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Nicole Domenighini, dietro una torta c’è tutto un mondo

Articolo. «L’arte di preparare dolci è molto più che saper eseguire ricette alla perfezione: è un vero e proprio gesto d’amore» scrive Ernst Knam. Quella di Nicole, venticinquenne di Lallio, è una storia d’amore. C’è l’amore per il proprio corpo, conquistato a fatica, quello per la famiglia che l’ha sostenuta negli anni più difficili e soprattutto quello per l’arte della pasticceria

Lettura 3 min.
Nicole Domenighini

A Nicole brillano gli occhi quando parliamo di pasticceria e di torte. Lo noto subito mentre chiacchieriamo un tranquillo giovedì mattina davanti a una tazzina di caffè in un bar di Lallio insieme a sua mamma Monia e a Daniela, un’amica in comune. Nicole, che ha 25 anni e vive a pochi passi da quel locale, è un fiume in piena quando parla delle sue creazioni, della cura che mette nelle decorazioni e nella scelta degli ingredienti, spesso con accostamenti azzardati o gusti contrastanti. Davanti a quel sorriso così bello, nessuno si immaginerebbe un passato di sofferenze e di lotte. Eppure Nicole per ben 10 anni ha dovuto fare i conti con l’anoressia, che l’ha costretta a vivere chiusa in casa, senza amicizie, senza stimoli e senza prospettive per il futuro.

Oggi Nicole ha un’impresa alimentare domestica ed entro tre anni sogna di aprire il suo primo laboratorio. Sforna torte dalla mattina alla sera – anche in orari assurdi, come mi confessa – ma soprattutto è finalmente felice. Paradossalmente, quel cibo che tanto la terrorizzava da ragazzina, oggi è diventato per lei quasi un’ancora di salvezza. «Non posso dire che il cibo sia oggi il mio miglior amico – mi racconta – ma sicuramente la pasticceria mi ha letteralmente salvata. Con alcune modifiche nella cucina di casa, ho creato il mio piccolo laboratorio casalingo: ho tre frigoriferi, un abbattitore e, naturalmente i freezer. I miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto, apprezzano questo mio mondo e mi spronano a continuare: finalmente mi vedono solare e contenta e non più come un fantasma».

L’anoressia entra nella vita di Nicole a 16 anni, mentre frequenta la terza superiore. Arriva come una raffica di vento fortissima e spazza via in un attimo tutte le sue sicurezze. «Non mi sentivo mai all’altezza degli altri, non avevo stimoli e non uscivo mai da casa – continua Nicole, gesticolando con energia con le sue mani curate – Non ho mai condiviso con nessuno questo mio malessere e, anche nel periodo dell’Università, vivevo praticamente da allettata. Studiavo e facevo ripetizioni e basta. Avevo azzerato tutte le amicizie e i rapporti, mi sentivo sempre giudicata. Di conseguenza non mangiavo e consideravo il cibo il mio nemico principale».

«I primi anni di malattia sono stati i più duri – precisa ancora la nostra pasticcera – A 16 e 17 anni non avevo più una vita. La mia anoressia non si placava, complice anche un’esperienza negativa di terapia a Bergamo. Io e la mia famiglia abbiamo affrontato tutto da soli, fino a quando ho iniziato un percorso a Milano. Per un periodo sono stata anche ricoverata. In questa struttura, supportata da nutrizionisti, psicologi e da una terapia di gruppo, ho iniziato a riflettere su quanto tempo stessi perdendo, su quanto la malattia mi stesse togliendo. Così con calma, passo dopo passo, ho iniziato a riallacciare prima il rapporto con le persone e poi con il cibo».

La svolta definitiva per Nicole arriva dopo la laurea in Economia nel 2020 e, soprattutto, con la pandemia. Il Covid, che stava provocando tanto dolore nella nostra terra, fa invece nascere per Nicole un seme di nuova vita. «Durante il lockdown ho iniziato a fare torte – confessa Nicole – Mettere mano ai dolci è stato un modo per avvicinarsi al cibo, toccarlo, lavorarlo e affrontare così le mie angosce. All’inizio lo facevo per i dipendenti dell’azienda di famiglia, poi, grazie anche all’apertura di un profilo Instagram, ho iniziato a ricevere i primi ordini da privati. Nel settembre 2021 ho deciso di dedicarmi ufficialmente alla mia passione, regolarizzando la mia posizione. Non assaggio ancora tutti i dolci che preparo, ma mi affido ai commenti e alle critiche dei miei genitori e dei miei familiari. Ora mi sento finalmente gratificata e soddisfatta».

Nicole non ha mai parlato con nessuno di quel periodo, ma oggi ha trovato la forza per raccontare pubblicamente la sua storia, che vorrebbe fosse da stimolo per altre ragazze in guerra contro quel mostro che per tanto tempo l’ha logorata. Vuole essere onesta in primis con sé stessa e poi con i suoi clienti: dietro quelle torte c’è infatti tutto il suo mondo, tutta la sua voglia di farcela e superare le difficoltà. «La pasticceria – ammette la 25enne – è stata la mia rinascita. L’ossessione di controllo che l’anoressia mi portava ad avere l’ho convogliata tutta nelle torte. Sono un autodidatta e ho ancora molto da imparare: amo la pasticceria moderna, le cream tart e le preparazioni in mousse. Alla pasticceria affianco da un anno e mezzo un altro grande amore: la pole dance, che mi sta permettendo da un anno e mezzo di lavorare, davanti allo specchio e in costume, su di me. È come una terapia per me».

Solo poche amiche, che ancora oggi sono al suo fianco, sapevano della ferita che Nicole si è portata dentro per molto tempo. «Ciò che ho vissuto – conclude Nicole, mentre termina il suo caffè macchiato e guarda sorridente la mamma e Daniela, la mamma della sua amica Chiara – mi ha permesso di capire le vere amicizie e i veri legami. Ho compreso quanto la mia famiglia abbia lottato con me negli anni più difficili e quanto il loro supporto sia stato fondamentale. Io ci ho messo e ci sto mettendo tutta me stessa, ma senza di loro sarebbe stato ancora più difficile». Del resto l’amore, si sa, fa miracoli. Perché come sostiene Ernst Knam «l’arte di preparare dolci è molto più che saper eseguire ricette alla perfezione: è un vero e proprio gesto d’amore».

Per “assaporare” via social le creazioni di Nicole, vi consigliamo di spiare la sua pagina Instagram Sweet Nicole Cakes.

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