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Una scultura di Franco Travi per ricordare le vittime del covid a Cisano Bergamasco

Articolo. L’opera è stata inaugurata sabato scorso in Piazza Martiri della Libertà. Un omaggio ai morti per la pandemia ma anche un grazie a quei volontari che nei mesi più difficili hanno dato il loro aiuto

Lettura 3 min.
La statua di Franco Travi dedicata alle vittime del covid

Cisano Bergamasco rende omaggio alle vittime della pandemia con una statua inaugurata sabato 1 maggio in Piazza Martiri della Libertà. Un’opera dello scultore Franco Travi per ricordare le persone decedute nei mesi scorsi ma anche la buona volontà “di tanti giovani volontari che hanno aiutato chi era maggiormente in difficoltà”, come racconta il sindaco Andrea Previtali. “L’idea è nata parlando con delle persone vicine all’Amministrazione, e in particolare con un cisanese che da anni vive a Montecarlo, ma ama ricordare che la madre nacque a Cisano nel 1910 ed è molto legato al nostro paese”. Si tratta di Renato Bertozzi, che ha sostenuto l’idea di un monumento e l’ha concretizzata “con una donazione. Bertozzi era presente all’inaugurazione della scultura che abbiamo affidato al maestro Franco Travi, a cui abbiamo dato carta bianca”.

A Cisano Bergamasco i morti sono stati tanti “come in tutta la provincia di Bergamo. Molti amici, conoscenti, concittadini non ci sono più e abbiamo voluto fare qualcosa per onorarli. La pandemia non è ancora finita e la statua vuole anche essere un invito ad andare avanti nonostante tutto. In quest’opera però c’è anche un ringraziamento a tutte le persone che si sono spese nei mesi scorsi”.

Ma una scultura in una delle piazze principali del paese può diventare anche “un modo per ritrovarsi come comunità – continua Previtali – e la scritta che Travi ha voluto inserire in qualche modo è lì a dimostrarlo”. “A coloro che hanno vinto il potente sentimento della paura per salvare la vita altrui” recita la frase e sintetizza al meglio i sentimenti dell’opera.

Franco Travi

Chi segue da vicino i movimenti dell’arte bergamasca conoscerà certamente Franco Travi. Nato a Casirate d’Adda il 1° maggio 1945, all’età di quindici anni frequenta lo studio Giacomo Belotti a Treviglio; a diciannove anni entra all’Accademia Carrara di Bergamo sotto la guida di Trento Longaretti (“l’ultimo grande maestro”). A ventisei anni si trasferisce a Bergamo, dove vive tutt’oggi. La sua attività artistica è densa e poliedrica: scultore, pittore, autore di vetrate, arte sacra e astratta, ma anche titolare di disegni satirici (nel 1984 esce a stampa una sua pubblicazione grafico-satirica dal titolo “Andi-Andi”).

L’opera realizzata per Cisano Bergamasco è di carattere speranzoso. “Nasce dalla visione da parte di Daniella Frigerio dell’Amministrazione di Cisano di una mia precedente opera realizzata per la Casa del Sole dell’associazione Paolo Belli. Quella scultura piacque molto e siccome c’era questa idea di farne una a Cisano per ricordare le vittime del covid, la cosa fu quasi automatica”, racconta lui.

La statua si sviluppa in verticale e ha una forte carica simbolica, “è una famiglia proiettata nel futuro: nella parte alta c’è un padre, poi una madre con un neonato in braccio e infine una bambina”. Che colpisce per il suo sguardo serio, diretto, e un libro in mano “con la scritta covid-19 2020, come a dire che si porterà nel domani un pezzo di Storia, drammatico ma inevitabile. È un dettaglio determinante per il simbolismo e il significato dell’opera. Lo sguardo è quello di una persona consapevole, della situazione attuale e del domani”.

Intorno alle figure centrali ci sono tre campanili (“che sono i tre campanili di Cisano”), una colonna (“che simboleggia la civiltà”) “e un piccolo gruppo di architetture, dei portali a rappresentare un’apertura verso il mondo”. Di 2,20 metri d’altezza e 1 metro di larghezza, realizzata con polvere di marmo e vetroresina, la scultura suggerisce anche “la coesione di una comunità, che solo in questo modo riesce ad affrontare una calamità come la pandemia”.

La già citata frase a sinistra “è un mio personale omaggio a chi non si è tirato indietro ma ha dato il proprio contributo anche nei momenti più difficili”.

L’inaugurazione

Il clima piovoso non ha impedito lo svolgersi dell’inaugurazione, che ha avuto solo un piccolo cambio di programma: la Messa si è svolta nella Chiesa parrocchiale di San Zenone e non all’aperto in piazza Martiri della Libertà, dove la statua è stata comunque inaugurata alla presenza dell’autore Franco Travi, di tutte le associazioni di Cisano Bergamasco, del signor Renato Bertozzi, degli assessori, del sindaco Andrea Previtali e delle autorità.

“È più di un anno che viviamo sensazioni forti sempre presenti nella nostra testa e nel nostro cuore – ha ricordato il sindaco Andrea Previtali nel suo discorso – ed oggi essere qua è un momento particolare. Questo è e dovrà essere un luogo di memoria”, ringraziando poi le tante persone e associazioni che hanno dato il loro contributo volontario o in forma di donazione. “Il monumento rappresenta la ‘ripartenza’ e l’inizio di un percorso verso la guarigione. C’è tanta voglia di ritorno alla normalità, ma dobbiamo ancora prestare la massima prudenza, lo dobbiamo per tutti coloro che hanno perso la vita e per rispetto delle persone che ci circondano. Solo se ognuno di noi farà la sua parte potremmo uscirne vincitori”.

Sito Comune di Cisano

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