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Spike Lee, Larraín, Dupieux, Dolan: cosa ci attende (in sala e in streaming) nelle prossime settimane

Guida. I cinema, o meglio le arene estive, stanno per riaprire, ma mancano i film. Superare l’estate più complicata di sempre sembra una sfida impossibile per tutto il settore, ma qualcosa si muove. Proviamo a suggerire quattro titoli da cui ripartire

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“Ema” di Pablo Larraín

La prossima settimana finalmente anche i cinema nel nostro Paese riapriranno. Da buoni ultimi e persino qualche giorno dopo rispetto al calcio. La cosa ironica (o tragica?) è che proprio come per il calcio questa riapertura coincide con il momento dell’anno in cui, in condizioni normali, si sarebbe chiusa la stagione. Contrariamente alla Serie A però riaprire non significa automaticamente garantire uno spettacolo. O detta in altri termini, il fatto che le sale tornino ad accogliere il pubblico purtroppo non vuol dire ci siano effettivamente film da proiettare.

Per i motivi noti a tutti le produzioni cinematografiche si sono arrestate e i calendari della distribuzione hanno subito enormi sconvolgimenti. L’estate inoltre è da sempre la bassa stagione del cinema e le arene estive – benché ricche di seconde visioni – attirano più delle sale al chiuso. Se aggiungiamo la giustificabile e fisiologica diffidenza di ognuno di noi rispetto all’idea di chiudersi in uno spazio circoscritto per due ore insieme a altri sconosciuti (con la mascherina o senza, come chiedono i proprietari delle sale), capiamo come non sia affatto semplice pensare e mettere in pratica strategie per garantire una ripresa degna di questo nome a tutto il settore.

Al momento si naviga a vista, eppure qualche release interessante nelle prossime settimane ci sarà. Di seguito una piccola guida alle uscite più interessanti, “fisiche” o in streaming sulle varie piattaforme. La raccomandazione è di sostenere, pagando il biglietto laddove è possibile, un comparto in difficoltà evidente (Conca Verde e Capitol stanno agendo online, rispettivamente su miocinema.it e su capitolbergamo.it). Su L’Eco di Bergamo trovate la situazione delle aperture: tornerà Esterno Notte di Lab 80, l’Arena estiva di via Santa Lucia (gestita da Conca Verde); unica sala aperta sarà l’UCI Cinemas di Orio. Tutti gli altri chiusi (solo Capitol farà un’apertura “simbolica” a luglio).

“Da 5 Bloods – Come fratelli” di Spike Lee

Il primo film di cui parliamo esce proprio oggi su Netflix, in attesa possa fare un passaggio a breve anche in sala. Si tratta dell’ultimo lavoro di Spike Lee, regista che non ha bisogno di presentazioni e il cui ruolo di portavoce della comunità afroamericana e di attivista di lunga data del movimento Black Lives Matter in questo momento è di assoluto rilievo.

Il film racconta di quattro veterani del Vietnam afroamericani che tornano nel paese asiatico per riportare a casa due cose preziosissime: i resti del loro caposquadriglia morto in guerra e una cassa di lingotti d’oro da loro stessi sepolta nella giungla con l’intenzione, prima o poi, di tornare a recuperarla. Ma questa ricerca è solo un pretesto per costruire un racconto fatto di tante, tantissime (forse troppe) cose. In oltre due ore e mezza Lee ripercorre l’insensatezza di una guerra a cui sono state sacrificate le vite di migliaia di ragazzi fra cui una percentuale impressionante di afroamericani (i neri, in tutti gli Usa l’11% della popolazione, in Vietnam erano più del 30%) attraverso ricordi, traumi, testimonianze, ricostruzioni e citazioni.

Presente e passato si fondono mentre sullo schermo oltre agli snodi della trama (densissima) passano immagini e parole di icone black come Martin Luther King, Muhammad Alì, Malcom X, Crispus Attucks e Edwin Moses. Ma il film è anche un tentativo di riflessione sul colonialismo e sulle ferite del popolo vietnamita, sulla colpa e sul conflitto generazionale e in cui la guerra diventa una specie di misura per leggere la Storia e riflettere sul presente. Ciò vale per chi ne è rimasto vittima, per chi è sopravvissuto e per chi la sua guerra continua a combatterla ogni giorno.

