Proiezione e incontro con i registi di "Margini"
I registi dialogheranno in collegamento online con il pubblico prima della proiezione del film

"Margini", di Niccolò Falsetti e Francesco Turbanti, è una delle piccole grandi sorprese del cinema italiano. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia, Settimana della critica e riproposto in sala.
Grosseto, 2008. Michele, Edoardo e Jacopo, amici da sempre, formano un gruppo street punk hardcore, ma non hanno una lira, un'occupazione e neppure un luogo in cui suonare. Miracolosamente sono chiamati come opening act della band americana Defense in tournée europea, ma la data del concerto viene poi cancellata. A Michele viene allora in mente di invitare i Defense a Grosseto, e altrettanto miracolosamente la band accetta: peccato che manchino il locale, l'impianto acustico e i soldi per i trasferimenti. Michele ha moglie e figlia, Edoardo un padrino dispotico, e Jacopo l'occasione di suonare per un'orchestra seria. Riusciranno i nostri eroi nella loro delirante impresa?
Margini è una commedia italiana in cui si ride davvero, ma che ha il sapore amaro di una realtà che non sorride ai giovani, in particolare agli artisti.
È soprattutto l'energia che attraversa la narrazione a rendere coinvolgente questa storia di tentato riscatto dove funziona tutto, soprattutto la corrente nervosa e la recitazione di tre ottimi attori che sembrano fisicamente rimandi pop culturali: Edoardo (Emanuele Linfatti) una versione underground di Fedez, Jacopo (Matteo Creatini) un giovane Edoardo Gabbriellini e Valentina Carnelutti (la madre di Edo) la Nicoletta Braschi senza Benigni. Francesco Turbanti (Michele), anche cosceneggiatore, riassume invece in sé l'esistenza ai margini del titolo, di chi è nato contrario e incapace di assimilarsi al resto del mondo. Silvia D'Amico è teneramente efficace nei panni della moglie di Michele, ma chi ruba costantemente la scena a tutti è Nicola Rignanese nei panni esilaranti del padrino di Edo.
In generale nessuno dei personaggi perde umanità, restano evidenti le ragioni di tutti, e le interazioni conservano una genuina componente di verità. È confortante di per sé sapere che c'è ancora chi crede che "le cose si fanno o non si fanno", potente antidoto per i ragazzi del 2022 che gettano la spugna in partenza.
È impossibile non fare il tifo per questo quartetto antistorico e postmoderno in un mondo analogico per scelta, che condivide prossimità fisica e motivazione ideologica, porta in giro gli strumenti col carrello della spesa e presenta il proprio concerto agli enti locali come "un'occasione per il territorio". Anche gli ambienti della provincia maremmana sono perfetti: balere e supermercati, sagre e centri anziani, processioni e circoli Arci, Comuni decorati con teste di cinghiale e butteri "Marlboro men" della provincia.