Ci sono parole che sanno restare. Non fanno rumore, ma tornano quando serve, ogni volta che la vita ci chiede di restare, di scegliere, di tentare ancora. «Coraggio» è una di queste: una forza che non sempre urla, ma che si riconosce nei gesti minimi, nelle scelte quotidiane, in chi continua a camminare anche quando la strada si fa incerta. A Bergamo, questo autunno, è proprio il coraggio a diventare immagine, racconto visivo, sguardo condiviso.
Dall’11 ottobre al 9 novembre, «Fotografica Bergamo Festival» torna con la sua quinta edizione, intitolata «Coraggiosi si diventa». Un invito a guardare e a lasciarsi guardare, a riconoscere nel volto dell’altro quella scintilla che tiene accesa la speranza. La manifestazione, promossa dall’associazione Fotografica APS in collaborazione con il Comune di Bergamo, trasformerà due luoghi simbolici della città - il Monastero del Carmine e l’ex Ateneo di Scienze Lettere ed Arti - in spazi di visione e incontro. Tredici mostre comporranno una mappa del coraggio contemporaneo: quello che attraversa guerre e ingiustizie, ma anche quello che abita i gesti quotidiani, la cura, la resistenza. «Il nostro desiderio è custodire queste storie, perché non svaniscano», racconta Daniela Sonzogni, direttrice del festival. «Ogni fotografia è una testimonianza, un invito a fermarsi nello sguardo e a scoprire la bellezza che nasce dalla tenacia umana. Guardare, in fondo, è già un atto di coraggio».
La rassegna, che dal 2016 porta a Bergamo alcuni tra i nomi più significativi della fotografia italiana e internazionale, si conferma un punto di riferimento culturale per la città. «Il successo di pubblico dimostra quanto la fotografia sappia parlare alla contemporaneità», afferma l’assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Sergio Gandi. «È anche il frutto di una collaborazione virtuosa tra istituzioni e realtà culturali che rende viva la produzione artistica sul territorio». Il Teatro Tascabile di Bergamo, che ospita parte delle esposizioni nel suo Carmine rinato, vede in questa sinergia un esempio di rinascita condivisa. «Coraggiosi si diventa descrive bene sia il percorso del TTB, che si è preso cura del Carmine quando sembrava un’utopia, sia quello del Festival, che costruisce ponti visivi e umani attraverso la fotografia», spiega Gloria Gusmaroli, coordinatrice del progetto «#tuoCarmine».
In un tempo che spesso corre senza fermarsi, «Fotografica» invita invece a sostare. A lasciarsi ferire e consolare dalle immagini. A riconoscere che la bellezza non è un lusso, ma un atto di resistenza. E che sì, il coraggio si impara, un fotogramma alla volta.
Gli autori
C’è un filo che unisce gli autori di questa quinta edizione di «Fotografica Bergamo Festival»: la ricerca di un modo autentico di guardare il mondo. Undici fotografi e fotografe – da Forough Alaei a Brent Stirton, da Valentina Tamborra a Fabrizio Spucches, passando per Todd Antony, Roselena Maristella, Nicolò Filippo Rosso, Francesco Roncoli, Peter Caton, Silvia Alessi e la curatrice Laura Leonelli – compongono un mosaico di visioni che raccontano il coraggio in tutte le sue forme. Dall’Iran all’America Latina, dal Sudan alla Sicilia, ogni immagine è un frammento di realtà che diventa racconto e speranza.
A completare la rosa di protagoniste e protagonisti ci sono Anya Tsaruk e Yingying Gao, vincitrici della prima open call internazionale «Fotografica Next», promossa con la Fondazione Alfaparf Milano ETS. Il concorso, dedicato a giovani tra i 18 e i 30 anni, ha raccolto 825 progetti da 85 Paesi: un segnale potente di quanto la fotografia resti linguaggio universale per chi cerca di raccontare il proprio tempo. «Con Fotografica Next abbiamo voluto spalancare una finestra sul futuro – spiega Paola Foresti, consigliera della Fondazione Alfaparf – accogliendo tanto la fotografia tradizionale quanto le nuove sperimentazioni con l’intelligenza artificiale. Credere nei giovani significa dare fiducia al mondo che verrà».
Le mostre: raccontare il coraggio del mondo
Nelle due sedi espositive – Monastero del Carmine ed ex Ateneo di Scienze Lettere ed Arti – il coraggio prende così mille volti. C’è quello delle parrucchiere afghane fotografate da Silvia Alessi in «The Cut», che resistono al regime dei Taliban continuando, anche di nascosto, a esercitare la propria arte. C’è quello delle donne iraniane di Forough Alaei, protagoniste di «When Women Lead», che sfidano tabù e regole nel solco del movimento «Donna, Vita, Libertà».
