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Capire qualcosa di più su meteoriti, costellazioni e stelle cadenti

Guida. Ad agosto volgiamo il naso all’insù per scorgere gli effetti dello sciame meteorico che in questi giorni incrocia la Terra. Con il direttore de La Torre del Sole Davide Del Prato facciamo un po’ di chiarezza astronomica. Dall’8 al 14 agosto le serate di osservazione “A caccia di stelle cadenti”

Lettura 4 min.
Stelle cadenti sul Monte Coca (Claudio Ranza)

Anche quest’anno dopo settimane di ansia e paura è arrivato il mese delle vacanze, della spensieratezza e delle stelle. Il periodo in cui ogni tanto ciascuno di noi punta il naso verso il cielo sperando di poter esprimere quel desiderio che da tanto tempo alloggia nei nostri angoli più remoti. Per capire cosa sono davvero le stelle cadenti e per decifrare gli enigmi del cielo abbiamo fatto una chiacchierata con Davide Del Prato, tra i fondatori dell’osservatorio astronomico delle Prealpi orobiche e direttore del Parco Astronomico “La Torre del Sole”.

Cosa sono le stelle cadenti

Le persone chiamano stelle cadenti le tracce luminose che si vedono spesso in cielo. In realtà però non sono stelle, ma frammenti rocciosi, pietre, sabbie, che la Terra investe nel corso della sua orbita intorno al sole”. ci racconta Davide. È chiaro da subito, quindi, che la situazione è più articolata di ciò che sembra e che in realtà potremmo parlare di impurità cadenti, più che di stelle.

Potremmo paragonare il fenomeno a un viaggio in autostrada, in cui il parabrezza dell’auto investe gli insetti che vanno a sbattere contro il vetro: “Così come le auto in autostrada, la Terra, che viaggia a 108 000 km /h intorno al Sole, investe pietruzze disperse nello spazio. Prima che questi sassolini colpiscano la superficie della terra devono attraversare l’atmosfera. L’attrito a velocità altissime contro i gas dell’atmosfera genera un calore molto intenso che fa vaporizzare e disintegrare all’istante quel frammento roccioso. Il risultato è un lamento di luce, una scia luminosa, che chiamiamo meteora”.

Meteoriti, meteore, stelle

Scopriamo con Davide che non c’è alcuna differenza tra il fenomeno che chiamiamo “stelle cadenti” e i meteoriti ma che, anzi, i due termini indicano proprio lo stesso fenomeno: “Questo avviene circa a 70 km di altezza. In realtà quindi non vediamo stelle che cadono ma sassolini che si disintegrano contro l’atmosfera terrestre.” Insomma le stelle cadenti non hanno proprio niente a che fare con le stelle. “Le stelle sono corpi gassosi spaventosamente grossi: il Sole, per esempio, che è una stella piccola, è 109 volte il diametro della Terra. Non possiamo pensare che una stella cada sulla Terra”.

Quando possiamo vedere le stelle cadenti

Tutte le notti di tutto l’anno è possibile vedere cinque o sei meteoriti, perché la Terra non si ferma mai e, continuando a girare intorno al Sole, ogni volta che incontra un sassolino ecco che avviene il fenomeno”. Dunque se la notte di San Lorenzo ci dimentichiamo di uscire a guardare le stelle possiamo comunque riprovarci qualsiasi altra sera dell’anno.

Certo, con diversi gradi di possibilità di vedere un meteorite: “Esistono più periodi favorevoli ai meteoriti, durante i quali noi vediamo quelli che chiamiamo sciami meteorici: duecento, cinquecento, mille meteoriti l’ora. Per capire perché, bisogna partire dal capire cosa sia una cometa: è un enorme asteroide di ghiaccio sporco, cioè che ha inglobato impurità come pietre, sassolini e così via. Quando una cometa viaggia verso il Sole si scioglie e il suo ghiaccio libera nello spazio le impurità che tratteneva, le quali formano una scia (‘la coda della cometa’). Se la Terra passa dove è passata la cometa, incrocerà una fila incredibile di sassolini, che possono essere anche migliaia”. È proprio questo ciò che succede ad agosto: la Terra, tra l’8 e l’11, incontra la traiettoria della cometa Swift Tuttle e riceve sull’atmosfera tantissimi sassolini e detriti.

