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Montagna e riqualificazione urbana, transizione ecologica e formazione permanente: Bergamo Next Level presenta le sfide post pandemia

Articolo. Come si costruisce un futuro sostenibile? L’Università di Bergamo ha raccolto le idee di 75 docenti e ricercatori dell’Ateneo, 3 ministri e 160 relatori. Riassumendo il tutto ne “La Fucina delle Idee”. Ecco cosa ci ha colpito di più

Lettura 4 min.

Cosa ci portiamo a casa da Bergamo Next Level? La rassegna promossa dall’Università degli studi di Bergamo e Pro Universitate Bergomensi ha rappresentato una riflessione sul futuro del territorio alla luce delle opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e dal piano Next Generation EU di ricostruzione europea.

“Con l’evento finale, non a caso denominato La fucina delle idee, abbiamo voluto portare in condivisione le idee che sono emerse negli eventi che si sono succeduti nel corso degli ultimi dieci giorni”, ha spiegato il rettore Remo Morzenti Pellegrini.

I numeri

La rassegna si è articolata in 39 eventi, che hanno visto il coinvolgimento di 75 docenti e ricercatori dell’Ateneo, 3 ministri e 160 relatori; sono state 76 le realtà territoriali e 32 quelle extra territoriali coinvolte, 450 gli studenti. Gli eventi on line hanno avuto oltre 14.000 visualizzazioni.

Con il rettore, nella tavola rotonda conclusiva, sono intervenuti il sindaco Giorgio Gori, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, la presidente di Pro Universitate Bergomensi Cristina Bombassei, il prorettore Sergio Cavalieri e Sara Pavesi, Pro Universitate Bergomensi – Confindustria. Ecco – al di là delle parole chiave e della moltitudine di temi affrontati – cosa ci ha colpito di più.

50 milioni per il rilancio urbano

Partiamo dai soldi: il Polo intermodale di Bergamo è stato inserito nel Pnrr, il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Il ministro Enrico Giovannini ne ha dato notizia proprio nel corso del suo intervento online a Bergamo Next Level. Un progetto molto ampio di riqualificazione cittadina, con la nuova stazione ferroviaria e la riqualificazione dello scalo merci. Si tratta del primo passo del rilancio dell’area di Porta Sud, l’intervento che ha come scopo il superamento della barriera dell’asse ferroviario e la riconnessione organica della parte di città a sud della ferrovia con il centro.

Il finanziamento statale di 50 milioni di euro darà il via alla realizzazione del nuovo polo intermodale, ma il progetto è molto più grande e vedrà collaborare con la Rete Ferroviaria Italiana i privati, il Comune, la Provincia e la Regione.

La formazione è come un vaccino di massa

In una rassegna organizzata dall’università non si poteva non parlare di formazione. Cresce il bisogno di competenze legate alla transizione ecologica e all’innovazione digitale. Questa sfida impone di favorire la trasmissione dei saperi tra generazioni e l’apprendimento di nuove competenze, non limitate solo ad alcuni aspetti, ma anche alle competenze trasversali. La dimensione tecnica deve essere sempre accompagnata dalla capacità di interazione sociale. L’interconnessione tra scuole, enti formativi e mondo del lavoro deve essere massima: bisogna leggere i bisogni in evoluzione delle aziende e aggiornare le competenze.

Da ciò la necessità di una formazione permanente per la maggior parte dei lavoratori: “Occorre garantire la riqualificazione di lavoratori e cittadini attraverso una formazione qualificata, di cui c’è grande richiesta. L’Università degli studi di Bergamo con il suo corso di laurea in Scienze della Formazione può intercettare questa domanda a livello nazionale”, ha commentato il sindaco Gori. La formazione sarà come l’attuale campagna vaccinale: di massa, per non lasciare nessuno indietro.

Riscoprire le Terre Alte

La pandemia ci ha fatto riscoprire il “turismo di prossimità”, ma non solo i bergamaschi possono essere attratti dai nostri territori montani. Proprio la crisi pandemica ha mostrato la potenzialità delle Terre Alte, così come di altri luoghi meno conosciuti del territorio bergamasco. La provincia di Bergamo può rispondere ad un desiderio crescente di pratiche all’aria aperta e in contesti ambientali e paesaggistici suggestivi, diventando i luoghi elettivi per un turismo responsabile e residenziale, in grado di innescare un nuovo abitare per rispondere alle nuove abitudini di vita.

