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“Vola come un’aquila, cammina come un eroe”, i MountainMates, cioè camminare insieme (in sicurezza) in montagna

Intervista. Se incontrate dei ragazzi under 35 vestiti con una maglia arancione lungo i cammini delle Orobie è molto probabile che vi troviate di fronte ai MountainMates, un gruppo di appassionati di camminate, trekking e, in generale, di Montagna con la M maiuscola

Lettura 4 min.
Il gruppo dei MountainMates

Sono giovani bergamaschi dinamici, determinati, disposti a svegliarsi all’alba per non perdere la parte migliore della giornata, pronti e a faticare per raggiungere l’obiettivo. Sono i MountainMates. Di loro abbiamo parlato con Stefano Scalvedi, studente universitario di medicina e ideatore del gruppo, che ci racconta come è nato questo progetto in questi mesi particolari.

GL: Il gruppo MountainMates si è creato dopo il primo lockdown. La pandemia ha contribuito all’idea di creare un gruppo di appassionati di montagna?

SS: Il forte isolamento a cui il virus ci ha costretti e, soprattutto, la tristezza provata a causa della situazione bergamasca di quei mesi, ha scatenato la voglia di tornare alla normalità. Ho avuto bisogno di circondarmi di amici che condividessero la mia passione per la montagna, ma anche di persone diverse con cui creare nuovi legami.

GL: Così a fine giugno hai condiviso la prima foto su Instagram per invitare i bergamaschi alla prima escursione. In quanti eravate?

SS: La prima gita è stata sabato 27 giugno 2020 al rifugio Barbellino, partendo da Valbondione ed eravamo solo in sette. Ho pensato al Barbellino perché è un luogo a cui sono particolarmente legato: è una tappa fissa per me e la mia famiglia e almeno una volta all’anno raggiungiamo questo angolo di paradiso per passare “una notte al rifugio”. È proprio qui che è nato il mio amore per la montagna: il primo paio di scarponcini, i primi stambecchi, il laghetto naturale! Quando unisci le bellezze naturali della montagna allo spirito di gruppo di una squadra di escursionisti, ottieni quella che noi definiamo la “magia di MountainMates”, una sorta di anestetico, una pizzico di felicità.

GL: Inoltre stare in compagnia, dopo mesi di solitudine, deve essere stato emozionante…

SS: Non ci sembrava vero. È qui che ho percepito la potenzialità dell’iniziativa, anche se i miei amici mi prendevano in giro per i numerosi post che pubblicavo sul mio profilo per invitare i ragazzi alle gite. In poco tempo però il gruppo è cresciuto e molti hanno iniziato a partecipare alle escursioni. In questi mesi sono nate grandi amicizie e sono proprio i legami creati che ci hanno fatto salire in alto raggiungendo rifugi e vette, anche in situazioni meteorologiche inaspettate, che ci hanno fatto emozionare ancora di più.

GL: Quindi è capitato che in alcuni momenti qualcuno fosse in difficoltà: i percorsi che scegliete sono adatti a tutti?

SS: Cerchiamo sempre di proporre escursioni che abbiano come appoggio un rifugio: un “campo base”, raggiungibile anche da amici poco allenati o che si aggregano per la prima volta al gruppo e vogliono cimentarsi a camminare. In questo modo si dà la possibilità ai veterani e ai più esperti di proseguire il cammino raggiungendo anche altre cime. Prima di ogni gita informiamo tutti i ragazzi su rischi e pericoli, attrezzattura richiesta, dislivello, meteo e tempi di marcia. Quasi tutte le escursioni organizzate sono state nelle nostre splendide Orobie, sia per comodità sia perché il progetto MountainMates vuole valorizzare e far conoscere ai ragazzi le valli e le montagne del nostro territorio. Abbiamo fatto anche due escursioni “in esterna”: al ghiacciaio Fellaria in Valmalenco e al monte Guglielmo nel bresciano. Tuttavia non c’è storia: la fortuna di Bergamo è di avere molte vette con differenti livelli di difficoltà. Non ci si annoia mai!

GL: Ormai tanti ragazzi bergamaschi vi conoscono, su Instagram MountainMates conta più di 1800 followers e il gruppo di WhatsApp ha 240 membri. Quale credi sia la chiave della vostra popolarità?

