisognerebbe valutare i propri limiti, prestare attenzione nel condurre amici o conoscenti in montagna, senza sopravvalutare le proprie capacità.

MB - La disponibilità e accessibilità ai prodotti nei centri sportivi dedicati al settore può essere una molla per escursioni avventate?

TV - Di sicuro con la crescente disponibilità di tecnologie sofisticate dedicate all’alpinismo e all’escursionismo le persone sono sempre più invogliate a comprare le attrezzature nei centri specializzati, talvolta senza saperle usare. Io insisto particolarmente sulla pianificazione, che toglie parecchio rischio. Ciò che facciamo d’estate non vale per l’inverno, tutto cambia. Senza contare che la maggior parte degli escursionisti non conosce le leggi: in Lombardia abbiamo una legge regionale che è la numero 26 dell’ottobre 2014 rivisitata con l’aiuto del Club Alpino Italiano nel 2017, che prevede l’obbligo di avere con sé strumenti di autosoccorso come il kit A.R.T.Va, pala e sonda per chi si muove in ambiente innevato. Purtroppo la divulgazione è ancora limitata, per cui molti escursionisti sono privi di queste attrezzature o non sanno usarle. Già dal 2014 cerco di intervenire con articoli, corsi, sensibilizzazioni e serate nei vari centri C.A.I. della Bergamasca e Lombardia per diffondere informazioni su questo aspetto, per una questione di sicurezza e perché la mancanza di strumenti porta a possibili sanzioni da 25 a 250€.

MB - Quali azioni attivate sul territorio a livello di formazione?

TV - Nella Scuola di Escursionismo di Bergamo abbiamo fatto partire recentemente il corso di avvicinamento EAI (Escursionismo in Ambiente Innevato) dove gli allievi affronteranno queste tematiche sia a livello didattico, legislativo e pratico sul campo, con tre uscite per testare e imparare a usare quegli strumenti in dotazione nonché la pianificazione e conduzione di gruppo senza tralasciare l’osservazione del terreno. Poi abbiamo la giornata del 19 gennaio, che interessa il piano nazionale e regionale che stiamo organizzando con gli amici del Soccorso Alpino, il gruppo delle scuole del CSM (Coordinamento Scuole Montagna) a San Simone. È un progetto libero aperto a tutti e che da 20 anni portiamo avanti a livello nazionale: “Sicuri sul sentiero” e in questo caso “Sicuri con la neve”.

MB - A chi è dedicato il corso?

TV - Riguarda sia l’aspetto escursionistico che scialpinistico, ma è esteso a chiunque voglia intraprendere un’escursione in montagna in ambiente innevato superando per un discorso tecnico i 27-30 gradi di inclinazione. Cercheremo di far capire a livello soggettivo cosa voglia dire essere soccorsi in valanga, mostrare come effettuare l’autosoccorso con le nostre attrezzature personali e come usare la sonda dopo aver individuato con strumenti elettronici la persona sepolta sotto una valanga in modo da poterla estrarre il più velocemente possibile arrivando alle vie aeree. Il soccorso organizzato, prontamente e subito avvertito, troverà una scena ottimale sul luogo dell’incidente. La giornata metterà in campo istruttori molto qualificati a livello nazionale e regionale. Una novità è la partecipazione di due referenti regionali di Rete Radio Montana, una libera associazione che promuove l’uso di radio a bassa potenza usate come alternativa alla richiesta di soccorso e collegarsi con il soccorso alpino dove vi sia mancanza di segnale o non sia attivato il sistema GeoResQ o Areu. Questi referenti porteranno queste radio, spiegheranno come funzionano e come ci si iscrive alla rete. Noi la utilizziamo da tempo per la conduzione dei gruppi sulla neve o in estate, per una ottimale gestione del gruppo in tutti i suoi particolari organizzativi. È in atto un accordo importante di collaborazione con il Soccorso Alpino per chi usa queste radio PMR 446.

MB - Quanto tempo c’è per intervenire dopo una valanga?

TV - Abbiamo diciotto minuti per intervenire in maniera efficace e avere di media il 90-93% di possibilità di estrarre la persona viva, a meno che non siano condizioni particolari. Ci sono molte varianti sul tema neve a seconda dell’andamento stagionale, delle temperature e quote e quindi dell’evoluzione dei metamorfismi della neve. Ecco perché è importante partecipare ad un corso dettagliato del C.A.I. o delle Guide Alpine. Il Manto nevoso è in continua mutazione e quindi viene d’obbligo una costante e buona valutazione prima di ogni escursione.

MB - A chi si può fare riferimento per informazioni?

TV - Guide Alpine, C.A.I. o a persone Titolate e Qualificate nel settore. Se invece la persona non si appella a nessun gruppo per intraprendere un’escursione è sempre bene che pianifichi controllando il bollettino nivometereologico durante la settimana prima dell’uscita, perché le condizioni possono avere forti cambiamenti sul manto nevoso. Consigliamo di non intraprendere mai un’escursione su neve da soli o non conoscendo almeno le basilari nozioni di sicurezza, attrezzarsi con i sistemi di localizzazione e ricerca e saperli usare.