“Ema” di Pablo Larraín

Da domani sulla piattaforma “MioCinema” sarà disponibile l’ultimo film di uno degli autori contemporanei più talentuosi e celebrati: Pablo Larraín. Il regista cileno alle 21 presenterà “Ema” dialogando con il direttore della Mostra del cinema di Venezia Alberto Barbera. “Ema”, in concorso proprio a Venezia l’estate scorsa, è il primo film di Larraín ambientato ai nostri giorni, dopo ben sette opere quasi tutte incentrate sulla Storia del Cile negli anni della dittatura di Pinochet.

La trama, ambientata nello splendido scenario di Valparaíso, ruota attorno alla figura di Ema, una giovane ballerina e insegnante di danza, e al suo mondo fatto di balli sfrenati, amore, sesso, relazioni fluide, istinti materni, pulsioni esiziali. Ma è davvero impossibile descrivere un personaggio che, parole del regista, “è tutti i personaggi insieme”, come è impossibile raccontare un film fatto di esplosioni di immagini, corpi, colori e ardente – in senso letterale – di vita e di emozioni.

Un’opera volutamente irrisolta attraverso cui il suo autore dichiara l’impossibilità di capire fino in fondo ciò su cui fissa lo sguardo. A partire proprio dalla protagonista: dea, genitrice, capace di dare la vita e la morte a tutto, di distruggere tutto e di farlo rinascere. Ma anche da un’affascinata incomprensione per le generazioni più giovani “che ballano senza vergogna” su ritmi brutti e ripetitivi come il reggaeton ma esprimono un’identità nuova, complessa, umana e bellissima. E poi di una femminilità complessa, inafferrabile, contemporanea alla quale ci si può soltanto arrendere e con cui entrare in contatto. Anche se non la si comprende, se spaventa e non si sa come e da quale parte guardarla. Proprio come il presente.

“Doppia pelle” di Quentin Dupieux

Prima di parlare del film – in uscita il 22 giugno su Sky e MioCinema – vale la pena spendere due righe sul suo autore. Quentin Dupieux alias Mr. Oizo è un musicista francese che dalla metà degli anni novanta ha prodotto e scritto pezzi techno house di discreto successo, uno su tutti il celebre “Flat Beat”, brano electro house utilizzato in alcuni famosissimi spot della Levi’s del 1999 con protagonista il pupazzo giallo Flat Eric. Da allora Dupieux ha iniziato a dedicarsi alla regia e ha scritto, prodotto e diretto diversi film molto particolari e di tutti i generi: horror, commedie, sci-fi, polizieschi tutti venati da uno spiccato nonsense.

“Doppia pelle” in questo senso è un passo in avanti, un’opera più matura in cui al tono surreale tipico del suo cinema si mescolano sfumature da commedia nera. La storia è quella di un uomo talmente innamorato e ossessionato dalla propria giacca di daino (cui allude il titolo originale “Le daim”) da voler essere l’unico al mondo ad indossare tale capo di abbigliamento. Paga la gente per disfarsi delle proprie giacche, decide di girare un film sul tema e cade in rovina.

Un’opera che spazia dal grottesco all’assurdo fino a venarsi di orrore, ma abbozza riflessioni non banali e un’introspezione psicologica perfino credibile. Da scoprire, soprattutto se non si conosce il cinema stravagante di Mr. Oizo.

“Matthias & Maxime” di Xavier Dolan

Ormai non ha più senso chiamarlo enfant prodige. Al suo ottavo film (dal 27 giugno su Miocinema) e superata la soglia dei trent’anni Xavier Dolan è ormai un autore a tutti gli effetti. Amato dai cinefili e molto popolare presso il pubblico più giovane, il regista québécoises ha scelto con quest’ultima opera – in uscita nei primi giorni d’estate – di tornare a un cinema più intimo e personale, molto simile a quello delle origini.

“Matthias & Maxime” – in cui Dolan riappare anche in veste di attore (cosa che non succedeva dal 2013 in un suo film) – racconta dei Mat e Max del titolo, amici da sempre di un gruppo di amici da tutta la vita i quali alla vigilia della partenza di uno dei due per l’Australia – deciso a cambiare tutto – scoprono che a legarli è qualcosa di più dell’amicizia. Qualcosa di così forte da dover inevitabilmente esplodere.

Un film sulle passioni insopprimibili e su quelle interrotte ma soprattutto un film sul senso e il valore dell’amicizia, sulla difficoltà dello stare al mondo da soli e sui diversi significati della parola famiglia. Dove tutto è estremamente dolaniano (le madri, gli eccessi melodrammatici, le scariche di musica pop) ma anche profondamente nostalgico, come le luci dell’inverno Montréal, come la grana della pellicola e come il ricordo di un amore d’infanzia.

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