Fabrizio Spucches, in «NoWay!», e Nicolò Filippo Rosso, con «Exodus», raccontano invece la drammatica odissea dei migranti, mentre Valentina Tamborra in «Restano i fiori» – progetto per Medici Senza Frontiere – dà voce ai traumi e alla rinascita attraverso la Narrative Exposure Therapy, un percorso di cura e memoria.
Da altri angoli del pianeta arrivano le «Cholitas Escaladoras» di Todd Antony, donne boliviane che scalano le Ande, e i volti del movimento arcobaleno in Uganda, immortalati da Brent Stirton in «Fleeing Uganda»: qui la libertà personale diventa questione di sopravvivenza. Peter Caton, con «Unyielding Floods», documenta la resistenza delle popolazioni del Sudan del Sud contro le inondazioni permanenti, mentre Roselena Maristella porta in Sicilia con «Cronache d’acqua» il dramma opposto: la siccità che mette in ginocchio gli agricoltori.
Laura Leonelli cura «Love you always», una toccante raccolta di fotografie anonime tra il 1860 e il 1960 dedicate ai marinai: lettere visive, ricordi salati di partenze e ritorni. Francesco Roncoli, in «For Humanity», segue l’equipaggio di SOS Humanity, che ogni giorno salva vite nel Mediterraneo. A chiudere il cerchio, i lavori delle vincitrici della open call: «I Hope Your Family is Safe» della fotografa ucraina Anya Tsaruk, e «Glass Mountain» della cinese Yingying Gao, due racconti diversi ma uniti dal desiderio di trasformare dolore e memoria in linguaggio universale.
Uno degli elementi più belli del festival è la sua vocazione partecipativa. «Fotografica» non si limita a esporre immagini, ma costruisce dialoghi. Gli studenti delle scuole superiori di Bergamo partecipano attraverso i percorsi di PCTO, diventando mediatori culturali e parte attiva dell’esperienza. Allo stesso modo, vengono coinvolti i Centri Tutte le Età (CTE), che favoriscono l’incontro tra generazioni e contrastano l’isolamento sociale, insieme ad associazioni che si occupano di persone in situazioni di fragilità. L’idea di fondo è semplice ma radicale: la cultura è davvero viva solo se è accessibile a tutti.
Incontri, proiezioni e cammini visivi
Accanto alle mostre, «Fotografica Bergamo Festival» offrirà un ricco calendario di appuntamenti: conferenze, letture portfolio, visite guidate e workshop. Tra gli eventi più attesi, la conferenza «Oltre l’obiettivo: la fotografia nell’era dell’AI» (12 ottobre, in collaborazione con «BergamoScienza» e Fondazione Alfaparf) con il fotografo e AI artist Filippo Venturi, che inviterà a riflettere sui nuovi confini tra verità e finzione visiva. Il weekend successivo, Fujifilm propone le sue «Photowalk» tra le vie di Città Alta, guidate da Alberto Selvestrel, e un’area «Touch & Try» per sperimentare le ultime serie di fotocamere.
Sempre in ottobre, incontri e proiezioni animeranno il Monastero del Carmine e la Biblioteca Angelo Mai, tra cui la conferenza «Il coraggio delle donne fotografe» con Benedetta Donato e la presentazione del docu-film «The Cut» di Silvia Alessi. Il mese si chiuderà con la partecipazione al progetto Contemporary Locus 17 – Comunità Aperta, con due visite guidate dedicate al lavoro «Exodus» di Nicolò Filippo Rosso e al dialogo tra arte e memoria nel Cimitero Monumentale di Bergamo.
Il festival ospita anche un workshop professionale dal titolo «Dallo scatto alla pubblicazione. Distribuire un progetto fotografico», condotto dal fotogiornalista Nicolò Filippo Rosso e da Laura Carnemolla, esperta di editoria: due giornate per imparare come costruire e presentare un progetto visivo al mondo dell’editoria internazionale. A completare il programma, il « Circuito Off », che porterà la fotografia in altri spazi della città. La Cartacea Galleria renderà omaggio a Mario Giacomelli con «Il canto dei nuovi emigranti», 26 scatti vintage che celebrano il centenario del fotografo marchigiano. Allo spazio Daste, invece, «Stratos. Le città nelle città» – progetto di Albergati, Aschedamini, Matalon e Van de Ven – esplorerà le metropoli contemporanee, da Milano a Bangkok, tra stratificazioni, trasformazioni e coraggio urbano.
«Fotografica Bergamo 2025» non è solo un festival di fotografia. È un invito a osservare con più attenzione, a riconoscere la forza delle storie, a capire che dietro ogni immagine vive un atto di fiducia nel mondo. Perché in fondo, come ricorda il suo titolo, «coraggiosi si diventa».