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Luca Aldrighetti torna in città per rilanciare i Lions Bergamo, sognando di potersi allenare un giorno negli States

Intervista. Luca Aldrighetti, medagliato con la Nazionale di football americano, sogna di allenarsi negli Stati Uniti, magari in uno dei campi dove si gioca il Super Bowl. Con pazienza, organizzazione e passione, ha raggiunto importanti traguardi, tra cui il bronzo agli Europei 2023 e il titolo con i Lions Bergamo. Ora punta ai play-off con la sua squadra.

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Luca Aldrighetti (sulla sinistra) festeggia la vittoria del Silver Bowl con i compagni di squadra dei Lions Bergamo

«L America è lontana, dall’altra parte della luna» cantava Lucio Dalla negli Anni Settanta, eppure gli Stati Uniti sono più vicini di quanto si possa pensare. Chiedetelo a Luca Aldrighetti che, come ogni giocatore appassionato di football americano, sogna un giorno di poter approdare nel “paese dei sogni” e poter solcare l’erba di uno di quegli impianti giganti che ospitano il Super Bowl.

Per ora si tratta di un sogno, ma anche le altre mete raggiunte erano sogni prima di diventare realtà! Oggi Luca è uno dei principali esponenti del football tricolore grazie alla medaglia di bronzo conquistata con la Nazionale agli Europei 2023. Non solo: il suo sguardo è rivolto a quest’estate quando gli azzurri saranno contrapposti, in semifinale, alla Finlandia.

I segreti per diventare un giocatore di football affermato? «Il giusto incontro con una persona che sa trasmettere lo spirito di questo sport, - dice Luca - superare la paura e coltivare la pazienza».

Perché se è vero che il Super Bowl è uno degli eventi mondiali più seguiti con miliardi di persone collegate per vedere chi si aggiudicherà il Lombardi Trophy, in Italia il football americano rimane uno sport di nicchia che vede Bergamo fra i pilastri di questa disciplina grazie ai tre successi dei Lions nell’Eurobowl.

«Come la maggior parte dei giocatori in Italia - racconta il 23enne di Bergamo - sono arrivato al football grazie ad un incontro. Nel mio caso con Ezio Marone, un giocatore storico, come che mi ha spinto a provare. All’inizio, vedendo questo sport da fuori, si può pensare che assomigli al rugby e per questo motivo può fare un po’ paura. Penso ai miei famigliari: le prime volte che sono venuti a vedermi giocare, hanno dovuto far i conti con il rumore della plastica e dei caschi che si scontrano e inizialmente si sono spaventati. Con il passare del tempo si sono però abituati e hanno capito che si tratta in realtà soltanto del rumore causato dalle protezioni».

L’altro ostacolo da superare se si vuole giocare a football americano è l’impazienza. A differenza di altri sport dove è necessario gettare il cuore oltre l’ostacolo ed esplodere tutta la propria potenza in pochi secondi, qui è necessario ragionare e trovare la soluzione ideale per superare il “muro” riposto dalla squadra avversaria. Per farlo servono ore e ore di allenamento, ma soprattutto intense sedute di tattica fuori e dentro il campo in cui ripetere a iosa movimenti brevi e fulminei che possono consentire di arrivare alla meta.

«È difficile spiegare come funzioni il football americano perché ha numerose regole. In poche parole si tratta di uno sport di squadra dove, attraverso l’utilizzo di tattiche e schemi, si cerca di portare la palla all’interno della zona del touchdown, posta oltre la linea di fondocampo, e realizzare così il punto. Per farlo si hanno a disposizione alcuni tentativi nei quali si prova a superare la linea difensiva avversaria prima che la palla venga restituita nuovamente a loro – spiega Aldrighetti -. Il mio ruolo è quello del runningback, il giocatore che corre con la palla lungo il campo e cerca di smarcare il quarterback, una sorta di ‘attaccante’ destinato ad andare in touchdown e realizzare il punto. Nella realtà non mi occupo soltanto di correre e compiere il passaggio decisivo, a volte posso esser utilizzato anche come ricevitore o bloccatore aggiunto. Oltre agli allenamenti fisici specifici, durante la settimana sentiamo spesso gli allenatori in videochiamata e sul campo proviamo le tattiche che preparano. È fondamentale aver molta pazienza e soprattutto investire molto tempo, nonostante in Italia i giocatori di football americano non siano professionisti».

Grazie alla pazienza, alla predisposizione verso questo sport e a una buona organizzazione personale, Luca ha saputo raggiungere traguardi importanti sia a livello sportivo che scolastico tanto da prepararsi alla laurea in gestione d’impresa.

«Per far coesistere sport e studio ad alti livelli servono passione, organizzazione e voglia di fare. Credo che ci siano persone che studiano, lavorano e abbiano molte più difficoltà di me, motivo per cui basta volerlo fare ed entrambe le cose si possono raggiungere – sottolinea Aldrighetti -. Sono giunto in Nazionale molto giovane e lì ho potuto conoscere il meglio del football americano in Italia: è stata un’esperienza unica e auguro a tutti di poter rappresentare il proprio paese con la Nazionale. Altra grande soddisfazione è stata poi quella di vincere il campionato di Seconda Divisione con i Lions Bergamo. Sono state due sensazioni diverse perché con l’Italia ho conquistato il bronzo agli Europei, ma ero giovanissimo e non ho giocato molto. Con i Lions invece ho avuto un ruolo da protagonista. Per questo motivo sono pronto a nuova avventura con loro».

Dopo aver giocato per un anno a Parma, Luca ha infatti deciso di tornare a casa e rilanciare i Lions Bergamo che sono pronti ad affrontare l’Italian Football League dopo le difficoltà incontrate nelle ultime stagioni: «Nuova dirigenza e un nuovo progetto con persone di cui mi fido. Questi sono i motivi per cui ho deciso di tornare a Bergamo. La squadra ha partecipato al bando per l’accesso alla Prima Divisione ed è stato vinto – dice Aldrighetti -. L’obiettivo è migliorare a livello individuale, visto che siamo una squadra giovane, ma anche di trovare l’unione perfetta per il gruppo. Poi, se è possibile, cercheremo di puntare ai play-off già al primo anno».

Non resta che iniziare a giocare, senza togliere lo sguardo dagli States che Luca sogna un giorno di raggiungere, magari vivendo un’esperienza all’ombra del Super Bowl: «Non ci sono mai stato, ma un giorno mi piacerebbe allenarmi con una di quelle squadre». Sul fronte Super Bowl chi vincerà? «Sono convinto che vinceranno ancora una volta i Kansas City Chiefs perché, per quanto non sia una squadra che mi fa impazzire, credo che abbia i giocatori ideali per aggiudicarsi per la terza volta consecutiva il torneo».

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