La giustizia riparativa

La Commissione Cultura del Comune di Gandino, nell’ambito de “I Giovedì della Cultura”, organizza una serata di approfondimento presso l’Auditorium della Biblioteca Comunale, con inizio alle ore 20.45. Il tema è quello degli Anni di Piombo, dicitura con cui si identifica il periodo che fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80 vide una tragica estremizzazione della dialettica politica, con attentati, violenza e terrorismo. Dopo la serata inaugurale con la docente Antonia Bertoni che ha ripercorso gli eventi di quegli anni, giovedì 2 febbraio verranno proposte le testimonianze dal vivo di Manlio Milani (presidente dell’Associazione Vittime della strage di Piazza della Loggia a Brescia) Franco Bonisoli (ex terrorista condannato per la strage di via Fani del rapimento Moro) e Anna Cattaneo, coordinatrice del Centro di Giustizia Riparativa di Bergamo. “Vogliamo dare evidenza - spiega Cristina Maccari, vice sindaco e assessore alla cultura del Comune di Gandino – all’impegno di un gruppo di vittime e autori di reato, che per lungo tempo, in silenzio, hanno lavorato insieme. Nel 2008 padre Guido Bertagna, gesuita, aveva cominciato ad ascoltare ed incontrare vittime ed autori di reato di quegli anni. Successivamente si sono uniti a lui Claudia Mazzuccato (giurista) e Adolfo Ceretti (criminologo), esperti di Giustizia Riparativa. Accanto a loro c'è sempre stato, sino alla fine, il cardinale Carlo Maria Martini che nel giugno del 1984 fu il destinatario di un'azione eclatante: la consegna delle armi, nelle sue mani, da parte di un gruppo di terroristi. Quell'esperienza durata oltre sette anni, fatta di incontri a scadenze regolari, è racchiusa nel "Libro dell'incontro" pubblicato nel 2015. Esso raccoglie le vive voci dei protagonisti, le lettere che si sono scambiati, la ricerca di una verità personale e curativa, oltre che dolorosa, che vada oltre la verità storica. Manlio Milani, Franco Bonisoli e Anna Cattaneo (ospiti a Gandino) a diverso titolo hanno fatto parte di quel gruppo e verranno a raccontarci la loro esperienza. Per verificare come sia possibile pensare anche ad un'altra giustizia”.