Tamburi del Burundi
Prosegue il festival dei popoli indigeni con una serata che vedrĂ esibirsi il gruppo etnico del Burundi in una performance che vede protagonista il tamburo tipico del paese dichiarato patrimonio dell'umanitĂ dall'Unesco.

Nel Secolo dei Re, in Burundi, un re vide un certo animale e gli piacque la sua pelle. Chiese quindi la pelle dell'animale per poterla indossare. Dopo essersela procurata, la indossò subito, ancora fresca. Quando però si asciugò, risultò difficile rimuoverla dal corpo, causandogli dolore. Si cercò una soluzione, invano, sino a che un vecchio saggio suggerì di immergere il corpo in una barca tradizionale del Burundi colma di acqua di sorgente. La pelle si ammorbidì e solo allora furono in grado di rimuoverla dal corpo. Dopo averla tolta, la pelle fu casualmente stesa a terra sopra la buca di un pitone ma, nel frattempo, il pitone tentò di uscire dalla buca sbattendo la testa contro la pelle che si era asciugata. La gente sentì dei suoni provenire da quella direzione e realizzarono che quest’ultima, secca e stirata su un buco, dava un suono ben preciso. Fu così che iniziarono a tendere la pelle degli animali su tronchi cavi di alberi per ritrovare quel suono e quegli strumenti vennero chiamati tamburi.