La Gerusalemme interiore. Una cantata ebraica
"Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo" ospita una cantata di Michele Gazich, musicista, poeta e produttore artistico, che con la sua musica si è reso riconoscibile, in una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante.
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Michele Gazich è musicista, poeta, produttore artistico, compositore, scrittore di canzoni.
Grazie ad uno stile personale e decisamente innovativo sul suo strumento principale, il violino, che rende il suo suono immediatamente riconoscibile, Gazich, dopo numerose collaborazioni con artisti italiani, si è fatto apprezzare soprattutto fuori dal paese natale, con significativi e ripetuti tour in USA ed Europa, con formazioni sinfoniche classiche e contemporaneamente legando il suo lavoro al mondo dei cantautori italiani e dei singer-songwriter statunitensi: da Michelle Shocked a Mary Gauthier, da Eric Andersen a Mark Olson.
Michele Gazich, ad oggi, ha collaborato a più di cinquanta album, e dieci a suo nome. Una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante, che è diventata esistenziale.
Luogo: Chiesa Ospedale San Giovanni XXIII
Prenotazioni qui.
Locandina completa.
Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo presente il tema di quest'anno: "Appassionati al presente" si focalizza nel mutevole mondo vitale nel quale siamo inseriti, del quale siamo attori e simultaneamente custodi. Spesso abbiamo la percezione che tutto stia volgendo alla distruzione: il cambiamento climatico, le disuguaglianze crescenti, l’erosione della partecipazione, lo sviluppo economico a corrente alternata nei paesi del mondo, le guerre che imperversano e irrigidiscono i rapporti internazionali.
Ma nonostante ciò, probabilmente occorre semplicemente tornare ad appassionarci al presente, a ciò che abbiamo fragilmente tra le mani, e investire su ciò che ancora nemmeno immaginiamo. Se è vero che non tutto è sotto il nostro controllo, è anche vero che possiamo renderci docili alle metamorfosi, ma dobbiamo anche avere il coraggio di fidarci, e nella fiducia agire. Non una rivalsa, non una conquista, forse una responsabilità leggera sentita come collettiva.