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Il teatro dialettale torna ad animare l’Isola Bergamasca

Articolo. Da gennaio a marzo, la ventitreesima edizione della «Rassegna Teatrale dell’Isola Bergamasca» arriva sul palco del Teatro Comunale di Chignolo d’Isola. Saranno ben dieci i titoli in programma

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«Per laurea ricevuta», Amici del Teatro di Bottanuco

Il dialetto, nel nostro Paese, seppur legato ad ambiti geografici ridotti, è strutturato come un sistema linguistico estremamente diffuso e vario. Quando parliamo di dialetto, parliamo in realtà di decine di lingue che non hanno raggiunto o che hanno perduto diffusione e popolarità a fronte di un altro sistema linguistico diventato dominante e riconosciuto come ufficiale (l’italiano). Se in letteratura l’italiano sostituì il latino anche grazie alle opere di Dante Alighieri, il dialetto deve la sua diffusione nei teatri a un altro affermato autore: Carlo Goldoni , che inserì nella maggioranza delle sue commedie personaggi parlanti l’idioma veneto.

Per «teatro dialettale» oggi si intende però qualcosa di ancora più specifico: una produzione drammaturgica e commediografa non solo interamente basata sul dialetto locale, ma del quale si rappresentano anche usi e costumi, caratteristiche e valori. Storicamente interpretata da attori amatoriali, questa forma di espressione popolare è largamente amata dal suo pubblico e in grado di avvicinare, con ironia e semplicità, anche i meno avvezzi alle sale. Lo sanno bene il Comune di Chignolo d’Isola e la comunità di PromoIsola, che per il ventitreesimo anno organizzano la storica «Rassegna Teatrale dell’Isola Bergamasca», quest’anno composta da dieci titoli. Tutti gli spettacoli si terranno presso il Teatro Comunale di Chignolo d’Isola in Via Picasso, alle ore 20.30.

Tutti gli appuntamenti

Si parte sabato 21 gennaio con «Quando öna pánsa… la cüra l’ignoránza» della Compagnia teatrale I Brinacc di Sedrina. Commedia scritta e diretta dal regista Davide Lenisa, il quale, ispirandosi ad una canzone del cantastorie bergamasco Luciano Ravasio, ha realizzato questo nuovo omaggio. La commedia narra le vicende della famiglia di un semplice sagrestano. Ma Luigi, il sagrestano, o meglio «ol vice dèl preòst» come lui stesso ama definirsi, non ha solo le numerose croci della chiesa da tener pulite e lucidate, ne ha da curare altrettante anche in casa propria: una madre non più integra nel fisico ma soprattutto nella testa; una moglie che non è proprio benvista dalla suocera; una perpetua ficcanaso; e una figlia, che improvvisamente decide di sconvolgere la vita della propria famiglia, fidanzandosi. Questo nuovo amore darà immediatamente i suoi frutti rendendo Luigi nonno e i problemi inizieranno quando scoprirà l’identità del futuro genero.

Sabato 28 gennaio sarà la volta di «La morusa del mé òm» de La combricola di Gazzaniga. La compagnia nacque nel 1992, quando un gruppo di genitori si unì per una recita scolastica. Nei primi anni Gino Gervasoni fu artefice della crescita del gruppo e alla sua morte, nel 2000, il testimone è stato raccolto dal figlio Mario, che è regista, attore e anima del gruppo. In trent’anni di attività, il gruppo ha messo in scena ventitré commedie, grazie ad attori e collaboratori che negli anni sono stati una cinquantina, da dieci a ottant’anni di età. Lo spettacolo racconta di un modesto impresario edile che perde fulmineamente il senno per una donna, ammaliato dalle di lei arti amorose, ma subdolamente ambigue. Inesorabilmente giunge la fatal promessa di un eccezionale regalo: un appartamento in fase di ristrutturazione. Ma nel nebuloso orizzonte ecco spuntare agguerrita più che mai la moglie, decisa a difendere ad ogni costo il suo matrimonio, ma soprattutto il suo capitale, ormai destinato ad essere malamente sperperato dal coniuge. Sapientemente spalleggiata da un’amica, da due dipendenti del marito tanto simpatici quanto ingenui, dall’involontaria complicità di uno strano nonnetto vicino di casa, riuscirà nell’ardua impresa? Solo il sorprendente e originale finale svelerà l’arcano mistero, attraverso un susseguirsi incalzante di scene comiche e situazioni paradossali.

