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La cultura in quarantena – Franz Pontiggia (MOOSTROO): “dobbiamo comunque andare in direzione ostinata e contraria”

Articolo. Il bassista del trio alt-rock bergamasco ci ha mandato un contributo intenso e vibrante di contrasti su come cambia il songwriting in queste settimane e in un Paese in cui “la cultura e la musica sono sempre state a margine come un rumore di sottofondo in un centro commerciale”

Lettura 2 min.

Sono chiuso in casa da fine febbraio con la mia famiglia in quel di Scanzo, paese prossimo al disastro e parte di quella massa smaniosa e informe che è questo tempo.
Nel turbamento, nel dolore, nell’angoscia per i drammi e per le morti di cui vengo a conoscenza spesso lontane ma anche molto troppo vicine, non posso fare a meno di sentire che è un periodo magico, meravigliosamente inquietante: mi sembra di sentire nella testa Montale quando nella poesia “I limoni” cercava di cogliere i segreti più profondi del vivere:

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.

È proprio così. Sono diviso tra il dolore e la pena per i morti e questo sentimento che non riesco a reprime, di stupore e fremito nella speranza di scoprire lo sbaglio della natura, un evento che ci metta di fronte ad una qualche verità, il trucco che si svela e ti catapulta nel succo della vita. Dopo anni in una realtà spesso senza senso sembra di essere arrivati ad un passo, un piccolo passo dallo scoprire come stanno realmente le cose, le risposte a tutti i dubbi e a tutte le domande: che forse è peggio a ben vedere… Vecchioni scriveva: “non riesco ad immaginarmi di vivere illuminato dalla verità”.

In realtà è il dopo che mi spaventa, il ritorno della routine che tutti agognano ma che io temo come un male profondo.

Nel frattempo insieme al MOOSTROO che è il gruppo in cui suono ma anche l’essere che alberga in tutti noi ci stiamo ingegnando per realizzare delle piccole clip che parlano di musica e cultura, storie e aneddoti, un piccolo lume, un piccolo sorriso, un qualcosa che si svela appunto. Oltre a questo stiamo continuando a produrre i brani del nuovo disco.

Cerchiamo di assemblare nuovi pezzi che non potendo provare assieme, in acustico, con gli strumenti in braccio nel sudore delle sale prova stanno uscendo come tanti Frankensteinmoostruosi e inquietanti: batterie elettroniche, stralci di registrazioni, pezzi di suoni, residui e scarti di processi produttivi mai realizzati e voci, la voce di Dulco registrata in un angolo remoto di una stanza, idee di ritmo direttamente da Igor from Osio e io che cerco di mettere assieme il tutto e condirlo per dargli una qualche parvenza di vita.

Il divertimento è totale, assoluto.

Poi guardo verso la penisola: la situazione è drammatica. La cultura e la musica sono sempre state a margine come un rumore di sottofondo in un centro commerciale, a dispetto di tutti gli operatori, i gestori dei locali, i tecnici e i musicisti che invece con incredibile forza e tenacia la continuano inesorabilmente a sostenere, produrre e trasmettere con una passione direi disarmante, commuovente: in direzione ostinata e contraria, nonostante lo Stato.
E tutto questo per cosa?
Come diceva De André: “per consegnare alla morte una goccia di splendore”.

Francesco Pontiggia è il bassista dei MOOSTROO, già nei Jabberwocky.

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