SS: Non ci aspettavamo questo successo, forse è stata la nostra semplicità e la capacità di adattarci ai cambiamenti: cerchiamo infatti di attenerci alle norme vigenti con mascherina e distanziamento anche durante le nostre escursioni. È triste, ma dobbiamo portare ancora pazienza. Insomma, ci divertiamo, ma responsabilmente. Abbiamo dovuto proporre più gite nella stessa giornata, per evitare di fare gruppi troppo numerosi.

GL: Le gite sono completamente gratuite…

SS: Chiediamo solamente che ognuno sia responsabile di se stesso: nel gruppo nessuna figura è certificata in termini di guida alpina o accompagnatore di mezza montagna. Lo scopo non è infatti quello di organizzare gite, ma di stare in compagnia e di divertici in modo sicuro: ci atteniamo scrupolosamente ai tracciati dei sentieri CAI.

GL: Come ti spieghi tutta questa popolarità?

SS: La popolarità senz’altro è data dall’impostazione smart che abbiamo voluto dare al progetto e Instagram ci ha aiutato moltissimo. Siamo riusciti virtualmente a lasciar trasparire la magia di MountainMates! Inoltre il passaparola degli amici agli amici e il fatto di non essere affiliati a nessuna associazione lascia amplia libertà ad ogni partecipante. Nessuno è capo di nessuno, c’è solo un gruppo di ragazzi che organizza e che tira le fila.

GL: Ci racconti qualcosa della rubrica “CANGERACCONTA”?

SS: Premettiamo che il gruppo MountainMates è pieno di figure interessanti. Fra queste il giornalista Marco Cangelli ha creato una rubrica sui rifugi “CANGERACCONTA”, che dettaglia i tragitti compiuti dal gruppo con chicche storiche e culturali, tiene “allenati” i nostri ricordi parlando delle nostre peripezie sui sentieri e organizza anche interviste a persone importanti del mondo dello sport. Tutti questi appuntamenti si trovano nella sezione IgTV del nostro canale Instagram.

GL: Abbiamo capito che la vostra attività non si limita alle escursioni in montagna: oltre a tutto ciò che mi hai detto non possiamo dimenticare il sociale, tra cui il progetto “Scatole di Natale” in cui avete raccolto viveri ed indumenti caldi per i bisognosi e la vostra iniziativa Zoom Mates Party a favore dell’Associazione Oncologica Bergamasca (AOB).

SS: Intraprendere un percorso nel mondo solidale è un’idea nata dalla volontà di tutti e così abbiamo organizzato lo Zoom Mates Party. Volevamo sostenere una realtà locale e abbiamo deciso di supportare la “AOB” (Associazione Oncologica Bergamasca) organizzando un party virtuale che prevedesse un’offerta libera a partire da 5 euro come “prezzo di ingresso virtuale”. All’iniziativa hanno partecipato numerose realtà: Miral Eventi, Andrea Cefis Voice (vocalist e mio caro amico e collaboratore), io stesso (perché una delle mie passioni è anche la musica, ho avuto esperienze da dj), il negozio Great Escapes, Andrea Imbesi Fisioterapista e Letzstaystrong Marco Pezzetti. Interessante è stato anche l’intervento del primario dell’Oncologia del Papa Giovanni XXIII, il Dottor Alberto Tondini che ha saputo sensibilizzare tutti i partecipanti sul problema di questa grave malattia e sull’attività necessaria di tutti i volontari AOB.

GL: Per finire, quale è l’obiettivo che vi prefiggete per il 2021?

SS: Abbiamo intenzione di compiere il giro delle Orobie e formarci il più possibile all’escursionismo e, perché no, magari anche all’alpinismo o all’arrampicata partecipando a corsi Cai, appena ci sarà la possibilità. Vogliamo continuare ad esserci anche nel sociale promuovendo svariate iniziative. Gli eroi dei MountainMates sicuramente non si fermano qui, se ci incontrerete lungo i cammini sulle Orobie vi saluteremo con un grande sorriso. Il nostro motto è infatti “Vola come un’aquila, cammina come un eroe”.

Pagina Instagram MountainMates

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