Si continua sabato 4 febbraio con lo spettacolo «Per laurea ricevuta» della Compagnia teatrale Amici del Teatro di Bottanuco. Diretta da Guglielmo Antonello Esposito e Lionello Marchesi, la storia racconta di Ardito e Jenny, due truffaldini personaggi che, approfittandosene dei favori del politico senatore Rubetti, conducono una bella vita fatta di feste e di viaggi. Ardito esercita la professione di medico grazie ad una laurea falsa avuta per intercessione di Jenny sul senatore; quest’ultimo è passionalmente legato a Jenny, la quale, approfittandosene, non gli disdegna nulla pur di poter avere favori, regali e soldi. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto: la troppa sicurezza della diabolica coppia chiama in causa Ciro, un umile operaio, il quale viene coinvolto involontariamente in un loro sotterfugio. Per una settimana di vacanza che i due hanno improvvisato, Ciro diventerà medico al posto di Ardito. Si però dimostrerà una persona capace e sagace, che saprà ribaltare situazioni.

Gli appuntamenti del sabato proseguiranno per tutto il mese di febbraio. L’11, la Compagnia teatrale Isolabella di Villongo presenta «Dè chi ele le pantofole?» ; il 18 sarà il turno di «Fortüna chè ghè i dutùr» , commedia brillante in due atti della Compagnia Don Michele Signorelli di Predore, che racconta la storia di un uomo malato, una moglie preoccupata e un aiuto che arriva dall’America. Chiude il mese, sabato 25 febbraio, la Compagnia teatrale Albisetti di Terno d’Isola con «Imbroglio d’amore» . Una commedia brillante in due atti tratta da «Commedia d’amore» di Roberto Zago, con adattamento del testo di Lorella Limonta. La commedia tratta della convivenza diventata complicata di due giovani ragazzi, tra l’indifferenza di lui e la stanchezza e delusione di lei. L’amore c’è ancora, bisogna trovare un espediente per riaccenderlo. E chi meglio di una mamma può escogitare un imbroglio d’amore?

Sabato 4 marzo andrà in scena la Compagnia teatrale La Meridiana di Mapello, con la tredicesima produzione in altrettanti anni di esistenza. La nuova commedia, intitolata «Reduci d’ü matrimone», è stata scritta dal regista Davide Lenisa, ispirandosi a un film di Totò. La commedia narra delle disavventure di una coppia di sposi, Egisto ed Amalia Montanari, durante i festeggiamenti del loro anniversario di matrimonio: dieci anni di felicità mai offuscata dalle crisi banali e tradizionali. Una felicità così radiosa non dovrebbe essere turbata, invece un’ombra c’è: il ritratto del primo marito di Amalia, il fù Antonio Zanetti, dato per disperso nella campagna di Russia.

La Compagnia teatrale del Mercato di Terno d’Isola salirà sul palco sabato 11 marzo con lo spettacolo «Diga adoma yes» . Commedia brillante in tre atti di Loredana Cont (titolo originale: «Dighe De Yes», tradotta in bergamasco e adattata da Massimo Martorini e Maria Bravi. La compagnia, nata a Terno d’Isola quattordici anni fa, si è esibita in vari paesi della bergamasca. È un’associazione no profit e basata su valori del volontariato. Sabato 18 marzo sarà ospite invece la Compagnia teatrale I Roncaì dè San Vigilio da Brescia con «Al pià tere dèl manicomio» , commedia in tre atti con la regia di Inia Belleri. Chiuderà la rassegna, sabato 25 marzo, la Compagnia teatrale Sottoscala Luigi Colombo di Rosciate con «L’amis del papà» , esilarante commedia scritte da Renzo Avogardi. La trama si svolge con un padre austero e burbero dalle idee particolari e una fissa in testa: trovare un buon partito per la figlia. Ma il cuore di Carolì è già impegnato.

Per informazioni è possibile contattare il numero 3341711234 oppure scrivere a [email protected].

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