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L’auto intelligente secondo Stefano Domenicali, protagonista a Bergamo Next Level (live streaming dell’evento)

Articolo. Il presidente della Formula 1 sarà fra i partecipanti dell’appuntamento online di oggi, 18 maggio, alle 18,30. Per parlare di Smart Mobility, cioè il paradigma della nuova mobilità tecnologica

Lettura 4 min.
(metamorworks)

Stefano Domenicali, il manager italiano alla guida della Formula Uno, non nasconde una visione umanista, anche quando parla di industria e tecnologia: “Le nostre generazioni sono e saranno protagoniste della quarta rivoluzione industriale, che come tutte le altre grandi rivoluzioni industriali e tecnologiche passano attraverso la centralità dell’uomo”.

Il presidente della Formula 1 ha anticipato a Eppen alcuni temi che saranno al centro dell’incontro “Transizione Smart Mobility – Prospettive e innovazioni”, previsto oggi 18 maggio alle 18.30, nell’ambito della rassegna organizzata dall’Università degli studi di Bergamo Bergamo Next Level”, che fino al 22 maggio coinvolge i protagonisti della vita culturale, politica ed economica del Paese in dialogo con i rappresentanti e le istituzioni del territorio bergamasco.

Guarda l’evento in streaming

Transizione Smart Mobility – Prospettive e innovazioni” in diretta a partire dalle 18.30 qui sotto.

Con Stefano Domenicali ci saranno Paolo Malighetti, del dipartimento di Ingegneria dell’Università degli studi di Bergamo, e Roberto Vavassori, Chief Public Affairs & Institutional Relations Officer di Brembo Spa.

Intelligenza artificiale

La Smart Mobility è la nuova mobilità tecnologica e orientata alla sostenibilità, sia da un punto di vista ambientale ed economico, sia sociale, perché migliora la qualità di vita dei cittadini. Tra i principali trend che concorrono a rendere smart la mobilità: l’elettrificazione dei veicoli, la loro condivisione (la cosiddetta sharing mobility) e la guida autonoma.

La tecnologia svolge un ruolo centrale, come spiega il presidente Domenicali: “Stiamo vivendo una rapida transizione tecnologica, guidata da un processo di trasformazione digitale. Ad esempio penso all’Intelligenza Artificiale e alle sue applicazioni nei vari ambiti della società e della ricerca. Un recente studio presentato al World Economic Forum di Davos ha evidenziato che l’IA potrebbe dare un contributo del 14% alla crescita del PIL mondiale entro il 2030. L’Intelligenza Artificiale ha un grandissimo potenziale e sarà sicuramente la grande protagonista in una crescita globale più inclusiva”.

L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, ma anche le macchine tra di loro. Le macchine sono in grado di fare ragionamenti complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell’intelligenza umana. Questo vale anche per le automobili.

Qualche esempio? I comandi vocali sempre più raffinati, che consentono di “parlare” all’auto come faremmo con un passeggero, per attivare comandi come l’aria condizionata o impostare una destinazione sul navigatore. Oppure la comunicazione delle vetture di ultima generazione con le infrastrutture stradali (semafori, pedaggi, guardrail “intelligenti” etc) e con altre autovetture dotate della stessa tecnologia, ad esempio per segnalare un ingorgo o una strada dissestata.

L’auto che si guida da sola

La guida autonoma è l’esempio più eclatante di Intelligenza Artificiale applicata all’auto. Sensori, radar, tecniche di telerilevamento, Gps, telecamere, software di data analytics e Intelligenza Artificiale “leggono” l’ambiente circostante e automatizzano così il processo di guida, che richiede sempre meno l’intervento umano. La guida autonoma si classifica in 5 livelli, che indicano possibilità molto diverse fra loro: il livello 1 è la guida assistita, che comprende sistemi di assistenza alla guida sempre più comuni, come il Cruise Control Adattivo (che consente di impostare la velocità di crociera dell’auto, mantenendo automaticamente una distanza di sicurezza dal veicolo che la precede). Il livello 2 è la guida parzialmente automatizzata, con sistemi come la frenata automatica e il mantenimento automatico della corsia (il volante “corregge” la traiettoria dell’auto). Il livello 3 è la “guida altamente automatizzata”, dove l’auto “legge” i cartelli stradali e interagisce in modo avanzato con lo sterzo. Il guidatore ha funzioni puramente di controllo nel livello 4 della “guida completamente automatizzata”, mentre non è più necessario al livello 5 della “guida autonoma”.

I livelli 4 e 5 sono ancora inapplicabili su strada: non solo e non tanto per una questione meramente tecnica, ma anche legislativa. Le Case automobilistiche saranno responsabili degli ipotetici danni causati dalle auto a guida autonoma? È uno dei tanti interrogativi che pongono i veicoli automatizzati.

Le risposte non stanno solo nella tecnologia, ma in un approccio specialistico ed al tempo stesso multidisciplinare, come quello adottato dall’ITSM – Iccsai Transport and Sustainable Mobility Center dell’Università degli studi di Bergamo.

Il dilemma etico

Ci sono innovazioni importantissime per la nostra sicurezza, come la frenata automatica di emergenza, che già ora è utile nella prevenzione degli incidenti. Ma saremmo davvero pronti a metterci completamente nelle mani di una macchina? I sistemi di IA pongono di fronte a dilemmi etici, che adesso sono per lo più teorici ma in un futuro non troppo lontano potrebbero diventare molto concreti.

Poniamo ad esempio che un’auto intelligente, in marcia in una strada di montagna lungo il ciglio di un burrone, trovi di colpo sulla sua traiettoria un gruppo di pedoni e non ci sia il tempo tecnico per frenare senza uscire di carreggiata. Quale decisione dovrebbe prendere? Sacrificare i pedoni o gettarsi nell’abisso? È solo uno degli scenari futuri ipotizzati dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology in uno studio pubblicato su Nature. I ricercatori hanno proposta un’articolata serie di scenari di incidenti, e chiesto a milioni di persone da tutto il mondo quali fossero i comportamenti più etici da seguire. Le scelte non sono semplici né scontate: progettare un algoritmo morale per la “Smart Car” del futuro non è solo una questione tecnica.

Chi è Stefano Domenicali

Stefano Domenicali è nato 56 anni fa a Imola, nella Motor Valley italiana, quel distretto industriale e culturale in Emilia Romagna che rappresenta un’eccellenza mondiale in materia di ricerca, sviluppo e produzione di tecnologia per il settore automobilistico. Qui sono nati alcuni dei marchi automobilistici e motociclistici più importanti del mondo, come Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati.

Proprio in Ferrari comincia la carriera di Domenicali, che nel 2004 diventa direttore sportivo del Cavallino Rampante in Formula 1 e poi team principal della Scuderia, andando a sostituire Jean Todt. Dal 2009 al 2014 Domenicali ha rappresentato Ferrari all’interno del World Motorsport Council della Fia (Fédération Internationale de l’Automobile). Dopo un’esperienza in Audi è tornato in Italia nel 2016, come presidente e amministratore delegato di Lamborghini. Dal gennaio 2021 è presidente e amministratore delegato di F1: un ritorno in quello che è sempre stato il suo mondo, in un momento particolarmente difficile, con l’obiettivo di assicurare una vera ripresa per la Formula 1, dopo lo stop dovuto al Covid-19.

Sito Bergamo Next Level

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