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«BERGAMO, Città dei Mille…sapori» fra miele, polline, pappa reale e birre artigianali

Articolo. Imperterrite, le laboriose api raccolgono il polline dei fiori di mille colori e profumi e lo trasformano in golosi e sani prodotti. Con lungimiranza la Camera di Commercio di Bergamo ha creato un disciplinare, per ben nove «Prodotti apistici della Bergamasca», inserito nel marchio di garanzia e qualità «BERGAMO, Città dei Mille…sapori». Che riguarda anche il mondo dei birrai

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Sono: miele di tarassaco, di robinia, di castagno, di tiglio, di rododendro, di melata, millefiori; inoltre, polline e pappa reale. Unico produttore a cui è stato concesso l’uso del marchio camerale è l’Azienda Agricola Ronchello di Andrea Fabio Risi a Gandellino. È nata grazie a papà Gianfranco che ha intuito quanto fossero naturalmente compatibili la passione del figlio Andrea per l’apicoltura e quella della moglie Maria Luisa per la coltivazione delle erbe officinali. La produzione è certificata biologica.

I prodotti apistici della Bergamasca sono ottimi per la salute e sulla tavola. Ogni tipologia di miele ha caratteristiche ben definite: colore (giallo chiaro, dorato o bruno scuro), aromaticità, persistenza e intensità. Si può giocare abbinando mieli diversi a diversi formaggi o salumi o utilizzarli come ingredienti di ricette tradizionali di torte e biscotti, del torrone e del croccante, ma anche per conservare noci e nocciole. Ottimo per laccare le costine di maiale e il petto d’anatra, il miele è fondamentale per preparare le pietanze in agrodolce. Piatti gustosi e succulenti a cui suggeriamo di abbinare un altro prodotto tutelato dal marchio «BERGAMO, Città dei Mille…sapori»: la Birra della Bergamasca.

Questa bevanda ha una lunga vita nel territorio bergamasco. Nel 1848 iniziò la produzione della Birra Sedrina e nel 1891 l’elenco dei «fabbricatori di birra e gassose» enumerava dieci birrifici a Bergamo, Treviglio e Seriate, dove già nel 1879 operava la Premiata Fabbrica di Birra a vapore, fondata da Heinrich von Wunster. La Birra Seriat, questo il nome originario, veniva venduta in fusti o in bottiglie con tappo di sughero.

È un prodotto semplice, vivo e naturale. A seconda della provenienza dei cereali il disciplinare camerale distingue tra la Birra Agricola della Bergamasca (che utilizza luppolo e cereali prodotti in proprio per almeno il 51%), e la Birra della Bergamasca da filiera agricola lombarda (con luppolo e cereali lombardi).
Gli ingredienti fondamentali sono quattro: acqua, malto, lievito e luppolo. La combinazione di questi ingredienti, la scelta delle loro varietà e caratteristiche, il dosaggio, la fermentazione e la maturazione danno vita a diverse tipologie, quali: chiara come la Bergamo e la Brembo, ambrata come la Paciana e la Berghem o l’Arlecchino, aromatizzata con diversi ingredienti quali miele, castagne o frutta e tante altre.
Possono venire impiegati nel processo di produzione altri ingredienti come frutta, spezie, miele, castagne, ecc... Caratteristica fondamentale della Birra della Bergamasca è che si tratta di birra non pastorizzata e non microfiltrata.

Attualmente l’utilizzo del nome «Birra della Bergamasca» è concesso dalla Camera di Commercio di Bergamo esclusivamente a due aziende del territorio: Birrificio Otus di Seriate e il Birrificio Agricolo Pagus di Rogno. Otus è nato, come esperienza di recupero sociale e del territorio in ambito lavorativo, dalla comune passione per la birra di un gruppo di amici. Questa spumeggiante realtà produce una quindicina di tipologie di birra. Mastro birraio è Alessandro Reali, giovane appassionato con formazione all’estero, che come un vero chimico, pesa tutto, verifica le temperature, controlla i tempi e verifica le bontà delle ricette: gli esperimenti sono infiniti, i sacrifici tanti ma abbondantemente ripagati dai numerosi premi, anche internazionali, ottenuti.

I maestri birrai di Pagus sono i giovani Stefano Visinoni e Gabriele Fontana. La produzione si basa sulla totale tracciabilità del prodotto: dal campo al bicchiere. Per raggiungere questo scopo è stata creata la Società Agricola Pagus, che conta ad oggi oltre dieci ettari di appezzamenti dediti alla coltivazione di orzo, frumento, farro e luppolo: le materie prime necessarie al birrificio. L’indissolubile rapporto tra terra e birra si esprime anche con la scelta di utilizzare in azienda solo energia proveniente da fonti rinnovabili e riutilizzando gli scarti di produzione per l’alimentazione degli animali: naturalmente nei campi niente pesticidi e sostanze chimiche. Sostenibilità vera!
Quello delle birre è un mondo complesso dove le eccellenze si riconoscono degustando ma non sempre risulta essere vero quanto affermava una vecchia pubblicità supportata dallo showman Renzo Arbore, che declamava: «Birra e sai cosa bevi». Spesso il consumatore beve per puro piacere, senza conoscere cosa c’è dietro. In questo aiuta la presenza del marchio «BERGAMO, Città dei Mille…sapori» che garantisce la qualità dei suoi prodotti. Maggiori informazioni si trovano sul sito della Camera di Commercio.

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