Le stelle cadenti di agosto sono le Perseidi

Per spiegare come mai le stelle cadenti di agosto siano conosciute con il nome di Perseidi, Davide ci fa un esempio tratto dalla vita quotidiana: quando guidiamo mentre nevica abbiamo l’impressione che i fiocchi di neve escano da un punto davanti al nostro. Così succede alla Terra: “Dato che noi sulla Terra viaggiamo in una certa direzione nello spazio, ci sembra che i sassolini che essa investe emergano da un preciso punto, che si chiama radiante. Il radiante delle stelle cadenti di agosto è nella costellazione di Perseo, quindi sembra che le meteoriti di questo mese escano da quella costellazione: per questo si chiamano Perseidi. Ci sono poi le Orionidi, le Geminidi, le Quadrantidi…”.

Le stelle son desideri

Ogni volta che si vede una stella cadente si esprime un desiderio. Il direttore del Parco Astronomico ci racconta che questa pratica ha origini molto lontane e fa una riflessione molto interessante sulla parola stessa “desiderio”: “è una parola meravigliosa: è qualcosa che ci auguriamo che avvenga, è una necessità o più semplicemente un piccolo sogno che ci auguriamo accada. Questa parola deriva dal latino de sidera, cioè giù dalle stelle. Ecco che l’uomo, quindi, quando desidera qualcosa lo chiede al cielo”.

Buio e occhi buoni

Davide ci racconta che i luoghi migliori in cui vedere le stelle cadenti hanno determinate caratteristiche: “I luoghi migliori sono i luoghi bui e aperti, con una grande visuale che ci permetta di seguire visivamente la stella cadente. Bisognerebbe trovare un luogo isolato e il più possibile buio, così da vedere anche le stelle più deboli”. E poi dimentichiamoci telescopi e cannocchiali, perché gli strumenti migliori con cui vedere i meteoriti sono i nostri occhi. “Anche se avessi un binocolo in mano, nel momento in cui vedo un meteorite esso è già passato. Men che meno telescopi ingombranti e difficili da puntare, perché non avrei neanche il tempo di puntarlo. Co gli occhi, poi, posso abbracciare più campo, cioè vedere molto cielo.”

Antidoto alla paura

Fin da piccoli impariamo che le stelle nel cielo si organizzano in forme particolari, chiamate costellazioni. Sono un prodotto dell’uomo, che le ha ricercate nel cielo per sfidare la paura che aveva dei fenomeni celesti: “Poiché gli antichi non possedevano la conoscenza di cosa succedesse nel cielo, lo temevano enormemente: pensiamo al passaggio di un meteorite, o a un’eclissi, o ancora all’esplosione di una supernova. Per cercare di diventare amici del cielo gli uomini hanno cercato di ricostruire, tra le stelle, delle figure conosciute: si sono formati dei disegni, che vennero interpretati”. Fu così che nacquero le costellazioni, che riempirono il cielo di immagini della cultura dei popoli: “Finirono in cielo giganti, eroi, animali, mostri, re, regine, principesse e così via. Da quel giorno il cielo divenne un po’ più amico dell’uomo”.

Un firmamento non troppo fermo

E per continuare la riflessione sulle parole, Davide fa notare come la parola stessa “firmamento” derivi dal latino firmus, cioè fermo. Nella vita di un uomo, infatti, le stelle e le costellazioni mantengono la stessa posizione, in quanto i cambiamenti sono lentissimi. Non bisogna però illudersi e ci si deve sempre ricordare che “le costellazioni cambiano, perché niente è fermo nello spazio”. Siccome nel Medioevo era consuetudine che ogni astronomo di corte individuasse una costellazione dedicata al proprio sovrano, nel 1930 la Comunità Scientifica Internazionale ha fissato le 88 costellazioni ufficiali, con nome, numero e confini di ognuna.

A caccia di stelle cadenti

Dall’8 al 14 agosto alla Torre del Sole gli eventi “A caccia di stelle cadenti per osservare il cielo con i telescopi portatili e a occhio nudo.

Sito La Torre del Sole

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