I territori montani bergamaschi, sino ad oggi catalogati tra le aree cosiddette “interne” o “fragili”, vanno ripensati nei prossimi anni con un ruolo rinnovato. La montagna non va più pensata come rurale, fragile, remota e marginale (in opposizione alla pianura urbanizzata, forte, connessa e sviluppata), ma deve rinnovarsi andando oltre il modello stagionale di turismo che non porta valore alle comunità montane. I saperi che nei secoli hanno assicurato una relazione equilibrata uomo‐natura sono alla base del nuovo turismo sostenibile bergamasco.

Non ci rendiamo conto di come sarà la transizione ecologica

Motore della rinascita e della ricostruzione post pandemica è la transizione verde, sostenuta dalle ingenti risorse del Green Recovery, che imprimerà un’accelerazione ai processi già in atto, primo tra tutti la transizione energetica. Si tratta di una sfida di importanza primaria poiché unico orizzonte possibile per garantire la competitività del sistema industriale e produttivo.

Come ha sottolineato il sindaco Gori: “In merito alla transizione ecologica, il nostro Paese è in difetto di consapevolezza: arrivare alla decarbonizzazione entro il 2050 implica agire a livello globale. L’Europa, infatti, è responsabile solo del 9% delle emissioni totali di CO2, quindi anche con il massimo sforzo il risultato a livello mondiale sarebbe modesto. Tenere insieme transizione ecologica, crescita e dimensione sociale è fondamentale: per salvaguardare la produzione e, soprattutto, l’occupazione non possiamo puntare alla decrescita”.

Dobbiamo uscire, infine, dalla gabbia ideologica in cui rischiamo di restare intrappolati: “L’obiettivo zero emissioni contenuto del Pnrr è coltivato con idea di produrre 70 GigaWatt ovvero 70 miliardi di watt solo da fonti rinnovabili. Ciò significherebbe tappezzare 200 mila ettari del territorio – pari al 2% delle superfici coltivabili dell’Italia – con pannelli fotovoltaici, e installare pale eoliche ovunque. Credo sia un obiettivo illusorio, che rischia di scatenare contrasti sociali e politici. Dobbiamo avere un atteggiamento neutrale nei confronti della tecnologia, prediligendo il risultato”.

Per la transizione energetica non servono solo tecnologie, ma regole semplici, chiare e stabili che permettano ai settori di fare gli investimenti necessari.

Tra Smart City e Smart Land

Ad accompagnare la transizione energetica è la transizione digitale, soprattutto nei settori fortemente energivori. L’ottimizzazione del processo energetico è fortemente connessa all’ottimizzazione produttiva.

La trasformazione digitale avrà un impatto su organizzazione e pianificazione dei territori, anche attraverso la raccolta e l’uso consapevole di dati utili a orientare le decisioni, ad esempio nelle smart city. Come ha ricordato il presidente della Formula 1 Stefano Domenicali: l’invio di dati complessi in tempo reale tipico del Motorsport sarà utile anche per lo sviluppo della smart mobility.

La trasformazione digitale impatta sulle nuove forme dell’organizzazione territoriale: il riferimento per questo insieme di elementi legati ai processi di digitalizzazione è la smart city nei contesti urbani e la smart land nei contesti territoriali diffusi. Lo sviluppo di progettualità su scala sovracomunale (smart land) lascia percepire nuovi scenari e possibili benefici effetti sulla qualità della vita nelle città, nei paesi e anche all’interno di territori estesi.

Il digitale è anche una questione di accessibilità, connettendo i territori alla banda larga e implementando le forme di comunicazione digitale per le risorse e servizi offerti, in modo da presentarle anche a chi ora non può fruire direttamente delle risorse e ricchezze del territorio ma lo potrà fare in futuro. Ciò a favore dei nuovi turisti, che spesso associano bisogni diversi: sport, cultura, ma magari anche smart working.

Sito Bergamo Next Level

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