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Non c’è estate senza «Borghi e Burattini»

Articolo. È partita a giugno la XXVII° edizione della rassegna della Fondazione Ravasio dedicata al Teatro di Figura e al suo linguaggio universale. In programma spettacoli e burattinai provenienti da tutta Italia, per alimentare una storia d’amore con il territorio che resiste da quasi trent’anni

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Anche quest’anno l’estate bergamasca si anima grazie agli spettacoli del Teatro di Figura di «Borghi e Burattini», promossi e coordinati dalla Fondazione Benedetto Ravasio. Una denominazione-contenitore, dietro alla quale si nasconde una doppia programmazione. Una per la provincia e una per la città, che hanno una conformazione diversa pur convergendo sinergicamente verso un unico obiettivo: da un lato mantenere viva l’attenzione per il Teatro classico dei burattini e dall’altro aprirsi alle espressioni più moderne del Teatro di Figura, ravvivando l’affetto degli spettatori bergamaschi verso questa forma di intrattenimento, adatta ai bambini ma non solo.

Il programma 2022 si arricchisce grazie alla seconda edizione de «La valle dei burattini», sezione della rassegna che si svolge a San Pellegrino Terme, con il sostegno di San Pellegrino SpA, e alla nascita de «Le Terre dei Burattini», una programmazione che coinvolge i Comuni della fascia orientale della provincia di Bergamo, uniti dall’ente turistico «Terre del Vescovado». Inoltre tre sono gli appuntamenti a Bonate Sotto, luogo pregno di significati e suggestioni poiché vi hanno vissuto e lavorato Giuseppina e Benedetto Ravasio.

L’intento espresso da Luca Loglio – direttore della Fondazione Benedetto Ravasio – è quello di creare uno spazio all’interno del quale promuovere e far conoscere il Teatro di Figura, delineando nuovi percorsi e linguaggi che attingano dalla tradizione ma sappiano al tempo stesso innovarsi e riattualizzarsi sulle caratteristiche della società.

«Per quanto riguarda la programmazione cittadina, protagoniste indiscusse di questa edizione sono e saranno le compagnie femminili a partire dalle premiazioni: il 15 luglio, ad esempio, abbiamo avuto Federica Molteni della compagnia Luna e GNAC con lo spettacolo «Crape de lègn», che nasce dall’interesse per la storia di Benedetto e Giuseppina Ravasio, ricostruita tramite il materiale conservato nel nostro archivio storico, grazie al quale ha dato vita ad un monologo con delle incursioni di burattini che richiamano le vicende della vita dei protagonisti. Abbiamo assegnato il Premio alla Carriera a Velia Mantegazza, e a settembre consegneremo invece il premio “Benedetto e Giuseppina” all’attrice Marta Cuscunà. Quest’anno, dopo l’edizione del 2008 in cui tutta la programmazione aveva come fulcro la figura della donna, senza la pretesa di giungere al medesimo risultato, c’è una forte presenza femminile, anche per quanto riguarda la scelta delle tematiche».

Il fil rouge che muove la rassegna è una premessa di metodo che vede la città attenta alle forme che il Teatro di Figura ha maturato nel tempo. Queste uniscono stili narrativi diversi, nella ferma convinzione che oltre al teatro classico, sia necessario oltrepassare lo stereotipo che spesso permane, a volte avallato dalle stesse compagnie teatrali, nell’immaginario collettivo. Un immaginario preconcetto che riconduce il Teatro dei burattini ad una forma di intrattenimento dedicata ai più piccoli.

«Sono fermamente convinto che il Teatro dei burattini debba essere anche amorale e trovo decisamente anacronistica la necessità di individuare in queste rappresentazioni una finalità pedagogica. Piuttosto, penso che i personaggi debbano essere cattivi, scomodi. Se lo spettacolo mette in scena vizi e virtù della condizione umana, ne consegue che sia piuttosto semplicistico, voler ridurre questa forma di narrazione ad un puro e semplice spettacolo per bambini», aggiunge Loglio.

Un teatro per tutti, dunque, con un pubblico eterogeneo che diventa protagonista e partecipa attivamente alla rappresentazione: «Nello spettacolo “Boxes” che si terrà il prossimo 29 luglio al Monastero di Astino, ad esempio, la compagnia Unterwasser racchiude una serie di esibizioni che potremmo definire di Teatro visuale. Nello specifico si tratta di installazioni composte da piccole performance basate su suoni, caleidoscopi ed effetti ottici. Per cui tutte le tecniche del Teatro di Figura vengono condensate all’interno di queste micro-esperienze, che invitano il pubblico in modo autonomo e indipendente a mettere l’occhio in queste piccole scatole per farsi guidare in una serie di esperienze sensoriali».

Il successo del Teatro di Figura risiede nella sua duttilità, uscendo da una visione necessariamente corretta e a tratti buonista. L’obiettivo della Fondazione Ravasio è di diversificare l’offerta promuovendo temi che spaziano dalla contemporaneità, ai tabù, che lascino un segno. «Nell’edizione dello scorso anno, ad esempio, abbiamo scelto come tema il pop, dimostrando come sia possibile anche mettere le nuove tecnologie al servizio del Teatro con tecniche di animazione, la presa diretta e il montaggio, oltrepassando gli standard medi a cui siamo solitamente abituati. Mentre quest’anno con spettacoli come “La semplicità ingannata” di Marta Cuscunà (il 3 settembre al CineTeatro Qoelet di Redona, ndr), si mette in scena la forza e la determinazione delle donne che si ribellano a dei dogmi imposti o alla mascolinità dominante. Penso che il segreto del successo nel Teatro di Figura sia la ricerca instancabile e assolutamente libera di linguaggi poco vincolati a dei canoni classici, anche quando si utilizza il burattino guanto. Per fare questo è sicuramente necessario evitare la santificazione della tradizione, questo sia dal punto di vista della percezione e della rappresentazione dello spettacolo che dal punto di vista della scrittura. Ecco perché scegliamo compagnie che sappiano apprezzare la potenza espressiva del burattino sviscerando, le fragilità e anche le brutture dell’esistenza umana».

Dopo la rappresentazione del 29 luglio ad Astino, «Borghi e Burattini» proseguirà con diversi spettacoli sul territorio, ne citiamo alcuni. Il 30 luglio alle 18 ad Albano Sant’Alessandro «…e vissero felici e contenti» di Daniele Cortesi (in replica il 5 agosto a Bonate Sopra). Il 7 agosto alle 17 a San Pellegrino Terme Lavinia Marcu con i suoi «Gli scherzi di Arlecchino». Il 19 agosto a Clusone alle 16 e il 28 a Castel Rozzone alle 16 «Gioppino e la principessa stregata» de I Burattini Baccanelli. Il 3 settembre ancora a San Pellegrino il « Racconto d’estate » del Teatro Medico Ipnotico, che sarà anche il 4 ad Almenno San Bartolomeo. Sempre il 4 settembre Paolo Papparotto a Scanzorosciate alle 16.30 porterà il suo « Arlecchino e la casa stregata ». Il 5 settembre sarà la volta della Compagnia Burattini Aldrighi a Gorle, ore 21, con lo spettacolo « Meneghino e Brighella, consiglieri d’amore ». Mentre il 13 settembre, a Costa di Mezzate, ore 17, la compagnia Baracca&Burattini di Pietro Roncelli con Gabriele Codognola metterà in scena lo spettacolo «Arlecchino coto e stracoto d’amore».

Il 18 settembre tornerà la Compagnia Burattini Aldrighi con « Ridi Meneghino » a Orio Al Serio, ore 16.30. Il 23 settembre alle 20, nel cortile della Biblioteca Benedetto Ravasio di Bonate Sopra, sarà presentata la monografia «Facevamo Teatro. Giuseppina Cazzaniga e Benedetto Ravasio una vita da burattinai», che traccia un profilo nuovo sulla scelta di vita dei coniugi Ravasio. La stessa sera, ma alle 20.30, dopo la premiazione di Federica Molteni, nuovo appuntamento con il suo spettacolo «Crape de Lègn». La rassegna si concluderà il 24 settembre, alle 16.30, a Calusco d’Adda con lo spettacolo «Gioppino a Venezia in cerca di fortuna» della già citata compagnia Baracca&Burattini.

A questo link potete trovare la programmazione completa, mentre ai link soprastanti i dettagli e le trame in breve di ogni singolo spettacolo. Forte della sua natura sempre più multiforme, «Borghi e Burattini» si presenta oggi come una rassegna ricca di trattazioni e tematiche, che sposta le possibilità e il significato del Teatro di Figura nell’immaginario comune.

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